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PETROLIO - L'analisi tecnica di Websim
Websim - 19/06/2012 16:42:15
Petrolio consumi 2011. Nella tabella seguente (fonte Economist) vengono evidenziati due grafici espressi in "migliaia di barili al giorno". Il primo mostra la variazione della produzione di petrolio sul 2010. Il secondo mostra la variazione del consumo.
Per quanto riguarda la produzione, è facile notare che Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti (UAE) nel corso dell'anno hanno aumentato pesantemente la produzione per sopperire alla crisi della guerra in Libia e alle tensioni in Iran.
Per quanto riguarda il consumo, balza all'occhio invece la crescita della Cina (+500mila barili al giorno), seguita dagli altri due BRIC, India e Russia, e la caduta verticale di Stati Uniti e Germania, dovuta anche all'acutizzarsi della crisi economia.
E' probabile che la tendenza al rallentamento della domanda dei Paesi occidentali sopra indicata prosegua ancora nei prossimi mesi, ma che sia complessivamente compensata in parte o del tutto dalla crescita della domanda dei Paesi emergenti. Ciò spiega anche perchè, pur in presenza di una pesante crisi economica, il prezzo del petrolio non sia sceso ai livelli visti nelle precedenti fasi recessive. Nel 1998 si crollò sotto i 10 dollari il barile.
BRENT (oggi +0,9%, 96,5 usd). Il calo del Brent avviato a febbraio è tuttora in corso con la violazione al ribasso dell'importantissimo sostegno a quota 100/98 usd. Al crollo di maggio (-14,7%, peggiore performance dal dicembre 2008) si aggiunge un altro -5% a giugno.
Il trend rialzista di lungo periodo si è interrotto con l'abbandono del sostegno dinamico in area 112 usd e dell'importante sostegno statico in area 100/98 usd. Al ribasso, le successive difese sono in area 92,5 usd (minimi del 2011). L'impostazione negativa ci porta a un approccio ancora più prudente nel futuro e che, fatto salvo qualche rimbalzo intermedio, non si possa escludere l'interessamento di area 80 usd.
Anche l'impostazione di breve periodo è negativa. Al rialzo, prima barriera di breve verso 102 usd, oltre la quale si aprirebbe la possibilità per nuovi allunghi verso 108 usd. Da quest'ultimo livello in su ci sembra più premiante ragionare in ottica "short".
BRENT
Strategia BRENT. È scattato lo stop loss stretto sotto 97,5 usd sul Long da area 100/98 usd che puntava a una reazione dopo la prolungata discesa dell'ultimo trimestre. Per nuovi acquisti attendiamo l'interessamento di area 93 usd per target verso 100/102 usd e stop loss sotto 91,5 usd. Alternativamente, in caso di guizzi verso 107 usd, venderemo short con incremento verso 112 per target in area 100 usd e stop loss sopra 114 usd.
WTI (+0,9%, 82,3 usd). Il greggio texano ha avviato una violenta fase correttiva che in maggio lo ha portato a perdere più di 18 usd in valore assoluto (-17,5%), registrando il peggior mese dal dicembre 2008. Ad oggi anche giugno si presenta in calo (-2,9%).
Graficamente, il trend positivo di lungo periodo è formalmente ancora intatto sino a che resisterà il sostegno strategico in area 80/75 usd. Al rialzo l'area 91/94 usd prima, e l'area 110/115 usd poi, rappresentano ora due importanti ostacoli di valenza crescente.
Il trend di breve periodo ha subito un brusco deterioramento con la violazione al ribasso di quota 100 usd ed è ora fortemente negativo. Solo la prossimità dell'importante sostegno suddetto (area 80/75 usd) ci porta a tentare acquisti in controtendenza per sfruttare un eventuale rimbalzo.
Al rialzo, primo importante ostacolo in area 91/94 usd. Il movimento di recupero avviato la scorsa settimana appare tuttavia molto stentato e induce a maggiore prudenza.
