SE IL RUMORE DEL MARE SOVRASTA QUELLO DEI PENSIERI, SEI NEL POSTO GIUSTO

“per l’efferatezza del delitto, le pugnalate inferte in modo seriale sulla vittima,
l’indifferenza sulle sue condizioni dopo l’attacco e la volontà di fuggire all’estero anche da indagati,
sono tutti elementi che fanno più che immaginare che negli Stati Uniti il responsabile
di questo assassinio a sangue freddo Elder Finnegan Lee sarebbe condannato alla sedia elettrica”.
 
Sembra che ci sia anche questo genere di "animali" al mondo.

«Un commento vergognoso e inqualificabile, a maggior ragione se davvero arriva da un’insegnante,
come da informazioni presenti su Facebook. Presenterò immediatamente un’interrogazione al Ministero competente,
affinché sia fatta chiarezza, e siano presi adeguati provvedimenti».

Sottolineano di aver ricevuto numerose sollecitazioni, da parte di cittadini piemontesi indignati, a
fronte di un post pubblicato su facebook da un’insegnante novarese, che recita:

“Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza”.

«La frase è a commento di una foto del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega.
Questa signora di Novara, pare anche docente di liceo
, ha pubblicato un commento semplicemente folle,
di cui come cittadina e come insegnante sarà chiamata a rispondere nelle sedi opportune».
 
Per i pidioti è normale comportarsi così........

Assemblea Regionale.

Via libera in Emilia Romagna alla tormentata legge sull’omofobia che, al termine di una seduta notturna no stop, quasi 39 ore,
è stata approvata con il sì del centrosinistra e dei 5Stelle e il no compatto del centrodestra.

Polemiche per le assenza del centrosinistra al momento del voto sui fatti di Bibbiano.

«Alle ore 3,40 per il voto finale sulla legge sula omotransnegatività l’Aula è piena
(in verde i voti a favore di Pd, Sinistra Italiana, Gruppo Misto e M5S), poi subito dopo,
banchi semivuoti del Pd all’inizio della trattazione sulla costituzione di una Commissione d’inchiesta
sugli affidi dei minori richiesta dalla Lega, dopo lo scandalo di Bibbiano.
Dove saranno finiti? A festeggiare per l’introduzione della ideologia Lgbt nella normativa regionale ovviamente».

Identico il commento dell’azzurro Andrea Galli che racconta:
«Alle3.30, dopo 40 ore di discussione per far passare la loro legge sulla omotransnegatività
si comincia a parlare della Commissione d’inchiesta sui fatti di Bibbiano.
Alle 3,30 visto, che Pd e compagnia bella, si sono rifiutati di trattare prima questo tema
oggetto di Angeli e Demoni si arriva a questo argomento mentre l’Aula si spopola
visto che tutto sommato questa Commissione il Pd la fa solo di malavoglia».
 
«Paragonare una mia canzone di 25 anni fa a un crimine contro l’umanità, uno di quelli veri…
Ma certo, è normale, si fa, è satira! Tirare fuori addirittura i lager e Salò. Ok, è sempre satira!
Ma sarà davvero satira accostare tutto questo?
Una canzone che legittimamente può o non può piacere, con eventi e tragedie che hanno segnato la storia di tutti noi? Bah!! Passo e chiudo».

Nek torna ad intervenire sui social (Twitter e le stories di Instagram) per replicare a chi,
sulla scia delle sue dichiarazioni sull’inchiesta di Bibbiano, lo ha criticato duramente
anche per la sua canzone antiabortista del 1993 “In Te”.

Ma cosa aveva detto Nek su Bibbiano? «Sono un uomo e sono un papà – aveva scritto il cantante
postando la foto di uno degli striscioni spuntati in tutta Italia con scritto “Parlateci di Bibbiano” –
è inconcepibile che non si parli dell’agghiacciante vicenda di Bibbiano. Penso a mia figlia
e alla possibilità che mi venga sottratta senza reali motivazioni solo per abuso di potere e interesse economico.
È proprio così. Ci sono intere famiglie distrutte, vite di bambini di padri e di madri rovinate per sempre… e non se ne parla. Ci vuole giustizia!!».
 
E dimezzo c'è sempre il solito giornalaio sinistrorso pidiota. Oh, ma li fanno tutti così ?

Un post che gli era valso, come a Laura Pausini, un polverone di polemiche.

In particolare, oggi, nella sua replica, Nek sembra riferirsi, oltre alle critiche ricevute sui social,
all’articolo in cui Luca Bottura di Repubblica aveva scritto:

“Filippo Neviani, in arte Nek esordì a Sanremo con una canzone antiabortista che risulta tutt’ora nella lista dei crimini contro l’umanità,
dopo Nagasaki e Hiroshima ma comunque prima del gelato gusto Puffo”.

