reportage da Angeloni
Fronte di Ugledar, il Monastero martire
Ai margini del villaggio Nikolskoe il fronte si era bloccato per due anni e sette mesi. Dalla vicinissima Ugledar, cittadina trasformata in una roccaforte, l’esercito ucraino dominava tutti i villaggi circostanti, aprendo il fuoco verso qualsiasi traccia di vita. Non è stato risparmiato nemmeno il monastero del villaggio, colpito quasi quotidianamente. Quasi tutti gli edifici sono stati completamente distrutti, l’imponente Chiesa principale è stata centrata dall’artiglieria almeno 25 volte. Nel seminterrato di essa hanno trovato riparo fino a trecento persone: monaci, monache e abitanti del villaggio.
Di fronte alla Chiesa, di fronte a delle umili croci di legno, sono stati sepolti i monaci e le monache rimasti uccisi dai bombardamenti ucraini.
“Alcuni militari ucraini sparavano solo verso le posizioni militari, altri aprivano il fuoco intenzionalmente anche verso il monastero. Ci hanno bombardato con tutti i tipi di armi che possedevano, compresi gli Himars statunitensi, ben sei razzi, che hanno distrutto gli alloggi delle monache”, ricorda Padre Innokentij, uno degli ieromonaci del monastero.
Gli ultimi mesi sono stati i più difficili. La popolazione del villaggio ed i monaci sono rimasti letteralmente isolati in questo centro abitato per via dei droni ucraini che distruggevano qualsiasi veicolo proveniente verso Nikolskoe.