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tontolina

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Tagli alla politica? Novanta onorevoli in più per attuarli

Lo prevede un disegno di legge approvato dalla commissione Affari costituzionali del Senato

Tagli alla politica? Novanta onorevoli in più per attuarli - Cadoinpiedi




Sono "appena" novanta le persone in più chiamate per ridurre il numero dei parlamentari. Ciò significa che, per diminuire la pressione degli onorevoli sulle tasche degli italiani, verranno chiamate altre 90 persone, di cui dovremo pagare benefit e stipendi. Lo prevede un disegno di legge appena approvato dalla commissione Affari costituzionali del Senato.

Il loro incarico dovrà durare un anno, ma sappiamo bene come funzionano le tempistiche in Italia così, il rischio di pagare per più di un anno altri 90 stipendi oltre a quelli già esistenti, non è poi così remoto. Le novanta persone, scelte tra chi non ricopre incarichi elettivi, verranno chiamate a intervenire nella seconda parte della Costituzione sull'abolizione del bicameralismo perfetto e i poteri del Presidente della Repubblica.

"Il trattamento economico dei membri della commissione Costituente è pari a quello dei membri della Camera dei deputati, ivi comprese le indennità accessorie", hanno proposto l'onorevole Luciana Sbarbati e il suo collega Giampiero D'Alia.

Così, dai 945 stipendi che già paghiamo, prepariamoci ad arrivare a 1,035. In nome dei tagli, per carità.
 

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Fassina, Monti ha pagato gli sbagli di Berlusconi


"Nell'anno di governo Monti, l'Italia ha dovuto pagare il conto drammatico lasciato in eredità dal Governo Berlusconi-Bossi-Tremonti. E' incredibile il tentativo di riscrittura della storia recente compiuto in queste ore dal Pdl". Lo ha dichiarato Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Partito Democratico, precisando che "il governo Monti ha dovuto rispettare gli impegni irresponsabili assunti dal governo precedente. Innanzitutto, l'obiettivo di pareggio di bilancio nel 2013. Nessun Paese nell'euro-zona ha assunto tale obiettivo. Neanche quelli impegnati nei programmi di salvataggio definiti da Commissione europea, Bce e Fmi. Soltanto l'Italia di un impresentabile Berlusconi che, privo di credibilità politica, tentava di assicurarsi qualche mese in più a Palazzo Chigi con impegni capestro".

"Il Pdl - ha continuato - oggi critica la politica economica del governo Monti dopo aver sottoscritto a Bruxelles tutti gli impegni che poi il governo Monti ha dovuto rispettare". Inoltre "il Pdl dimentica di aver lasciato a novembre 2011 un buco nei conti pubblici di 20 miliardi che, senza le misure del Decreto Salva-Italia, avrebbe portato al taglio brutale e pesantemente regressivo delle detrazioni per reddito da lavoro e famigliari a carico: oltre mille euro in più a famiglia, tre volte l'importo dell'aumento medio dell'Imu sulla abitazione di residenza".

"Il Pdl - ha concluso - nasconde che tutti i trend di peggioramento del quadro macroeconomico sono cominciati nella prima metá del 2011: dalla contrazione del Pil all'impennata della disoccupazione, dall'aumento del debito pubblico all'aumento delle tasse (dall'Iva, all'Imu sui beni strumentali delle imprese) e al soffocamento di Regioni, Province e Comuni attraverso i tagli orizzontali alla sanità e al welfare".
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in effetti l'aumento dell'IVA fu approvato ad agosto 2011 dal governo Berlusconi
e così pure l'introduzione dell'IMU fu approvata sempre dallo stesso governo
Monti l'ha centralizzata mentre il Berlusconi voleva che l'incasso andasse tutto ai Comuni
 

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