«Non discuto la critica – scrive Nek – Sono quasi 30 anni che ci sono abituato. Né tantomeno, quando è attinente, la satira.
Evviva la libertà di espressione, del signor Bottura, della stampa, quella di ognuno di noi, ma anche la mia».

Poi tornando a Bibbiano, aggiunge: «A tal proposito, ho espresso un pensiero su una vicenda che mi stava a cuore,
e che ritengo importante. Sono stato oggetto di critiche, giudizi, insulti, strumentalizzazioni e forzature.
Me ne faccio serenamente una ragione. E certo non mancherò di esprimermi ancora ogniqualvolta ne sentirò il bisogno.
Se qualcuno ritiene di voler usare le mie canzoni per riempire ‘angolini satirici di fianco alle parole crociate’, lo facesse.
Contento lui. Ci mancherebbe».
 
Ma i sinistrorsi sanno fare di meglio ahahahahahahah

Che sia per andare a lavoro, a fare la spesa o semplicemente una passeggiata,
oggi tutte le donne (di sinistra, of course…) sono invitate a non indossare il reggiseno.

Un’iniziativa promossa dall’hastag #freenipplesday (letteralmente giornata dei capezzoli liberi)
che, anche in supporto a Carola Rackete finita nel mirino per essere andata in procura senza l’indumento intimo,
punta ad affermare il diritto per le donne di scegliere come vestirsi, senza essere giudicate.

Una iniziativa ridicola, se non fosse vera e se i politici di sinistra, il cosiddetto “partito di Carola”,
non l’avesse sponsorizzata sui social cercando di cavalcare la “battaglia del capezzolo”.
 
Pensatela come volete. Siete ancora liberi di pensare.
Questo è il PAPA.

“Blitz” di Papa Ratzinger ai Castelli Romani. Il pontefice emerito Benedetto XVI nel pomeriggio di ieri dopo le 16
ha visitato alcuni siti ecclesiali nei dintorni della Capitale: “Prima a Castel Gandolfo, con una sosta nei giardini
e al belvedere per la passeggiata e la recita del Rosario; poi al Santuario della Madonna del Tufo a Rocca di Papa;
infine, assieme a monsignor Raffaello Martinelli, alla curia vescovile di Frascati dove si è fermato per la cena”.

E’ quanto informa il portavoce vaticano Matteo Bruni, riferendo quanto comunicatogli da monsignor Georg Gaenswein prefetto della Casa Pontificia.
Alle 22.30, Joseph Ratzinger ha fatto ritorno al monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, dove risiede abitualmente.

“La visita faceva seguito a un invito di monsignor Martinelli, vescovo di Frascati”, informa ancora il portavoce vaticano.
 
Questi non hanno più il senso del pudore. Non capire che una persona è stata ammazzata per una futilità.
Vergognatevi. Altro che pidioti.

Il Partito democratico ne ha subito approfittato per attaccare il vicepremier leghista.
"Evoca la pena di morte, esalta le foto degli arrestati bendati.... la 'Bestia' (mai nome fu più appropriato)
ha fatto di Salvini il suo avatar... presto la sentiremo urlare 'pece e piume', e poi 'corda e sapone'...
punta alla torsione antropologica del Paese fondata sull'odio", dice su Twitter Enrico Borghi (Pd).

"A chi si lamenta della bendatura di un arrestato, ricordo che l’unica vittima per cui piangere è un uomo,
un figlio, un marito di 35 anni, un Carabiniere, un servitore della Patria morto in servizio per mano di gente che,
se colpevole, merita solo la galera a vita. Lavorando. Punto", replica Matteo Salvini.
 
E già i sinistrorsi partono in difesa dell'assassino........che vergogna.
Il morto (Perchè una persona è morta, Perchè una persona l'ha ucciso), non è ancora sepolto e loro giù con le idiozie
a squazzare nel letame, senza mimimamente pensare che - se non fossero stati delinquenti -
non sarebbero stati portati in caserma.

Christian Gabriel Natale Hjort ammanettato e con gli occhi coperti da una benda,
privato della possibilità di sapere dove sia e cosa accada intorno a lui mentre è nella caserma di via Selci,
mentre per giunta è ancora sospettato per la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega
e nei suoi confronti in quel momento non è ancora stato preso alcun provvedimento dell’autorità giudiziaria.

Qualcuno nella stanza scatta una foto, la invia nelle chat interne dell’Arma e inizia a circolare.
Così, a meno di 24 ore da quando la faccenda è arrivata sul tavolo del comando generale dell’Arma,
la procura di Roma è in attesa di un’informativa e aprirà un’inchiesta penale
destinata a ipotizzare i reati di maltrattamento e violenza privata
nei confronti dei militari che hanno scelto quel trattamento per il 19enne americano
e diffuso la foto.