WTI
Strategia WTI. Sono scattati i primi acquisti da area 81 usd, che incrementeremo in caso di flessioni verso 77 usd, per target finale verso 87 usd (abbassato da 90 usd precedente). Stop loss sotto 74 usd. In caso di guizzi oltre area 90 usd gireremo la posizione al ribasso.




Per quanto riguarda la produzione, è facile notare che Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti (UAE) nel corso dell'anno hanno aumentato pesantemente la produzione per sopperire alla crisi della guerra in Libia e alle tensioni in Iran.
Per quanto riguarda il consumo, balza all'occhio invece la crescita della Cina (+500mila barili al giorno), seguita dagli altri due BRIC, India e Russia, e la caduta verticale di Stati Uniti e Germania, dovuta anche all'acutizzarsi della crisi economia.
E' probabile che la tendenza al rallentamento della domanda dei Paesi occidentali sopra indicata prosegua ancora nei prossimi mesi, ma che sia complessivamente compensata in parte o del tutto dalla crescita della domanda dei Paesi emergenti. Ciò spiega anche perchè, pur in presenza di una pesante crisi economica, il prezzo del petrolio non sia sceso ai livelli visti nelle precedenti fasi recessive. Nel 1998 si crollò sotto i 10 dollari il barile.
BRENT (oggi +0,9%, 96,5 usd). Il calo del Brent avviato a febbraio è tuttora in corso con la violazione al ribasso dell'importantissimo sostegno a quota 100/98 usd. Al crollo di maggio (-14,7%, peggiore performance dal dicembre 2008) si aggiunge un altro -5% a giugno.
Il trend rialzista di lungo periodo si è interrotto con l'abbandono del sostegno dinamico in area 112 usd e dell'importante sostegno statico in area 100/98 usd. Al ribasso, le successive difese sono in area 92,5 usd (minimi del 2011). L'impostazione negativa ci porta a un approccio ancora più prudente nel futuro e che, fatto salvo qualche rimbalzo intermedio, non si possa escludere l'interessamento di area 80 usd.
Anche l'impostazione di breve periodo è negativa. Al rialzo, prima barriera di breve verso 102 usd, oltre la quale si aprirebbe la possibilità per nuovi allunghi verso 108 usd. Da quest'ultimo livello in su ci sembra più premiante ragionare in ottica "short".
BRENT
Strategia BRENT. È scattato lo stop loss stretto sotto 97,5 usd sul Long da area 100/98 usd che puntava a una reazione dopo la prolungata discesa dell'ultimo trimestre. Per nuovi acquisti attendiamo l'interessamento di area 93 usd per target verso 100/102 usd e stop loss sotto 91,5 usd. Alternativamente, in caso di guizzi verso 107 usd, venderemo short con incremento verso 112 per target in area 100 usd e stop loss sopra 114 usd.
WTI (+0,9%, 82,3 usd). Il greggio texano ha avviato una violenta fase correttiva che in maggio lo ha portato a perdere più di 18 usd in valore assoluto (-17,5%), registrando il peggior mese dal dicembre 2008. Ad oggi anche giugno si presenta in calo (-2,9%).
Graficamente, il trend positivo di lungo periodo è formalmente ancora intatto sino a che resisterà il sostegno strategico in area 80/75 usd. Al rialzo l'area 91/94 usd prima, e l'area 110/115 usd poi, rappresentano ora due importanti ostacoli di valenza crescente.
Il trend di breve periodo ha subito un brusco deterioramento con la violazione al ribasso di quota 100 usd ed è ora fortemente negativo. Solo la prossimità dell'importante sostegno suddetto (area 80/75 usd) ci porta a tentare acquisti in controtendenza per sfruttare un eventuale rimbalzo.
Al rialzo, primo importante ostacolo in area 91/94 usd. Il movimento di recupero avviato la scorsa settimana appare tuttavia molto stentato e induce a maggiore prudenza.
WTI
Strategia WTI. Sono scattati i primi acquisti da area 81 usd, che incrementeremo in caso di flessioni verso 77 usd, per target finale verso 87 usd (abbassato da 90 usd precedente). Stop loss sotto 74 usd. In caso di guizzi oltre area 90 usd gireremo la posizione al ribasso.