Wall Street attende con fiducia la Fed e chiude in rialzo sui massimi di giornata. Oracle festeggia i conti del trimestre
Arriva il tanto atteso rimbalzo per la piazza azionaria americana che dopo aver compiuto invano il tentativo nelle ultime due giornate, è riuscita quest’oggi a fermare le vendite, chiudendo la sessione con gli indici in positivo e sui massimi intraday. L’avvio delle contrattazioni è stato accompagnato ancora da una certa debolezza, complice anche la delusione per l’unico appuntamento macro in calendario oggi. Gli ordini di beni durevoli di maggio hanno segnato una flessione del 2,8%, di gran lunga superiore alla discesa messa in conto dal mercato che si era preparato invece ad un calo più contenuto di un punto percentuale.
Questo ha contribuito a seminare ulteriore incertezza tra gli operatori, che nelle prime ore si sono mossi con molta prudenza, anche sulla scia del forte recupero dello Yen nei confronti del dollaro e dell’euro, che ha portato alla chiusura di numerosi posizioni di carry trade.
Questi timori si sono però progressivamente dissolti nella prima parte della seduta, tanto che successivamente i listini, nonostante la ripresa della corsa al rialzo dei prezzi del petrolio, hanno imboccato con decisione la via dei guadagni. Il mercato ha guardato così con fiducia alla riunione della Fed, che domani sera comunicherà la sua decisione sui tassi di interesse.
Accantonate così almeno per oggi le preoccupazioni legate alla crisi dei mutui subprime, gli indici si sono presi la rivincita e al suono della campanella, il Dow Jones e l’S&P500 si sono presentati in progresso rispettivamente dello 0,68% e dello 0,9%. Ancora più significativo il guadagno realizzato dal Nasdaq Composite che ha portato a casa l’1,21% a 2.605,35 punti, sui massimi odierni, dopo aver segnato un minimo a 2.560 punti.
Tra i titoli del Dow Jones, in pole position troviamo General Motors che sale del 2,53%, ma riesce a fare altrettanto bene Merck che conquista un guadagno del 2,16%. Le azioni del colosso farmaceutico hanno beneficiato della promozione di Bank of America, i cui analisti hanno rivisto al rialzo il prezzo obiettivo da 48 a 52 dollari.
Denaro su Exxon Mobil che sfrutta la risalita dei prezzi dell’oro nero e guadagna l’1,93%, mentre chiudono in rosso Caterpillar e Boeing, con una flessione rispettivamente dello 0,9% e dello 0,33%, sulla scia della flessone superiore alle attese degli ordini di beni durevoli.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, si riscatta Nvidia Corporation che, dopo le vendite delle ultime due sessioni, ritrova la via dei guadagni chiudendo in progresso del 2,79%. Quasi identico il bilancio di Oracle che sale del 2,77%, grazie alla buona trimestrale diffusa ieri sera, che ha visto il colosso del software superare le previsioni del mercato tanto per gli utili quanto per il fatturato.
Petrolio: riparte la corsa al rialzo. Il deludente report sulle scorte americane lascia campo libero agli acquirenti
La seduta odierna è stata vissuta in maniera sostanzialmente speculare a quella della vigilia, visto che il mercato ha praticamente annullato il ribasso della vigilia, riportando le quotazioni a ridosso dei recenti massimi. In mattinata, hanno avuto la meglio ancora le vendite che, sulla scia della flessione di ieri hanno trovato ancora spazio, tanto da spingere i prezzi ad un passo dalla soglia dei 67 dollari. Da questo livello però si è assistito ad un immediato ritorno degli acquisti e l’azione degli acquirenti è diventata sempre più significativa soprattutto nella seconda parte della giornata.
A contribuire a questa accelerazione è stata la diffusione del report sulle scorte strategiche americane che, in riferimento all’ultima settimana, hanno fatto segnare un rialzo di 1,6 milioni di barili per quelle di oro nero. La delusione è invece arrivata dalle riserve di carburanti che hanno riportato una flessione di 0,7 milioni di barili, mentre il mercato aveva scommesso su un incremento di 1,1 milioni di barili.
Tanto è bastato per scatenare una nuova corsa all’acquisto, che ha portato il future con scadenza luglio a terminare le contrattazioni a quota 68,99 dollari, con un progresso dell’1,8%.