Situazione Ucraina

S'era pure tagliata i capelli, comprato biglietto aereo per l'Uzbekistan dove avrebbe raggiunto il marito...diventerà sicuramente la prossima eroina in cartapesta del corrotto mondo occidentale LGBTQIA+.


In realtà marcirà non meno di 30 anni in prigione.

Giustamente per un'assassina !
 
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Fonti hanno riferito quali compiti i curatori hanno ricevuto dal detenuto per l'omicidio del commissario militare Tatarsky







Fonti hanno riferito quali compiti i curatori hanno ricevuto dal detenuto per l'omicidio del commissario militare Tatarsky |  Primavera russa
I media, citando fonti dell'inchiesta, scrivono che Daria Trepova, detenuta in caso di attacco terroristico, a seguito del quale è stato ucciso il comandante militare Vladlen Tatarsky, ha ricevuto 20mila rubli ciascuna. in criptovaluta per ogni compito completato dei curatori .
I compiti erano i seguenti: consegnare pacchi, partecipare a eventi e altre "missioni" simili.
I suoi compiti includevano anche l'invio di foto e relazioni scritte di ogni "ordine" completato. Consegnare una statuetta con esplosivo al comandante militare Tatarsky era uno di questi compiti, dopo di che alla ragazza era stato promesso di essere portata fuori dalla Russia e di avere un lavoro a Kiev, scrive Mash.
Durante l'interrogatorio, Trepova ha affermato che le era stato promesso un posto come redattore in una delle risorse dei media ucraini, hanno riferito i media.
La detenuta continua ad affermare di non essere a conoscenza degli esplosivi nella statuetta , che ha portato al bar.




Restiamo fiduciosi, nel prossimo immediato futuro, su di una pronta risposta nei confronti del regime terroristico ukraino !
 
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Per i giornali di regime indignarsi per l'uccisione di un giornalista a 4000km dal fronte non è possibile. Del resto era un reporter di guerra e aveva addirittura combattuto,poi era un sostenitore di Putin e dell'idea imperiale russa,quindi non merita compassione e nemmeno indignazione.
Ecco le prime pagine di due giornali di regime.
Sulla "Stampa" si parla di faida interna per fare cadere Putin!! Del resto dire che l'Ucraina è uno stato terroristico suonerebbe male.
Mentre il "Messaggero" si supera e raggiunge livelli di propaganda e di menzogna inimmaginabili.
Si parla sempre di faida interna russa ,per non dire che l'Ucraina è uno stato terroristico. Ma come ciliegina sulla torta si chiama pacifista colei che è appurato che ha messo la bomba dentro il locale.
Vi rendete conto??
Un attentatrice viene chiamata "una pacifista".
VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

 
Vedi l'allegato 707356
Vedi l'allegato 707357Per i giornali di regime indignarsi per l'uccisione di un giornalista a 4000km dal fronte non è possibile. Del resto era un reporter di guerra e aveva addirittura combattuto,poi era un sostenitore di Putin e dell'idea imperiale russa,quindi non merita compassione e nemmeno indignazione.
Ecco le prime pagine di due giornali di regime.
Sulla "Stampa" si parla di faida interna per fare cadere Putin!! Del resto dire che l'Ucraina è uno stato terroristico suonerebbe male.
Mentre il "Messaggero" si supera e raggiunge livelli di propaganda e di menzogna inimmaginabili.
Si parla sempre di faida interna russa ,per non dire che l'Ucraina è uno stato terroristico. Ma come ciliegina sulla torta si chiama pacifista colei che è appurato che ha messo la bomba dentro il locale.
Vi rendete conto??
Un attentatrice viene chiamata "una pacifista".
VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA



I soliti giornalai menzogneri !





Però la memoria anterograda, quella a breve termine, gioca davvero brutto scherzi !





Qui già tutto dimenticato.


Amnesia totale !





Il nonno di Elly Schlein e il nazionalismo ucraino



















Uno dei nonni di Elly Schlein era un ebreo di un piccolo paese vicino a Leopoli che ad inizio ‘900 fuggì dalle persecuzioni antisemite rifugiandosi a New York.

I suoi parenti che restarono in quelle terre furono sterminati dai nazionalisti ucraini e dai nazisti tedeschi. Di questa vicenda la Schlein ne parla nel suo libro “La nostra parte”, pubblicato la settimana prima dell’intervento russo in Ucraina, quando cioè quella guerra era ancora un argomento di nicchia. Dalla settimana dopo tutto cambiò, arrivò la scure della censura e la barbarie revisionista che portò all’omissione dei crimini fatti dai nazionalisti ucraini negli anni ‘40 e quelli di oggi dei loro eredi.


