Siria-Libia-Algeria-Egitto

tontolina

Forumer storico
L'Esercito algerino si prepara a intervenire in Libia contro i "reduci" della guerra siriana: l'Egitto agirà a sua volta??


Un massiccio intervento militare oltrefrontiera delle truppe del Presidente Abdelaziz Bouteflika per distruggere la rete di basi e accampamenti che i jihadisti mercenari fuggiti dalle sconfitte del fronte siriano e rifugiatisi nel caos di milizie estremiste che ha preso il posto della Libia di Gheddafi stanno costruendo e coordinando .

Questo potrebbe essere lo scenario tra poche settimane o anche pochi giorni se le autorità algerine riterranno che la potenziale minaccia di milizie wahabite alla frontiera sia troppo seria e grave da poter venire trascurata o contenuta in altro modo, almeno così sostiene il quotidiano giordano "Al Arab al Youm" secondo il quale la Libia diverrà prossimamente un nuovo calderone regionale di odi e violenze.

Il Ministero della Difesa algerino sarebbe attualmente impegnato a trovare ogni modo per aumentare i propri budget in previsione di una lunga campagna antiterrorismo in terra libica che costerebbe ovviamente centinaia di milioni di Euro.

Chissà se, a questo punto, l'Egitto potrebbe ritenere opportuno intervenire a sua volta; certamente una volta che le elezioni presidenziali si saranno tenute e il paese sarà unito sotto la leadership di una personalità credibile e affidabile (e con grande carisma e controllo sulle Forze Armate del Cairo).
 
Brahimi l'amico dei wahabiti si dimette! Kerry e il munchkin della 'peggior Korea' tentano di difenderlo!!


L'algerino Lakhdar Brahimi era stato nominato dalle potenze imperialiste che controllano l'ONU come l'esecutore testamentario del 'Dossier Siria' sarebbe stato lui, nei piani delle cancellerie di Washington, Londra, Tel Aviv, una vota distrutta la Repubblica Araba grazie alle atrocità delle milizie mercenarie straniere pagate da NATO, Arabia Saudita e Qatar a dettare i termini della resa incondizionata, con tanto di esilio, se non di carcere e di capestro per il Presidente legittimo Bashar Assad e di instaurazione di un califfato islamico takfiro da cui procedere poi a nuove aggressioni contro Libano e Irak liberato.

Ma grazie alla titanica Resistenza del Popolo di Siria, ai provvidi interventi di Russia, Cina, Iran, degli Hezbollah del Libano e di volontari generosi ed eroici da tutto il Crescente Sciita, i piani accuratamente stilati sono andati a farsi benedire e alla seconda conferenza di Montreaux la delegazione Siriana ha detto "NO" a qualunque piano occidentale di sovversione e di 'regime change' sul modello serbo, libico o irakeno.

Brahimi ci ha messo quasi sei mesi a rendersi conto del suo fallimento e finalmente, mai troppo presto, ha rassegnato le sue dimissioni; puntuali si sono scatenate le critiche al suo operato parziale e insincero da parte siriana, col rappresentante di Damasco all'ONU Bashar Jafaari che ha denunciato come Brahimi non abbia fatto niente per rimuovere le inique sanzioni imposte dai paesi imperialisti contro la Siria, che colpiscono la popolazione e come non abbia mai denunciato esplicitamente i paesi che sostengono con denaro, armi e altri rifornimenti i mercenari stranieri.

Brahimi ha sempre agito come se in Siria anziché un'aggressione esterna di estremisti "importati" nel paese ci fosse una 'guerra civile' tra Siriani 'pro' o 'contro' Assad, cosa che non si é mai verificata; infatti a difendere il suo scarso e fallimentare operato sono subito saltati su "Lurch" Kerry, zombesco maggiordomo di Casa Obama e il giallolimone della Worst Korea, il nanerottolo Ban ki-Moon, famoso per la miopia selettiva quando bisogna vedere e condannare i crimini di Washington, Londra, Bruxelles e Tel Aviv.
 




Dopo i colloqui di Londra del gruppo "Amici della Siria", il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha annunciato un aumento "sotto tutti gli aspetti" del sostegno ai terroristi in Siria, tra cui le spedizioni di armi, si è rifiutato però di specificare il tipo di armi.
Si ha motivo di credere che sarà L'Arabia Saudita ad occuparsi della retribuzione e della coordinazione dell'invio di armi a questi gruppi.
-Nefer-
fonte: Al Manar
 




Dopo i colloqui di Londra del gruppo "Amici della Siria", il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha annunciato un aumento "sotto tutti gli aspetti" del sostegno ai terroristi in Siria, tra cui le spedizioni di armi, si è rifiutato però di specificare il tipo di armi.
Si ha motivo di credere che sarà L'Arabia Saudita ad occuparsi della retribuzione e della coordinazione dell'invio di armi a questi gruppi.
-Nefer-
fonte: Al Manar

