Mercati globali in forte tensione: banche regionali USA sotto pressione, oro ai massimi storici e crescono le attese per nuovi tagli dei tassi
Settimana turbolenta per i mercati finanziari, segnata dal crollo dei titoli bancari regionali americani, dal nuovo record storico dell’oro e dal calo generalizzato di azioni, dollaro e rendimenti obbligazionari. Gli investitori si muovono in un contesto dominato da timori sul credito, attese di allentamento monetario e crescente ricerca di beni rifugio.
Negli Stati Uniti, lo scandalo che coinvolge
Zions Bancorp e
Western Alliance Bancorp ha innescato un’ondata di vendite nel settore bancario.
Le due banche hanno rivelato perdite legate a presunte frodi da parte di fondi d’investimento (Cantor II, IV e V), portando a un crollo rispettivamente del 13% e dell’11% dei loro titoli.
Il KBW Regional Bank Index è precipitato del 6,3%, il peggior ribasso da aprile, mentre l’indice
KBW Nasdaq Bank Index ha perso il 3,6%.
La fragilità del sistema bancario regionale — già messo a dura prova dopo i fallimenti di Silicon Valley Bank e First Republic nel 2023 — ha rapidamente contagiato i mercati globali.
Parallelamente, cresce l’attesa per un nuovo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Il governatore Christopher Waller ha dichiarato che voterà per una nuova riduzione, in linea con le parole del presidente Jerome Powell. Le sue dichiarazioni hanno indebolito ulteriormente il dollaro, che ha toccato i minimi da 11 giorni, mentre l’euro è salito a 1,1706 dollari e la sterlina si è attestata a 1,3420 dollari.
I futures azionari USA restano negativi: S&P 500 -0,6%, Dow Jones -0,65%, Nasdaq -0,5%. Anche l’Europa segue la tendenza ribassista: il DAX tedesco arretra del 2,3%, il FTSE 100 dell’1,4%, con Barclays e altri istituti britannici tra i peggiori. Sul fronte obbligazionario, i rendimenti continuano a calare: il Bund decennale scende al 2,53%, l’OAT francese al 3,31%, con lo spread OAT-Bund in riduzione a 78,6 punti base, dopo che il premier Sébastien Lecornu ha superato il voto di fiducia in Parlamento.
In Asia, i listini seguono la scia negativa: il ChiNext cinese cede il 3,4%, Shanghai il 2%, Shenzhen il 2,7%, il Nikkei giapponese l’1,4%, e l’Hang Seng di Hong Kong il 2,4%.
Sul fronte delle materie prime, l’oro si conferma il grande protagonista: i futures a New York sono saliti dell’1,5% a 4.371 dollari l’oncia, nuovo massimo storico, alimentato dalle aspettative di politica monetaria più accomodante e dalla fuga verso asset difensivi. Al contrario, il petrolio ha perso lo 0,3%, con il Brent a 60,87 dollari e il WTI a 56,81 dollari, dopo la notizia di un prossimo incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin, che ha allentato i timori sull’offerta.