Ignatius
sfumature di grigio
"Se sapessero di essere destinate ad esser sottomesse per sempre, le masse popolari, consapevoli di non aver nulla da perdere, farebbero la Rivoluzione contro le elìt dominanti".
Direbbe forse il compagno Gipa che l'esistenza dell'antica Lotteria, del Totocalcio, del Superenalotto eccetera, servono a dare alle masse popolari una (ancorché ridicola) speranza di risalita nei ranghi sociali, e questa speranza consente alle classi dominanti di tenere sottomesse le classi dominate.
Aggiungerei anche che forse, quasi certamente, la TV fa la sua parte (a prescindere dall'opera di rimbambimento collettivo): chiunque ha - o crede di avere - la speranza di comparire sul palcoscenico di "Chi vuol esser milionario", o di diventare famoso (ancorché non immediatamente ricco) con una capatina tra gli ospiti della Ruota della Fortuna, o di Colpo Grosso e, naturalmente, in uno dei recenti satanici Reality Show.
Un altro settore che genera speranze è quello della Musica contemporanea, la Musica "giovane".
I giovanotti, qualche decennio fa, si riunivano in un garage con i tre/quattro strumenti classici del rock (batteria, basso, chitarra e talvolta tastiere) e poi si proponevano nei locali.
Se andava bene, diventavano band famose (Beatles, Police...).
Oggi, mi pare, le case discografiche scelgono giovani con bella presenza e qualità sceniche dignitose, li lanciano e li bruciano in una o due stagioni. Talvolta qualche talento (non solo artistico, ma anche organizzativo e commerciale) sopravvive (da Eros Ramazzotti a Lady Gaga), ma la maggior parte della carne pop è destinata al macello.
E ciò si salda sinergicamente, ovviamente, con la TV: Pop + TV = Ex Factor & simili: per poter esser creati e distrutti più in fretta, addirittura, gli ultimi serial-artists non hanno neppure un cognome.
Nella successione tra talenti musicali in ascesa e in declino qualcuno potrebbe vedere elementi fisiologici: la "distruzione creatrice" schumpeteriana, per cui i giovani "hungry and foolish" prendono giustamente il posto degli artisti "appagati".
Oppure, dato l'ambiente, un artista di successo corre il rischio di assumere così tante sostanze dopanti che gli mandano in pappa il cervello, e quindi la sua creatività crolla.
Oppure gl'artisti si fanno una famiglia, e le serate nei locali vengono sostituite da serate colla prole.
Potrebbe essere così, ma anche l'esistenza di un sistema "crea e brucia talenti" mi pare poco contestabile.
Magari è un mix questi e altri fattori.
In sintesi:
1) Kelly Clarkson, fino a qualche mese fa, non sapevo chi fosse, e penso che tra qualche mese "scomparirà" ( Kelly Clarkson - Stronger (What Doesn't Kill You) - YouTube ): nel Pop c'è un innegabilmente alto "turnover" di artisti. Ma non necessariamente collegato alla Tivù: probabilmente anche negli anni '50 era così.
2) Son tornato dalle ferie
3) D'altro canto, ricordàte sempre che ci son voluti millenni per liberarsi di Pippo Baudo (R.I.P.)
4) Gipa è un komunista ma, stranamente, nessuno ha trovato ossicini di bambini nel suo giardino
Cos'aggiungereste, amiche ed amici di InvestireOggi?
Direbbe forse il compagno Gipa che l'esistenza dell'antica Lotteria, del Totocalcio, del Superenalotto eccetera, servono a dare alle masse popolari una (ancorché ridicola) speranza di risalita nei ranghi sociali, e questa speranza consente alle classi dominanti di tenere sottomesse le classi dominate.
Aggiungerei anche che forse, quasi certamente, la TV fa la sua parte (a prescindere dall'opera di rimbambimento collettivo): chiunque ha - o crede di avere - la speranza di comparire sul palcoscenico di "Chi vuol esser milionario", o di diventare famoso (ancorché non immediatamente ricco) con una capatina tra gli ospiti della Ruota della Fortuna, o di Colpo Grosso e, naturalmente, in uno dei recenti satanici Reality Show.
Un altro settore che genera speranze è quello della Musica contemporanea, la Musica "giovane".
I giovanotti, qualche decennio fa, si riunivano in un garage con i tre/quattro strumenti classici del rock (batteria, basso, chitarra e talvolta tastiere) e poi si proponevano nei locali.
Se andava bene, diventavano band famose (Beatles, Police...).
Oggi, mi pare, le case discografiche scelgono giovani con bella presenza e qualità sceniche dignitose, li lanciano e li bruciano in una o due stagioni. Talvolta qualche talento (non solo artistico, ma anche organizzativo e commerciale) sopravvive (da Eros Ramazzotti a Lady Gaga), ma la maggior parte della carne pop è destinata al macello.
E ciò si salda sinergicamente, ovviamente, con la TV: Pop + TV = Ex Factor & simili: per poter esser creati e distrutti più in fretta, addirittura, gli ultimi serial-artists non hanno neppure un cognome.
Nella successione tra talenti musicali in ascesa e in declino qualcuno potrebbe vedere elementi fisiologici: la "distruzione creatrice" schumpeteriana, per cui i giovani "hungry and foolish" prendono giustamente il posto degli artisti "appagati".
Oppure, dato l'ambiente, un artista di successo corre il rischio di assumere così tante sostanze dopanti che gli mandano in pappa il cervello, e quindi la sua creatività crolla.
Oppure gl'artisti si fanno una famiglia, e le serate nei locali vengono sostituite da serate colla prole.
Potrebbe essere così, ma anche l'esistenza di un sistema "crea e brucia talenti" mi pare poco contestabile.
Magari è un mix questi e altri fattori.
In sintesi:
1) Kelly Clarkson, fino a qualche mese fa, non sapevo chi fosse, e penso che tra qualche mese "scomparirà" ( Kelly Clarkson - Stronger (What Doesn't Kill You) - YouTube ): nel Pop c'è un innegabilmente alto "turnover" di artisti. Ma non necessariamente collegato alla Tivù: probabilmente anche negli anni '50 era così.
2) Son tornato dalle ferie
3) D'altro canto, ricordàte sempre che ci son voluti millenni per liberarsi di Pippo Baudo (R.I.P.)
4) Gipa è un komunista ma, stranamente, nessuno ha trovato ossicini di bambini nel suo giardino
Cos'aggiungereste, amiche ed amici di InvestireOggi?
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