SE IL RUMORE DEL MARE SOVRASTA QUELLO DEI PENSIERI, SEI NEL POSTO GIUSTO

DANY1969

Forumer storico
Buona settimana a tutti :)
Ieri altro giretto in Liguria.... dall'entroterra (Mallare) sino al mare (Spotorno - Noli), ma questa volta in bike :d:

E comunque da domani al mare ci resterò per qualche giorno, ma a panciolle.. al sole.. in spiaggia :cool:
Le foto sono state fatte con il cellulare :(
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L’intossicazione da alcol si presenta in seguito all’ingestione di un’importante quantità di alcol in un tempo limitato.

L’etilismo acuto è un fenomeno frequente, soprattutto durante i weekend, e coinvolge in particolare i più giovani.

L’intossicazione da alcol può presentarsi in forma lieve e si risolve in mal di testa,
nausea e inappetenza il giorno successivo, ma può anche degenerare e richiedere l’intervento di personale sanitario qualificato.


Quali sono i sintomi associati all’intossicazione da alcol?

In una prima fase l’intossicazione da alcol si caratterizza per uno stato di esaltazioneo eccessiva euforia e si manifesta con i seguenti sintomi:
  • Odore alcolico del respiro
  • Rossore al viso
  • Occhi lucidi
  • Polso e respiro aumentati di frequenza
  • Perdita dei freni inibitori
  • Logorrea
  • Agitazione psicomotoria
  • Nausea e vomito

Alla fase di esaltazione segue uno stadio di depressione con:
  • Balbettio
  • Ipotermia
  • Difficoltà a mantene l'equilibrio
  • Nei casi più gravi, paralisi respiratoria e rischio di coma

Cosa fare in caso di intossicazione da alcol?

Se le funzioni vitali non sono compromesse è consigliabile tenere la persona ubriaca sotto osservazione,
offrirgli eventualmente qualcosa di leggero da mangiare (se non è presente vomito) e tenerla al caldo.

In caso di vomito è bene mettere il paziente in posizione laterale, evitando così l’accidentale inalazione del vomito e il rischio di soffocamento.

Nei casi più gravi bisogna recarsi in un pronto soccorso o chiamare un’ambulanza.

È importante fornire ai soccorsi le seguenti informazioni:
  • Quale bevanda alcolica è stata assunta, in quale quantità e in quale lasso di tempo.
  • Se l’assunzione è avvenuta a stomaco vuoto o pieno.
  • Se il paziente soffre di patologie specifiche, soprattutto malattie epatiche o metaboliche.
  • Se sono stati assunti anche farmaci o droghe.
Vista la mancanza di lucidità della persona ubriaca è importante non perderla mai di vista e prestare attenzione che non faccia del male a sé e agli altri.

Cosa non fare in caso di intossicazione da alcol?

È consigliabile evitare che il soggetto consumi alimenti zuccherati, questi infatti possono aumentare la gradazione alcolica.
 
Scusate la mia ignoranza ma qualcuno più dotto mi saprebbe spiegare la differenza
fra quello che dice La torre ed il reato di ingiuria che attualmente è presente nel nostro ordinamento? Grazie.

L'ultima novità riguarda e investe (probabilmente) una larga fetta degli italiani attivi in Rete.
E potrebbe costare non poco alle tasche di chi ha scritto qualcosa (di brutto).
Non condanne penalì, né carcere, né servizi socialmente utili. Ma soldi. Molti soldi.

L'avvocato Kathy La Torre (insieme a Tlon) ha infatti ideato una campagna dal nome "odiare ti costa"
per "arginare l'enorme mole di commenti diffamatori di cui siamo invasi in rete"

Sarà indirizzata "a tutti" e potrà chiedere un risarcimento anche "il signor nessuno o la signora nessuno".

Qualcuno ti insulta su Fb, Messenger, Instagram, Youtube o sui siti dei giornali? Tu chiedi un indennizzo. Semplice.
"In 48 ore abbiamo già ricevuto 6mila segnalazioni di odio", esulta la legale.
Molti influencer hanno già appoggiato l'iniziativa e presto verrà creato un "pool" di avvocati, filosofi, investigatori,
hacker etici e esperti informatici forsensi detito allo scopo: "Il progetto è una 'bomba' e potrà far cambiare il modo stare sui social".

