Val
Torniamo alla LIRA
Questa è la visione errata che si trasmette al popolo bue.
"Partiamo da un dato sostanziale. Il conflitto è nato con l'aggressione della Russia all'Ucraina,
che combatte per difendere la propria libertà e sovranità, non solo la propria ma anche la nostra.
Uno sforzo che va sostenuto con tutto il nostro sostegno, politico, economico e militare".
QUESTA E' STORIA.
Il conflitto non è nato dall'invasione russa.
Il 2014 è l’anno della prima guerra dell'Ucraina orientale,
anche identificata come conflitto del Donbass.
Ufficialmente ebbe inizio il 6 aprile,
quando alcuni manifestanti armati
si sono impadroniti dei palazzi governativi delle regioni di Donetsk e Lugansk
Dopo la presa degli uffici governativi,
le due regioni del Donbass tennero un referendum sul loro status
e si autoproclamarono repubbliche indipendenti.
Le due però non riuscirono a prendere il controllo della totalità dei loro territori,
che furono prontamente presidiati dalle Forze Armate ucraine
Arsen Avakov, l’allora ministro degli Interni, disse il 9 aprile
che il problema secessionista sarebbe stato risolto entro 48 ore,
o attraverso negoziati o con l'uso della forza.
"Ci sono due modi opposti per risolvere questo conflitto.
Un dialogo politico e l'approccio pesante. Siamo pronti per entrambi",
disse, secondo l'agenzia di stampa statale Ukrinform
Il nuovo governo ucraino definì gli insorti “terroristi”
e mosse le truppe per recuperare i territori.
Tra offensive e tregue, militari e mercenari stranieri,
la guerra si protrasse per mesi con combattimenti e stragi.
Una delle più cruente fu quella del rogo di Odessa, il 2 maggio 2014.
Un gruppo di manifestanti filorussi si era rifugiato nella Casa dei Sindacati.
Una folla di nazionalisti ucraini, armati di molotov, circondò l’edificio.
Si sviluppò un incendio e la polizia non intervenne per salvare i manifestanti.
Il rogo causò la morte di 42 civili.
Le forze governative circondarono Lugansk e Donetsk il 3 agosto 2014,
il che diede il via a un lungo e sanguinoso combattimento strada per strada.
Dopo i colloqui di pace a Minsk, Russia, Ucraina e le due repubbliche separatiste
concordarono una tregua il 5 settembre,
che però fu interrotta dai nazisti ucraini nei giorni seguenti.
Dopo il fallimento delle trattative diplomatiche nel 2014,
nel 2015 siglarono gli Accordi di Minsk II, mai attuati del tutto.
Il trattato prevedeva il cessate il fuoco e il ritiro delle armi pesanti da entrambe le parti,
un dialogo su una maggiore autonomia delle repubbliche nel Donbass,
grazia e amnistia per i prigionieri di guerra, lo scambio degli ostaggi militari
MAI ATTUATO DAGLI UCRAINI.
"Partiamo da un dato sostanziale. Il conflitto è nato con l'aggressione della Russia all'Ucraina,
che combatte per difendere la propria libertà e sovranità, non solo la propria ma anche la nostra.
Uno sforzo che va sostenuto con tutto il nostro sostegno, politico, economico e militare".
QUESTA E' STORIA.
Il conflitto non è nato dall'invasione russa.
Il 2014 è l’anno della prima guerra dell'Ucraina orientale,
anche identificata come conflitto del Donbass.
Ufficialmente ebbe inizio il 6 aprile,
quando alcuni manifestanti armati
si sono impadroniti dei palazzi governativi delle regioni di Donetsk e Lugansk
Dopo la presa degli uffici governativi,
le due regioni del Donbass tennero un referendum sul loro status
e si autoproclamarono repubbliche indipendenti.
Le due però non riuscirono a prendere il controllo della totalità dei loro territori,
che furono prontamente presidiati dalle Forze Armate ucraine
Arsen Avakov, l’allora ministro degli Interni, disse il 9 aprile
che il problema secessionista sarebbe stato risolto entro 48 ore,
o attraverso negoziati o con l'uso della forza.
"Ci sono due modi opposti per risolvere questo conflitto.
Un dialogo politico e l'approccio pesante. Siamo pronti per entrambi",
disse, secondo l'agenzia di stampa statale Ukrinform
Il nuovo governo ucraino definì gli insorti “terroristi”
e mosse le truppe per recuperare i territori.
Tra offensive e tregue, militari e mercenari stranieri,
la guerra si protrasse per mesi con combattimenti e stragi.
Una delle più cruente fu quella del rogo di Odessa, il 2 maggio 2014.
Un gruppo di manifestanti filorussi si era rifugiato nella Casa dei Sindacati.
Una folla di nazionalisti ucraini, armati di molotov, circondò l’edificio.
Si sviluppò un incendio e la polizia non intervenne per salvare i manifestanti.
Il rogo causò la morte di 42 civili.
Le forze governative circondarono Lugansk e Donetsk il 3 agosto 2014,
il che diede il via a un lungo e sanguinoso combattimento strada per strada.
Dopo i colloqui di pace a Minsk, Russia, Ucraina e le due repubbliche separatiste
concordarono una tregua il 5 settembre,
che però fu interrotta dai nazisti ucraini nei giorni seguenti.
Dopo il fallimento delle trattative diplomatiche nel 2014,
nel 2015 siglarono gli Accordi di Minsk II, mai attuati del tutto.
Il trattato prevedeva il cessate il fuoco e il ritiro delle armi pesanti da entrambe le parti,
un dialogo su una maggiore autonomia delle repubbliche nel Donbass,
grazia e amnistia per i prigionieri di guerra, lo scambio degli ostaggi militari
MAI ATTUATO DAGLI UCRAINI.