La Schlein nel suo libro giustamente dice:









In Galizia, regione tra i Carpazi e la Vistola dove viveva una vasta comunità ebraica, si è scritta una delle pagine più atroci ed efferate dell’orrore dell’Olocausto. I nazisti organizzarono con la collaborazione dei nazionalisti ucraini dei pogrom massicci, di una violenza che non si può immaginare: ammazzavano anche 30.000 persone al giorno.

Decine di migliaia di ebrei furono rinchiusi nel ghetto di Leopoli, deportati al campo di concentramento di Janowska nell’immediata periferia della città oppure fucilati alla cava di argilla e sabbia nel bosco. A Leopoli morirono oltre 130.000 ebrei.

Più avanti prosegue:


A Leopoli, dove sono stata nell’autunno del 2018 […], sembra che i pogrom non ci siano mai stati. La grande sinagoga di Zolkiev è miracolosamente ancora in piedi […]. Il silenzio rimbomba lì dentro, fa un rumore sordo come la rimozione dell’accaduto. A Leopoli non c’è un museo, non c’è un’indicazione sulla mappa per raggiungere quello che è stato il campo di concentramento dove i nazisti costringevano una piccola orchestra di ebrei a suonare, mentre ne venivano uccisi a migliaia. Come faranno le nuove generazioni a evitare i tragici errori del passato recente, se nessuno si preoccupa di tenerne viva la memoria?

Il nazifascismo è stato sconfitto, ma la minaccia del suo rigurgito non è mai sopita. E non è solo quella diretta, di chi ancora oggi nega, di chi ancora oggi esalta, di chi ancora oggi ha nostalgia di quel regime liberticida e assassino, ma anche quella indiretta.


Io sottoscrivo ogni parola. Questa ricostruzione dei fatti è storicamente ineccepibile e mette bene in evidenza il ruolo dei nazionalisti ucraini al fianco dei nazisti tedeschi. Quegli stessi nazionalisti ucraini che ora sono al potere a Kiev e che l’Occidente sta sostenendo in ogni modo.

Poi la Schlein rincara la dose, mettendo in guardia dai rigurgiti nazifascisti.

Questo libro è andato in stampa il 15 febbraio 2022, l’intervento russo è del 24 febbraio 2022. Da quel giorno chi denuncia la responsabilità dei nazionalisti ucraini nei crimini degli anni ‘40 e i rigurgiti nazisti attuali viene criminalizzato ed espulso dai canali di comunicazione mainstream.

Al contempo i media alternativi vengono sabotati e censurati sulla base delle indicazioni di una specie di “Ministero della Verità”. Si è avviata la più grande operazione di censura, disinformazione e revisionismo dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.


Io stesso mi sono trovato di fronte ad un bivio: o allinearmi al potere, o essere messo al bando. Non ho accettato compromessi e ciò ha portato al mio allontanamento dai mezzi di comunicazione mainstream, operazione coordinata dai nostri servizi segreti.

In tanti però il compromesso lo hanno fatto, quasi sempre per opportunismo. Si è arrivati così ad avere un’informazione tramutata in un coro che ripete all’unisono la propaganda di guerra e avalla la manipolazione della storia.

In molti si trincerano dietro l’ignoranza: colti in fallo, si giustificano raccontando di non sapere i fatti. Ma chi sa, e non può dire di non sapere, facendo la banderuola ci perde la dignità.


La Schlein è passata da denunciare il nazionalismo ucraino, ad armarlo.
 
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Che tanti non vedano la realtà é allucinante.
La Russia e Putin hanno iniziato una guerra pensando che in una settimana si sarebbero presi tutto e gli Ucraini scappati a gambe levate.
La realtà é che gli Ucraini sono ancora li e resistono e la Russia e Puti sono sempre più nella merda.
Se poi volete continuare con le vaccate fate pure
Se se....menzogne solo menzogne

 
Siamo dei poveri beoti. Foraggiare il nazi-ucraino.


Nell’aprile 2022, un anno fa, abbiamo scritto che, prima o poi,
sarebbero andati a bussare in uno dei maggiori depositi di vecchi carri d’Europa, a Lenta (VC),
per prendere i nostri vecchi corazzati e mandarli in Ucraina.

All’epoca la Rheinmetall era in discussione per mandare 88 carri Leopard 1 in Ucraina
e , curiosamente, questi avrebbero dovuto essere preparati dalla filiale italiana della ditta tedesca
che aveva grande esperienza in materia, anche perchè questo tipo di corazzato era stato a lungo la spina dorsale delle nostre forze corazzate.


Adesso veniamo a sapere che quello che prevedevamo sarebbe successo l’anno scorso non solo sta accandendo,
ma non porta neppure particolari benefici all’industria e all’occupazione industriale italiana.


