Ma questa iniziativa non ha paragoni.
La vendetta di
Barack Obama prima di lasciare la Casa Bianca è pesantissima e potrebbe avere ritorsioni senza precedenti.
Oltre ad aver cacciato dagli Stati Uniti i trentacinque diplomatici, secondo quanto riporta il
New York Times,
Washington ha anche ha fatto chiudere i due compound russi di New York e del Maryland e ha imposto sanzioni sui due servizi segreti russi
(Fsb, il controspionaggio, e l'Svr, lo spionaggio all'estero).
Nell'occhio del ciclone sono finiti anche quattro alti ufficiali dell'intelligence militare (Gru)
che secondo la Casa Bianca hanno ordinato l'attacco al Comitato Democratico.
Attacco che rivelò a luglio come i vertici del Partito stessero facendo di tutto per ostacolare il senatore del Vermont,
Bernie Sanders, e favorire
Hillary Clinton durante la primarie.
Rivelazioni che portarono alla dimissione del presidente del Partito, Debbie Wasserman Schulz.
Accusare di hackeraggio qualcuno che altro non ha fatto che rendere noto la corruzione di Hillary Clinton e del partito democratico.
Ma non bisogna dimenticare i danni ed i conflitti scatenati da questo Nobel per la pace.
Lui e la sua degna Segretaria di Stato Hillary Clinton, sono responsabili della crisi in Ucraina,
della separazione della Crimea, delle sanzioni europee a Mosca che ci costano danni incalcolabili.
Sono responsabili delle rivolte e primavere arabe che hanno destabilizzato Egitto, Tunisia, Libia e Siria
aprendo la strada all’invasione africana.
Sono responsabili del peggioramento delle relazioni fra Russia ed Europa,
dello schieramento di truppe e postazioni missilistiche lungo il confine polacco,
riportandoci alla guerra fredda e creando gravi tensioni militari con Mosca.
Ci hanno portato ad un passo da una nuova guerra. Non male per un Nobel per la pace. Prima se ne va e meglio è per tutti.