E anche i vertici dell’Arma, saltati sulla sedia quando lo scatto è giunto ai piani alti del comando generale,
hanno avviato un’indagine interna perché il comportamento tenuto dai militari è giudicato “inconcepibile”,
fuori da ogni regola e di rilevanza almeno disciplinare viene considerata anche la diffusione della foto.

“Un fatto molto grave”, lo definisce il comandante generale Giovanni Nistri quando gli mostrano la foto
e lo ribadisce poi anche nelle ore successive. “Abbiamo subito inviato un’indagine interna – dice – È necessario individuare i responsabili”.
Nel frattempo, il carabiniere che ha bendato Hjort è stato trasferito in un reparto non operativo.


Oltretutto la procedura seguita nel comando di via Selci potrebbe essere una carta giocata dai difensori del giovane, accusato di concorso in omicidio.

“Il carabiniere dice di averlo bendato – è stata la prima spiegazione dell’Arma – per evitare che potesse vedere la documentazione che si trovava negli uffici e sui monitor”.

I computer – almeno quelli visibili in foto – appaiono però spenti e, in ogni caso, il 19enne avrebbe potuto essere trasferito in una stanza dove non ci fossero carte riservate o legate all’indagine.

“È una foto terribile: certe cose non devono accadere al di là delle accuse, della nazionalità del fermato e del colore della sua pelle”, dice Ilaria Cucchi.
“Spero che la magistratura faccia chiarezza anche su questo in una vicenda tragica e in cui il mio pensiero va ai familiari del vicebrigadiere ucciso”, conclude la sorella di Stefano.

“Credo ci sia bisogno di chiarezza questa volta come le altre. Ci vuole trasparenza.
Quando ci sono episodi di violenza che coinvolgono le forze dell’ordine ci vorrebbe enorme cautela e grande professionalità”,
dice invece Patrizia Moretti Aldrovandi, mamma di Federico, morto per le botte ricevute durante un arresto.
“Legittimo che debba essere interrogato – afferma – ma perché una benda?
Le modalità delle persone fermate, e purtroppo lo sappiamo perché ci siamo passati, può essere pericolosa e illegale. Spero che non accada mai più”.
Quanto al carabiniere ucciso con otto coltellate la madre di Aldrovandi dice:
“Si tratta di un omicidio e come tale va indagato non perché si tratta di un militare ma perché è una persona”.
 
"A tutti quelli che ora si affannano a montare il caso del delinquente bendato in caserma
vogliamo ricordare che la vittima è un carabiniere barbaramente ammazzato a 35 anni,
il carnefice un balordo drogato americano. Punto"https://www.secoloditalia.it/2019/0...la-benda-sugli-occhi-di-un-assassino-drogato/

Ma chi se ne frega di quella benda sugli occhi in caserma (se è vera…).
Adesso i soliti benpensanti – quelli del “meno male che erano americani e non maghrebini” – si dannano l’anima per una fotografia.
Poveretto, uno dei due della banda che ha cancellato i sogni del carabiniere Mario Cerciello Rega,
ha patito tanta sofferenza. Perché stava in castigo, ammanettato e bendato.
Non tutti si commuovono. Quel piccolo infame non merita pietà, per un grammo di droga col suo amichetto accoltellatore
hanno trascinato nel lutto una Nazione intera attonita per quanto accaduto. E ora si aprono inchieste, si fa baccano,
arriveranno Fratoianni e Saviano a spiegarci come si accarezzano gli assassini che vengono a portare morte da noi.
Si raccontano scene di ipocrita indignazione per quella fotografia, si pretenderà di punire il carabiniere che l’ha scattata
e di acciuffare chi l’ha diffusa in una chat. E poi chi l’ha salvata e rilanciata sui social.
Ma veramente pensate che ci sia un’ondata di commozione per quell’immagine catturata?
Assassini spietati. Mostri a diciotto anni. Accecati dalla scelta di drogarsi, perché nessuno gliel’ha imposta.
Che fanno adesso? Piangono? E le lacrime della vedova di Mario chi le asciuga dall’America?
No, non riusciamo ad associarci al coro di un’indignazione fasulla, ipocrita, politicamente corretta.
Hanno tolto la vita ad un nostro carabiniere, non meritano altro che il disprezzo.
Di incivile non c’è una fotografia, ma otto lunghissime coltellate durate un’eternità, fino a che Mario non ce l’ha fatta più.
Quanti secondi ci vogliono per infilare la lama in un corpo e poi ripetere il gesto per altre sette volte fino ad ammazzare un uomo?
Quella benda lasciategliela per tutta la vita. Magari riuscirà a non guardarsi più allo specchio
per non doversi vergognare per quello che ha combinato assieme al suo compagno di giochi di merende, l’accoltellatore più delinquente di lui.
 

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