Questi i fatti: un’auto con tre rumeni ubriachi e senza patente si è schiantata ad alta velocità con un veicolo che procedeva nell’altra corsia, in zona Prenestino, alla periferia di Roma.
L’impatto è stato notevole ma i tre non si sono “accontentati” dello scontro, sono scesi dall’auto e si sono diretti verso il conducente dell’altra vettura che nel frattempo stava chiamando i soccorsi, gli hanno strappato il telefono dalle mani e l’hanno picchiato con calci e pugni al volto, lasciandolo agonizzante a terra e fuggendo a piedi.
Nel frattempo la Sala Operativa della Questura ha inviato una pattuglia in zona per ricercare gli aggressori.
In breve tempo una Volante ha individuato i tre malviventi, che hanno dapprima cercato di nascondersi, ma, vistisi scoperti, hanno tentato di nuovo la fuga spintonando gli agenti che cercavano di bloccarli.
L’auto sulla quale viaggiavano è intestata a un cittadino rumeno, estraneo ai fatti, che risulta avere oltre cinquecento veicoli intestati a suo nome.
I tre sono stati arrestati con l’accusa di lesioni gravi, per aver provocato la frattura della mandibola all’aggredito, e resistenza a pubblico ufficiale.
Al di là dell’episodio di violenza, resta il nodo del rumeno che ha oltre cinquecento veicoli intestati a suo nome: qualcosa non quadra, a meno che non si tratti di un nuovo Rockfeller o un nuovo Bill Gates.
Intanto Marino tace e pensa a farsi pubblicità chiudendo per qualche ora l’aria condizionata nell’aula del Campidoglio.