La situazione ....
Economie e mercati
· Nella zona euro le vendite al dettaglio nel mese di febbraio sono calate dello 0,8% rispetto a gennaio riducendo la crescita su base annua a solo lo 0,5%. Inoltre, l’indice che misura la
fiducia tra i direttori degli acquisti delle imprese attive nel settore dei servizi è arretrato in marzo per la seconda volta consecutiva, attestandosi al livello più basso degli ultimi 6 mesi. Se il calo è stato limitato in Germania e in Italia; è stato invece marcato in Francia e profondo in Spagna. La causa risiede, almeno in parte, negli attentati di Madrid. Il settore dei servizi è infatti più condizionato dalla situazione interna del Paese piuttosto che dal contesto economico internazionale.
· In Germania nel mese di marzo il tasso di disoccupazione si è attestato al 10,4% della popolazione attiva contro il 10,3% del mese precedente. Il numero di persone in cerca di occupazione è aumentato di 44.000 unità portando il totale a 4,344 milioni. La ripresa in corso è ancora troppo debole in Germania per avere un impatto positivo sul mercato del lavoro. La conferma arriva dal dato sulla
produzione industriale che in febbraio è calata dello 0,7% dopo essere aumentata dello 0,5% nel mese precedente. Sul fronte del commercio estero, il
surplus commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) è leggermente diminuito in febbraio a 12,1 miliardi di euro contro i 12,5 del mese precedente. Rimane in ogni caso su livelli storicamente elevati: l’economia tedesca continua a trarre beneficio dal dinamismo di quella americana e asiatica. In questo modo, nel corso degli ultimi 12 mesi e nonostante l’apprezzamento dell’euro, le esportazioni tedesche sono aumentate del 5,4%.
USA E ASIA AIUTANO IL COMMERCIO TEDESCO
La bilancia commerciale tedesca continua a trarre beneficio dalla domanda americana e asiatica che traina verso l’alto le esportazioni e quindi il surplus tedesco (nel grafico, in miliardi di euro).
· In Inghilterra nel mese di febbraio la produzione industriale è calata dello 0,6% rispetto a gennaio e dell’1,2% rispetto al febbraio di un anno fa. Un risultato deludente, che rimette in causa la ripresa del settore industriale partita qualche mese fa. Questo è il motivo per cui
la Banca d’Inghilterra ha deciso di mantenere invariati al 4% i propri tassi ufficiali – dopo averli rialzati già due volte negli scorsi mesi. Un rialzo dei tassi favorirebbe infatti l’apprezzamento della sterlina a discapito delle esportazioni e, quindi, della produzione industriale. Ma il ciclo di rialzi dovrà presto ricominciare per frenare la corsa al credito da parte dei consumatori.
La scorsa settimana è stata povera di dati o eventi economici importanti e i mercati si sono mossi sulla scia di quelli della settimana precedente e sulla base delle notizie di carattere geopolitico internazionale. Il miglioramento del mercato del lavoro Usa ha continuato a favorire il biglietto verde e, di riflesso, la moneta europea si è portata sotto gli 1,20 dollari. L’acuirsi delle tensioni in Iraq ha permesso poi all’euro di rafforzarsi e di risalire a quota 1,22.