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L'Incompreso

L'Aquila nel cuore
se chiudiamo verdi offro le zoccole stasera:D

L'hai detto:D

Intanto:

Prof Gerbino

SP500, complice un pessimo dato sulla fiducia dei consumatori, ha fallito ieri l’appuntamento con il rimbalzo, mettendo a segno un’altra giornata negativa, anche se non drammatica. Spicca il fatto che tra i vari indici USA il Dow Jones abbia chiuso leggermente in rialzo, SP500 in moderato ribasso, mentre il Nasdaq in forte calo. Si nota una certa differenziazione settoriale, che annuncia quantomeno il fatto che ora i gusti dei compratori cominciano a farsi un po’ più difficili.
SP500 pare diretto all’incontro, che dovrebbe avvenire oggi, con la trend line rialzista che unisce i minimi di marzo e quelli di luglio e che passa tra 1.055 e 1.060.
Per una volta dedichiamo un po’ di attenzione alla nostra borsa, che negli ultimi giorni ci sta facendo rivedere la brutta faccia dell’ultima della classe. Complice il calo del colosso Unicredit ed in generale dei bancari, da qualche giorno il nostro indice sta sottoperformando nei confronti dei cugini europei.
Sta di fatto che il nostro FIB, dopo aver raggiunto il 16.10 la fantascientifica (qualche mese fa) quota di 24.500, ed esservi rimasto agganciato un paio di giorni, a partire dal 20 ottobre ha inanellato una serie di 6 giornate negative consecutive che lo hanno ricacciato indietro di quasi 2000 punti.
Ieri ha chiuso circa 300 punti più in alto di 22.415, che è l’ultimo minimo ascendente del movimento rialzista di medio periodo. Si tratta di un naturale supporto, molto importante, perché il suo sfondamento decreterebbe la fine ufficiale del movimento rialzista, poiché avremmo per la prima volta minimi discendenti. L’importanza dell’area è accentuata dalla presenza oggi da quelle parti, guarda un po’…, della trend line che unisce i minimi di marzo e quelli di luglio (l’analoga di quella che affronterà SP500).
Che cosa possiamo aspettarci?
A parte le facili battute, come quella che a fine settimana saprò essere molto preciso, io credo che sia più probabile oggi un tentativo di rimbalzo piuttosto che uno sfondamento. La rottura di questo importante livello statico e dinamico (vale per noi e per l’America) non può avvenire per pura inerzia, ma necessita di un qualche elemento oggettivo tale da innestare flussi straordinari di vendite. Oggi non ci sono dati macroeconomici di questa importanza. Domani però sì. Avremo la prima stima del PIL USA del 3° trimestre. Sarà quindi domani che i mercati azionari affronteranno l’appuntamento col proprio destino.
Un dato deludente porrà fine al rialzo e ci predisporrà ad una brutta chiusura d’anno, mentre un dato positivo potrebbe rinvigorire i compratori e spingerli a tentare l’ennesima risurrezione dei mercati.
Insomma, siamo di fronte ad un momento in cui i mercati non potranno più ignorare la realtà dell’economia.
 

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