tontolina
Forumer storico
sistema bancario-ombra. È formato dai tanti fondi, veicoli strutturati, derivati e quant'altro sfugga dalle ferree regole scritte per le banche
Un sistema bancario ombra che sfugge alle regole
di Morya Longo5 giugno 2013Commenta
La speculazione è come nel 2007. Sono tornati i debiti per comprare azioni. Persino (si veda altro articolo) i Cdo: titoli «tossici» per antonomasia. Ma si sbaglia a pensare che tutto sia uguale al 2007, perché una grande differenza c'è: oggi le banche non sono più al centro della speculazione, non sono più l'ombelico dei mercati finanziari. Le super-regole varate per renderle più sicure (da Basilea 3 a tutte le leggi americane), la riduzione forzata della leva finanziaria e l'aumento del loro capitale ha reso le banche meno speculative di allora.
Il problema è che le leggi hanno imbrigliato le banche (e in Europa questo significa una contrazione del credito), ma non hanno scalfito tutto il mondo finanziario esterno alle banche. Insomma: la regolamentazione ha centrato un solo bersaglio, ma ha mancato tutti gli altri. Così, più gli istituti di credito si avvizziscono (soprattutto in Europa), più cresce un mondo non-bancario che quasi indisturbato fomenta la speculazione. I tecnici lo chiamano «shadow banking»: sistema bancario-ombra. È formato dai tanti fondi, veicoli strutturati, derivati e quant'altro sfugga dalle ferree regole scritte per le banche. Secondo le ultime stime del Financial Stability Board si tratta di un settore che vale 67mila miliardi di dollari nel mondo: erano 62mila nel 2007. E la sua crescita non rallenta il passo.
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Bond «salsiccia» e mutui subprime: torna a Wall Street lo spettro della finanza d'assalto
Le autorità se ne sono accorte. L'Unione europea sta cercando di regolamentare questo settore. Anche negli Usa si pensa a una stretta. Intanto lo «shadow Banking» cresce. E se un giorno scoppiasse una crisi sistemica, per gli Stati sarebbe difficile intervenire: rispetto al 2007 i debiti pubblici globali sono infatti aumentati da 28mila miliardi a 54mila miliardi. Tanti sostengono che gli Stati non dovrebbero mai spendere soldi pubblici per salvare questo settore. Perché non è di interesse pubblico salvarlo, come nel caso delle banche. Vero: ma se le forti perdite di questi fondi e strumenti creasse un effetto domino sui mercati finanziari e poi sull'economia globale?
Giovedì sul Sole 24 Ore un'inchiesta completa sul tema, con tutti i numeri.
Un sistema bancario ombra che sfugge alle regole
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Il problema è che le leggi hanno imbrigliato le banche (e in Europa questo significa una contrazione del credito), ma non hanno scalfito tutto il mondo finanziario esterno alle banche. Insomma: la regolamentazione ha centrato un solo bersaglio, ma ha mancato tutti gli altri. Così, più gli istituti di credito si avvizziscono (soprattutto in Europa), più cresce un mondo non-bancario che quasi indisturbato fomenta la speculazione. I tecnici lo chiamano «shadow banking»: sistema bancario-ombra. È formato dai tanti fondi, veicoli strutturati, derivati e quant'altro sfugga dalle ferree regole scritte per le banche. Secondo le ultime stime del Financial Stability Board si tratta di un settore che vale 67mila miliardi di dollari nel mondo: erano 62mila nel 2007. E la sua crescita non rallenta il passo.
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