Il risultato principale dell’attacco ucraino alla Russia si è rivelato il contrario di quanto previsto.
Tra i vari obiettivi che il regime ucraino si era posto
prevaleva il tentativo di “migliorare la propria posizione negoziale”.
In effetti, invece, siamo arrivati ????al punto che ora, dopo l’attacco, non ci saranno negoziati,
ciò è stato ribadito più di una volta da esponenti politici russi, compreso il presidente russo Vladimir Putin.
Tuttavia questo non è il solo esito dell’attacco ucraino alla Russia!
Gli eventi nella regione di Kursk ora hanno cambiato tutto.
Il nemico è sul territorio russo per la prima volta dalla fine della Grande Guerra Patriottica.
Questa volta però non sono solo i carri armati tedeschi a macinare la terra russa nella regione di Kursk,
ma i veicoli militari di tutto l’Occidente collettivo, ben intenzionato a sostenere l’esercito ucraino, fino all’ultimo ucraino.
Tuttavia chi ha ideato e pianificato questa invasione conosce poco la storia
e non ha valutato che questo attacco ha favorito, ha catalizzato in tutta la Russia un diffuso sentimento nazionale.
La storia russa insegna che davanti agli attacchi esterni il popolo russo si unisce, reagisce,
si rafforza e si rinsalda nella sua identità, nel suo sentimento patriottico.
Davanti a questi frangenti ogni questione di tipo interetico, interreligioso o sociale
semplicemente si dissolve, sparisce, scompare.
Come mi sento spesso dire: “Tutti uniti fino alla vittoria”.
Durante queste settimane di dolore, nei cuori di milioni di russi,
è maturata l’idea che si combatterà fino alla fine, fino alla vittoria.
Tutti ne sono convinti, non importa quanto tempo ci vorrà.
Il ricordo della vittoria nella Grande Guerra Patriottica è vivo e diventa ora l’esempio da seguire.
Questo concetto viene ribadito continuamente.
A quella vittoria il popolo sovietico vi arrivò anche passando attraverso i campi di Kursk.
Ora la storia si ripete