La legale ha ideato un modo per evitare di dover scovare da sola ogni singolo post da denunciare:
invece di passare intere giornate a setacciare profili Facebook, si farà aiutare proprio dagli utenti dei vari social network.
Chiunque potrà inviare un link di un post "incrminato" in cui appaiono commenti diffamatori da inserire nel faldone che finirà a giudizio.
Saranno poi gli avvocati a "esaminare quelli giudizialmente meritevoli di tutela".

L'ammontare del risarcimento potrebbe essere ingente.
"Dipende da molti fattori - dice La Torre - Più la persona offesa è nota e più è alto il risarcimento.
Ad ogni modo, si parte da circa 5mila euro fino ad arrivare a decine di migliaia di euro".
A finire nel mirino saranno "le offese", non "le opinioni" né la libertà di dissenso. Ma l'ingiuria, la calunnia, le minacce. Il tutto senza distinzioni.
"L’odio è odio. Il senso è: si può esprimere un opinione ma senza offendere nessuno.
Chi lo fa pagherà per le proprie affermazioni. Non è censura. Non è liberticidio. È legge".

Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che
"la differenza tra ciò che è lecito e ciò che è illecito non è ancora chiara nel nostro Paese".

Dunque sarà tutto da vedere.
"Ci interessa combattere l'odio, non la politica, anche se la politica ha grande responsabilità nel clima di odio
che si è creato negli ultimi anni in Italia - spiega La Torre - Per questa ragione l’iniziativa ha lo scopo di fermare
un fenomeno dilagante che colpisce chi ha molta visibilità, ma anche persone normali.
Vogliamo mettere tutti nella condizione di potersi tutelare e vogliamo trasmettere l’idea
che chiunque scriva sui social è responsabile di ciò che scrive davanti alla legge, e quindi deve riflettere prima di cliccare 'invio'".
 
Un'altro passo avanti verso Orwell.

«Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza son la stessa cosa.»
 
Tutti zitti.
Tutto sotto silenzio mediatico.

Ma diamogli un po' di pubblicità.


La scarcerazione di Carola Rackete? Un errore madornale.

L'ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Alessandra Vella,
che ha trasformato la capitana della Sea Watch 3 in eroina dei due mondi? Senza fondamento giuridico e basata su interpretazioni
o letture sbagliate di sentenze oltre che sulle dichiarazioni della stessa capitana, indagata, prese per oro colato.

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Il ricorso in Cassazione della procura di Agrigento demolisce l'ordinanza del 2 luglio,
che ha rimesso in libertà la capitana permettendole di tornare in Germania.
E chiede alla Suprema corte di annullarla perché risulta «viziata per violazione di legge».
Oltre a non avere «provveduto correttamente a valutare gli elementi di fatto e di diritto».
E ancora: «L'impostazione offerta dal Gip sembra banalizzare gli interessi giuridici coinvolti nella vicenda e non appare condivisibile la valutazione semplicistica».

Una pietra tombale di 16 pagine, che non servirà a nulla.
Il ricorso è apparso ieri su un sito giuridico, una settimana dopo l'invio in Cassazione.

Scelta di basso profilo opposta all'exploit mediatico dell'ordinanza considerata totalmente infondata.
 
A pagina 3 il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio e il sostituto Gloria Andreoli, partono all'attacco:

«Si ritiene che (...) il Gip nel pronunciarsi sulla legittimità dell'arresto di Carola abbia travalicato i limiti
di approfondimento attenenti a tale fase procedendo a un'autonoma valutazione dei dati in suo possesso
e pervenendo a un giudizio sostanziale della gravità indiziaria».

Un giudizio che travalica le competenze del giudice ed è comunque sballato.
A cominciare dal non avere considerato «nave da guerra», la motovedetta della Guardia di finanza
schiacciata dalla capitana contro la banchina per sbarcare i migranti.

«È di tutta evidenza - scrive la procura di Agrigento - che l'affermazione del Gip sia stato frutto di autonoma interpretazione
che non trova alcun appiglio nella sentenza della Corte costituzionale» citata da Vella.
«Al contrario si precisa che la giurisprudenza in più casi ha qualificato le motovedette della Guardia di finanza come navi da guerra» si legge nel ricorso.

Dalla pagina 8 in poi viene smontata, pezzo per pezzo, la tesi del Gip sul «dovere di soccorso e assistenza ai naufraghi»,
che permetteva a Carola di fare quello che voleva forzando il blocco del Viminale.

