Fernando'S
Forumer storico
Manca solo la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale e poi le siiq, le
società immobiliari quotate, potranno finalmente partire. Introdotte dalla
finanziaria 2007, nelle scorse settimane hanno superato anche lo scoglio del
Consiglio di Stato e adesso sono pronte. I vantaggi fiscali ne fanno uno
strumento su cui si stanno concentrando le attenzioni di società
immobiliari, banche e imprese. Ma c'è attesa anche per i risparmiatori che
potranno differenziare l'investimento nel settore immobiliare attraverso uno
strumento più liquido rispetto ai fondi immobiliari quotati, ma allo stesso
tempo – secondo alcuni osservatori – meno soggetto agli scossoni della Borsa
rispetto alle classiche società quotate.
Un'opportunità per i risparmiatori
Lo strumento delle siiq offre ai risparmiatori la possibilità di
differenziare il proprio portafoglio nel settore del real estate senza la
necessità di acquisire e mettere a reddito un immobile in prima persona. Le
siiq, inoltre, puntano a superare alcuni dei problemi che hanno incontrato i
fondi immobiliari quotati a partire dalla scarsa liquidità. Borsa Italiana
ha previsto di creare un segmento ad hoc all'interno del listino Expandi con
una contrattazione in continua dalle 11,00 alle 16.30 e una banca che
ricopra il ruolo di specialist per garantire la liquidità.
Le società pronte a partire
In attesa che arrivi la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale sono già
diverse le società che hanno fatto sapere di voler dare vita a una siiq. In
prima linea c'è Beni Stabili che dopo l'Ops con la francese Foncieres des
Regions "tenterà di diventare una Siiq", come ha ribadito pochi giorni fa
l'a.d. del gruppo Aldo Mazzocco. Il discorso interessa anche Aedes, che sta
pensando a uno spin-off a cui apportare immobili per 250 milioni di euro, e
Igd che potrebbe avere i requisiti per trasformarsi in società immobiliare
quotata. L'opportunità è valutata anche da istituti finanziari e banche.
Banca Monte dei Paschi, ad esempio, non ha escluso questa eventualità per
valorizzare il proprio portafoglio immobiliare. In lista d'attesa ci sono
anche diverse società che non sono ancora quotate e che potrebbero essere
spinte ad andare in Borsa proprio grazie alla nuova normativa.
Per godere del regime di siiq, le società immobiliari dovranno rispettare
alcune regole, fra le quali: una capitalizzazione non inferiore a 200mila
euro, ricavi che per l'80% dovranno derivare da affitti degli immobili di
proprietà e la distribuzione di almeno l'85% degli utili. Nessun socio, poi,
potrà detenere più del 51% dei diritti di voto e almeno il 35% del capitale
dovrà essere in mano a piccoli azionisti (resta da capire se sotto l'1% come
inizialmente previsto o se sotto il 2%). Il regolamento di Borsa italiana,
da parte sua, prevede che nessun immobile possa contare per più di un terzo
nell'attivo e che ciascun locatario non possa pesare per più del 20%.
In cambio del rispetto di queste regole le società che aderiranno al regime
di siiq consentiranno agli investitori un forte vantaggio fiscale. Gli
utili – che dovranno essere distribuiti per almeno l'85% - saranno tassati
con un'aliquota del 20% per la parte derivante dagli affitti di immobili non
residenziali e del 15% per quelli residenziali. La diversa aliquota punta a
incentivare le società a investire per dare una risposta al problema casa
mentre oggi tutti gli operatori sono concentrati sul direzionale e, in
misura minore, su commerciale e industriale.
Scenari immobiliari ha stimato che in Italia il patrimonio delle siiq possa
raggiungere i 10 miliardi di euro entro il 2009. Una stima ambiziosa che
dovrebbe portare il valore della quota di risparmio gestito in immobili a 50
miliardi di euro nei prossimi due anni. L'attenzione sul real estate d'altra
parte rimane forte così come il bisogno di strumenti per investire. Il
presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, ricorda che "nel 2002
c'erano appena 7 fondi immobiliari con 2 miliardi di euro di patrimonio
mentre oggi il loro valore si e' moltiplicato per 15 a 30 miliardi di euro".
Una crescita analoga potrebbe avvenire anche per le siiq.
L'Italia arriva all'introduzione delle siiq forte dell'esperienza di diversi
altri Paesi. I primi a lanciare uno strumento simile sono stati gli Stati
Uniti che negli anni Sessanta introdussero i Reits (Real Estate Investment
Trusts). Seguì poi l'Olanda nel 1969 che oggi conta 9 siiq. Nel 1995 arrivò
il Belgio (14 società), nel 2003 la Francia (30 società) e a gennaio di
quest'anno la Gran Bretagna (14 società). Assoimmobiliare ha calcolato che a
livello globale il mercato dei Reit abbia raggiunto una capitalizzazione di
622 miliardi con una fetta pari al 39,5% del mercato immobiliare quotato a
livello globale.