Non c'è mai stata la guerra civile in Siria così come non c'era in Libia
ma solo l'invasione dell'impero del male contro una piccola nazione di eroi
 
gli Alqaidisti marciano verso Bagdad e i doni USA bombardano la SIRIA

ecco adesso ho capito il giochetto degli amerci-cani

Iraq: droni Usa in azione, bombardamento contro Isis al confine con Siria

(AGI) - Londra, 24 giu. - Sempre piu' clada la situazione irachena dove, secondo il sito arabo della Bbc, sono entrati in azione gli americani contro gli jihadisti sul confine siriano. [perchè porpio la Siria e non Bagdad?.. che caso nhèèèèèèèè]
Alcuni droni americani, infatti, hanno bombardato obiettivi dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) nella regione al confine tra Iraq e Siria. E' quanto riferisce il sito arabo della Bbc, citando fonti vicine al premier iracheno, lo sciita Nuri al-Maliki. La settimana scorsa, il presidente americano, Barack Obama, non aveva escluso la possibilita' di un intervento mirato contro gli jihadisti con l'uso di droni, specificando tuttavia che truppe americano non sarebbero tornate a combattere sul suolo iracheno.
 
mentre gli USA bombardano con i droni la Siria

Califfato Islamico. Altre otto crocefissioni.

By Giuseppe Sandro Mela on 1 luglio 2014 / Home, Notizie

Giuseppe Sandro Mela. 2014-07-01. Oramai assuefatti ai politici nostrani che tutto promettono e nulla mantengono, la gente resta sconcertata e perplessa nel dover constatare quanto gli integralisti islamici siano di parola. Fanno ciò che dicono. Applicano i Corano alla lettera, così come è, […]
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La vita è un continuo susseguirsi di delusioni interrotte soltanto dal decesso

perché attendere? suicidiamoci tutti, iniziate voi che poi vi seguo

f.to Jim Jones
 
Siria: jihadisti occupano giacimento gas vicino a Palmira.

Oggi 214-07-17 alle ore 09:02 è arrivata la notizia che gli jihadisti dello Stato islamico (Is) hanno occupato il giacimento di gas situato nei pressi di Palmyra, nel centro della Siria.
La notizia acquista una rilevante importanza per diversi motivi.





In primo luogo, la posizione sarebbe stata tenuta soltanto da trecentoquaranta soldati: un contingente inusitatamente basso per un luogo di tale importanza strategica.
In secondo luogo, se osservassimo con cura la cartina allegata – tratta da Google Map – constateremmo come questa cittadina sia posta giusto nel centro della Siria, a cavaliere della statale che porta ad Al Hasakah in Iraq. Occupando questa posizione gli jihadisti bloccano de facto i colleganti terrestri tra Siria ed Iraq. Per di più in pieno deserto.
In terzo luogo, l’aviazione siriana ha perso la posizione centrale: anche se non ancora formalmente occupato, un eventuale traffico aereo che utilizzi l’aeroporto di Palmyra sarebbe facilmente intercettabile anche usando missili terra aria a corto raggio di azione, ossia quelli solitamente in uso alla fanteria. È vero che la Siria ha estensioni pienamente nel raggio di azione dei residui cacciabombardieri lealisti, ma questa è pur sempre una severa perdita.
In quarto luogo, gli jihadisti siriani sono ora in grado di interagire liberamente con i loro colleghi irakeni. Sono così in grado di aiutarsi vicendevolmente e, soprattutto, di concentrare le forze in vista di un attacco su larga scala.

Asca. 2014-07-17. Siria: jihadisti occupano giacimento gas vicino a Palmira.
Roma, 17 lug 2014 – I jihadisti dello Stato islamico (Is) hanno preso il controllo di un giacimento di gas situato nei pressi del sito archeologico di Palmira, nel centro della Siria. Lo hanno dichiarato una Ong e il governatore della provincia di Homs. Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), i combattenti dello Stato islamico hanno attaccato questa mattina il giacimento di Shaar, ad est di Palmira, uccidendo 23 guardie poste a protezione del sito. ”La sorte di 340 membri delle forze di difesa nazionale (milizia pro-regime), delle guardie, degli impiegati e degli ingegneri che si trovavano nel giacimento non si conosce perche’ sono stati fatti prigionieri, feriti o rapiti nel corso dell’operazione che e’ la piu’ importante dell’Is contro le forze governative”, ha precisato il direttore dell’Osdh, Rami Abdel Rahman. Un responsable dell’Is nella provincia di Homs, Abu Bilal, ha confermato all’Afp, via internet, l’operazione nel corso della quale 12 jihadisti sono stati uccisi. ”L’attacco e’ cominciato con un attentato suicida. Abbiamo occupato otto sbarramenti prima di prendere il controllo del giacimento. Ci sono decine di morti nel campo rivale”, ha dichiarato. Il governatore della provincia di Homs, Talal Barazi, ha confermato l’attacco. ”Uomini armati hanno preso il controllo ieri sera di un giacimento di gas. Abbiamo perso i contatti con tre tecnici che si trovavano al suo interno”. ”Presenti gia’ nel settore, gli uomini armati hanno ampliato il loro potere con questa nuova operazione. L’esercito tenta di riprendere il controllo. Ci sono dei combattimenti nella regione e dei bombardamenti aerei”, ha aggiunto. L’Is controlla gia’ diversi giacimenti petroliferi e di gas nella regione di Deir Ezzor.

 

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