Innanzitutto «il Gip ha affrontato tutta una serie di valutazioni in ordine alla condotta di Rackete
fondando per buona parte le proprie argomentazioni sulle dichiarazioni dell'indagata».

Il ricorso sottolinea che il governo stava per risolvere il caso a livello europeo,
ma la capitana ha compiuto l'atto di forza senza tenerne conto.

I procuratori si chiedono, inoltre, come sia possibile che la Gip si aggrappi alla giustificazione di un «soccorso in mare avvenuto 15 giorni prima dell'arresto».
E ribadiscono che davanti a Lampedusa «i migranti non erano più esposti a un pericolo imminente per la loro vita e incolumità».

Una serie di «mazzate», che spiegano come «non poteva ragionevolmente ritenersi giustificata l'azione di forza della Rackete,
che per attuare nella maniera ottimale un dovere, esponeva con la propria manovra di schiacciamento della motovedetta V.808 verso la banchina,
a concreto pericolo sia i migranti, che l'equipaggio della motovedetta».

In definitiva «la conclusione a cui è pervenuto il Gip si ritiene contraddittoria, errata e non adeguatamente motivata»,
ma ha comunque trasformato Carola in eroina con un'aureola innocentista in nome di un superiore diritto umanitario deciso dai talebani dell'accoglienza.

«Diritto» sancito di fatto dall'ordinanza, che ha avuto un enorme clamore mediatico.

A differenza dal ricorso che la fa a pezzi passato sotto silenzio.
 
Anche questa signora farebbe bene a nascondersi. E chiedere scusa, lei che difende a spada tratta i pidioti.
.......anche davanti a queste evidenze inconfutabili. Se il giro è pidiota, cosa ci vuoi fare ? Taci almeno.
E vergognati per quello che hanno fatto i tuoi compagni.

La vicenda di Bibbiano da qualche giorno si è intrecciata con il mondo della musica italiana.
Diversi cantanti, tra questi in prima fila ci sono Nek e Laura Pausini.

Tutti e due sono finiti nel mirino del web solo per aver chiesto luce e verità su una vicenda,
quella dei presunti affidi illeciti, che ha parecchi lati oscuri. Proprio ieri la Pausini è intervenuta sul caso
per ribadire la sua posizione e per sottolineare che non ha lanciato un appello per "sentirsi dire brava",
ma per richiamare l'attenzione su quello che avrebbero passato questi bambini.

Ma c'è un'altra voce che fa parecchio discutere, quella di Fiorella Mannoia.
La cantante "rossa" ha avuto un battibecco con il sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia proprio sui fatti di Bibbiano.
La Mannoia non ha usato giri di parole e ha attaccato il grillino che ha chiesto di far luce sulla vicenda:
"Lo vedete come fate? State strumentalizzando qualsiasi cosa per motivi politici. Cantanti, bambini... Ma non vi vergognate?
La faccenda di Bibbiano è grave e seria. Smettetela di strumentalizzarla, i bambini e le famiglie non lo meritano. Che sia fatta luce su questo schifo al più presto".

La Mannoia non ha digerito il post di Sibilia che condividendo una foto di Laura Pausini ha di fatto ringraziato
chi in questi giorni ha cercato di tenere alta l'attenzione su un caso come questo.

E così il grillino ha immediatamente replicato alle accuse della Mannoia:
"Mi sono limitato a ringraziare chi ha scritto pensieri che condivido. Sono pubblici. Ho condiviso e ringraziato.
Perché sono (momentaneamente) un politico dovrei smettere di ringraziare, retwittare, vivere?
Ognuno faccia la sua parte per fare luce su questo schifo. Non dividiamoci".

Ma di fatto la Mannoia non ha digerito la risposta del pentastellato ed è passata nuovamente al contrattacco
contestando la posizione del sottosegretario e mettendo in discussione il suo appello:
"State attaccando il cappello su questa storia triste approfittando per screditare l’avversario, fatelo su tutto, ma non sui bambini.
Se veramente vogliamo stare uniti smettiamola di farne un caso politico. È un triste caso umano sul quale si deve fare luce".

Insomma sul caso pian piano si sta sviluppando una polemica feroce che riguarda sia il mondo della politica che quello dello spettacolo.
E probabilmente lo scontro non finirà in tempi brevi.

L'indagine in corso prosegue e a quanto pare il caso Bibbiano resta un nervo scoperto per il Pd
che ha protestato duramente per la visita di Salvini nel centro dell'Emilia-Romagna finito sotto i riflettori.
 

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