06/07/2007
società immobiliari quotate, potranno finalmente partire. Introdotte dalla
finanziaria 2007, nelle scorse settimane hanno superato anche lo scoglio del
Consiglio di Stato e adesso sono pronte. I vantaggi fiscali ne fanno uno
strumento su cui si stanno concentrando le attenzioni di società
immobiliari, banche e imprese. Ma c'è attesa anche per i risparmiatori che
potranno differenziare l'investimento nel settore immobiliare attraverso uno
strumento più liquido rispetto ai fondi immobiliari quotati, ma allo stesso
tempo – secondo alcuni osservatori – meno soggetto agli scossoni della Borsa
rispetto alle classiche società quotate.
Un'opportunità per i risparmiatori
Lo strumento delle siiq offre ai risparmiatori la possibilità di
differenziare il proprio portafoglio nel settore del real estate senza la
necessità di acquisire e mettere a reddito un immobile in prima persona. Le
siiq, inoltre, puntano a superare alcuni dei problemi che hanno incontrato i
fondi immobiliari quotati a partire dalla scarsa liquidità. Borsa Italiana
ha previsto di creare un segmento ad hoc all'interno del listino Expandi con
una contrattazione in continua dalle 11,00 alle 16.30 e una banca che
ricopra il ruolo di specialist per garantire la liquidità.
Le società pronte a partire
In attesa che arrivi la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale sono già
diverse le società che hanno fatto sapere di voler dare vita a una siiq. In
prima linea c'è Beni Stabili che dopo l'Ops con la francese Foncieres des
Regions "tenterà di diventare una Siiq", come ha ribadito pochi giorni fa
l'a.d. del gruppo Aldo Mazzocco. Il discorso interessa anche Aedes, che sta
pensando a uno spin-off a cui apportare immobili per 250 milioni di euro, e
Igd che potrebbe avere i requisiti per trasformarsi in società immobiliare
quotata. L'opportunità è valutata anche da istituti finanziari e banche.
Banca Monte dei Paschi, ad esempio, non ha escluso questa eventualità per
valorizzare il proprio portafoglio immobiliare. In lista d'attesa ci sono
anche diverse società che non sono ancora quotate e che potrebbero essere
spinte ad andare in Borsa proprio grazie alla nuova normativa.
Per godere del regime di siiq, le società immobiliari dovranno rispettare
alcune regole, fra le quali: una capitalizzazione non inferiore a 200mila
euro, ricavi che per l'80% dovranno derivare da affitti degli immobili di
proprietà e la distribuzione di almeno l'85% degli utili. Nessun socio, poi,
potrà detenere più del 51% dei diritti di voto e almeno il 35% del capitale
dovrà essere in mano a piccoli azionisti (resta da capire se sotto l'1% come
inizialmente previsto o se sotto il 2%). Il regolamento di Borsa italiana,
da parte sua, prevede che nessun immobile possa contare per più di un terzo
nell'attivo e che ciascun locatario non possa pesare per più del 20%.
In cambio del rispetto di queste regole le società che aderiranno al regime
di siiq consentiranno agli investitori un forte vantaggio fiscale. Gli
utili – che dovranno essere distribuiti per almeno l'85% - saranno tassati
con un'aliquota del 20% per la parte derivante dagli affitti di immobili non
residenziali e del 15% per quelli residenziali. La diversa aliquota punta a
incentivare le società a investire per dare una risposta al problema casa
mentre oggi tutti gli operatori sono concentrati sul direzionale e, in
misura minore, su commerciale e industriale.
Scenari immobiliari ha stimato che in Italia il patrimonio delle siiq possa
raggiungere i 10 miliardi di euro entro il 2009. Una stima ambiziosa che
dovrebbe portare il valore della quota di risparmio gestito in immobili a 50
miliardi di euro nei prossimi due anni. L'attenzione sul real estate d'altra
parte rimane forte così come il bisogno di strumenti per investire. Il
presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, ricorda che "nel 2002
c'erano appena 7 fondi immobiliari con 2 miliardi di euro di patrimonio
mentre oggi il loro valore si e' moltiplicato per 15 a 30 miliardi di euro".
Una crescita analoga potrebbe avvenire anche per le siiq.
L'Italia arriva all'introduzione delle siiq forte dell'esperienza di diversi
altri Paesi. I primi a lanciare uno strumento simile sono stati gli Stati
Uniti che negli anni Sessanta introdussero i Reits (Real Estate Investment
Trusts). Seguì poi l'Olanda nel 1969 che oggi conta 9 siiq. Nel 1995 arrivò
il Belgio (14 società), nel 2003 la Francia (30 società) e a gennaio di
quest'anno la Gran Bretagna (14 società). Assoimmobiliare ha calcolato che a
livello globale il mercato dei Reit abbia raggiunto una capitalizzazione di
622 miliardi con una fetta pari al 39,5% del mercato immobiliare quotato a
livello globale.
06/07/2007