Come riportato da fonti di stampa l’amministratore delegato della Rheinmetall,
la società tedesca operante nel settore degli armamenti,
ha confermato che 96 carri armati che saranno ricondizionati in Germania
e quindi ceduti all’Ucraina sono di provenienza italiana.




Quindi in silenzio abbiamo venduto un po’ di carri armati vecchi, ma non vecchissimi,
che, tra l’altro, neppure verranno ricondizionati in Italia e che quindi neppure creeranno una minima occupazione.

Diciamo vecchi, ma non vecchissimi, perché fra questi carri vi erano quelli standard A5,
rivisti negli anni novanta e dotati di nuove protezioni alla torretta e allo scafo,
applicati per il suo utilizzo nelle missioni di pace nell’ex Jugoslavia, l’ultima missione del mezzo.






Tra l’altro si apprende che i mezzi neppure sono stati acquistati direttamente dalla Rheinmetall,
ma sarebbero passati tramite un intermediario, la svizzera RUAG, che poi li ha girati alla Rheinmetall.

Ci sarebbe da chiedersi, in questo caso, se , e come mai, i mezzi fossero ancora conservati nell’ex base della Cavalleggeri di Lodi a Lenta.


Come vi abbiamo detto all’epoca Lenta ha la fama del più grande deposito di mezzi corazzati al mondo,
dato che conteneva praticamente tutti i mezzi che l’Italia ha utilizzato quando l’esercito era di leva e quindi di grandi dimensioni.

Ci sono centinaia di mezzi M 113, di Centauro 1, decine di mezzi SIDAM 25 antiaerei,
M 109 da 155 mm (mezzi degli anni 60-70 americani) oltre al altri mezzi blindati di varie versioni e specializzazioni.



Il SIDAM , un M113 con una torretta con 4 cannoni da 25 mm, troppo leggeri per gli elicotteri d’attacco, utilizzabili però per i droni.




Sarebbe curioso, se non preoccupante, che , a questo punto,
qualche mercante d’arme pensasse di dotare l’esercito ucraino a spese del contribuente italiano
e riempiendo il proprio portafoglio,
senza che praticamente nessuno ne sappia qualcosa,
senza nessun coinvolgimento della nostra industria.

Una decisione di questo genere dovrebbe essere puramente politica,
con tanto di presa di responsabilità,
e non presa peer compiacere questa o quella industria d’armi straniera.


Eccovi un video per comprendere bene cosa sia il deposito di Lenta,
dove un carro armato era in vendita per 30 mila euro,
salvo poi essere rivenduto all’Ucraina per un milione..
 
Clinton si rammarica di aver convinto l'Ucraina a rinunciare alle armi nucleari




L'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, in un'intervista con RTÉ, ha deplorato il suo ruolo nel persuadere l'Ucraina a rinunciare alle armi nucleari nel 1994.

Clinton ha suggerito che la Russia non avrebbe lanciato un'operazione speciale se Kiev avesse ancora un deterrente nucleare.

“Mi sento personalmente responsabile perché li ho costretti (all'Ucraina) ad accettare di rinunciare alle loro armi nucleari. E nessuno di loro crede che la Russia farebbe questo trucco se l'Ucraina avesse ancora le sue armi", ha detto.




Evidentemente la fellatio ha lasciato brutti segni e decadimento cognitivo in tutte le parti del corpo !



Armi nucleari per un paese come l'ukraina, inesistente, artificiale e assolutamente inventato !


Un Presidente che non contava, come tutti del resto, assolutamente niente...responsabile di decine di guerre e della dissoluzione grave e colpevole prima di Unione Sovietica e poi di Jugoslavia, gli unici baluardi a protezione dell'abominevole globalizzazione !


Deterrenza nucleare quando gli unici a usare l'arma atomica in maniera offensiva sono stati proprio gli Amerikani !
 
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Ed ecco che "finalmente" pure la Finlandia ritorna al suo ovile pseudo democratico e filo nazionalsocialista.


Sullo sfondo della sconfitta della premier Sanna Marin, il paese polare entra di diritto a far parte della NATO e sotto questo ombrello diventa dirimpettaio della Russia con cui condivide 1340 km di dogana.



Un paese strano, molto diverso dai vicini scandinavi, che combatte eternamente, come un pendolo impazzito, il proprio personale Scisma tra oriente e occidente, e le cui origini Ugro-Finniche sono da ricondursi alle gelide steppe prima della catena montuosa degli Urali, capace oggi di smarcarsi dalla sua quasi secolare neutralità per abbracciare i tentacoli della grande Piovra bellicista e Russofoba !



In perenne bilico come dimostrano sagacemente questo articolo e queste inquietanti foto !




La Seconda guerra mondiale, in Finlandia - Il Post



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