Azioni Italia Telecom/enel

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Telecom Italia perde l’1,26% a 0,9775 euro. Oggi la società ha staccato un dividendo di 5 centesimi per le azioni ordinarie e di 0,061 euro per i titoli di risparmio (-0,97% a 0,7125 euro). Intanto, i vertici della compagnia telefonica italiana hanno precisato che al momento l’antitrust argentina non si è ancora pronunciata ufficialmente sulla decisione di congelare i diritti di voto degli amministratori di Telecom Italia in Telecom Argentina. Inoltre, secondo alcune indiscrezioni, Vodafone sarebbe ancora interessata a presentare un’offerta per rilevare HanseNet, la controllata tedesca del colosso italiano.
 
Seduta nervosa per i telefonici. Telecom Italia ha perso il 5,91% a 0,9315 euro. Oggi la società ha distribuito un dividendo di 5 centesimi per le azioni ordinarie e di 0,061 euro per i titoli di risparmio (-7,71% a 0,664 euro). Dopo lo stacco del dividendo gli analisti di Equita sim hanno tagliato il target price su Telecom Italia, portandolo da 1,2 euro a 1,15 euro per azione. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Hold” (mantenere). Intanto, i vertici della compagnia telefonica italiana hanno precisato che al momento l’antitrust argentino non si è ancora pronunciato ufficialmente sulla decisione di congelare i diritti di voto degli amministratori di Telecom Italia in Telecom Argentina. Inoltre, secondo alcune indiscrezioni, Vodafone e United Internet sarebbero ancora interessata a presentare un’offerta per rilevare HanseNet, la controllata tedesca del colosso italiano.
 
Credit Suisse ha confermato la valutazione su Telecom Italia, nell’ambito di un aggiornamento delle stime sulle principali società telefoniche europee, datato 28 aprile. Gli analisti della banca svizzera hanno confermato il giudizio “Underperform” (farà peggio del mercato) sul colosso telefonico italiano, valutato 0,8 euro per azione.
Tuttavia, gli esperti di Credit Suisse hanno tagliato del 5% le stime sull’utile per azione per il biennio 2009/2010, in conseguenza di una possibile crescita della competitività nel segmento della telefonia mobile. Per il 2009 la banca d’affari prevede un utile per azione di 0,09 euro, sulla base di un risultato netto finale di 1,72 miliardi di euro. Credit Suisse ha anche ridotto la previsione sul margine operativo per l’esercizio in corso, portandola da 11,3 miliardi a 11,1 miliardi di euro. Gli esperti ritengono che Telecom Italia possa chiudere il 2009 con un giro d’affari di poco superiore ai 28,7 miliardi di euro, previsione leggermente inferiore a quella indicata nella precedente analisi (28,8 miliardi) di Credit Suisse. Questo scenario porterebbe a una marginalità nell’ordine del 38,7%. Le stime degli analisti restano al di sotto di quelle elaborate dal management di Telecom Italia.
Gli esperti di Credit Suisse sono convinti che Telecom Italia non dovrà procedere con un aumento di capitale, anche se non escludono che il colosso telefonico possa tagliare nuovamente il dividendo relativo all’esercizio 2009, con l’obiettivo di conservare l’attuale rating sul debito. Gli analisti stimano che alla fine di questo esercizio l’indebitamento netto di Telecom Italia sarà di poco superiore ai 34 miliardi di euro, mentre dovrebbe ridursi a 31,6 miliardi entro la fine del 2010.

Telecom Italiaha chiuso il 2008 con ricavi di 30,16 miliardi di euro, in calo del 2,3% rispetto al giro d’affari del 2007. Il margine operativo lordo si è ridotto del 4,9% ed è sceso a 11,7 miliardi di euro. Di conseguenza, la marginalità ha subito una leggera limata al 38,8%. L'utile netto, invece, è sceso a 2,2 miliardi di euro, in flessione del 9,6% rispetto al 2007.
L’indebitamento finanziario netto, alla fine dell’anno, era di 34,04 miliardi di euro, con una riduzione di 1,66 miliardi di euro rispetto ai 35,7 miliardi di inizio 2008.
 
Il management di Enel ha ufficializzato il cambio della politica dei dividendi. La cedola dei prossimi esercizi non sarà più di 0,49 euro per azione, come negli scorsi anni, ma sarà pari al 60% dell'utile netto realizzato. Si tratta di un drastico cambio di direzione, anche perché per pagare la cedola del 2008 il colosso elettrico dovrà utilizzare riserve per 500 milioni di euro. Di conseguenza, la nuova strategia costringerà Enel a incrementare l’utile netto ogni anno per garantire una crescita continua della remunerazione ai propri azionisti.
L'assemblea degli azionisti di Enel che ha approvato il bilancio dell'esercizio 2008, quindi, è stata l’ultima la proporre il dividendo fisso. Formalmente, il dividendo che sarà staccato il 22 giugno sarà di 0,29 euro per azione, in quanto lo scorso novembre Enel aveva già staccato una cedola di 0,2 euro in qualità di anticipo sul dividendo dell’intero 2008.
Agli attuali livelli di prezzo del colosso elettrico, la cedola garantisce un rendimento del 12%. Un livello decisamente elevato, considerato “straordinario” dagli stessi vertici di Enel.
Intanto, i grandi soci del colosso si fregano ancora le mani. Il ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti, azionisti rispettivamente con il 21,8% e il 10,3% del capitale sociale, possono ancora contare su un incasso di 646 milioni di euro e di quasi 300 milioni a giugno.

Ma l’assemblea degli azionisti è stata chiamata anche a dare un parere all'aumento di capitale da 8 miliardi di euro, che servirà per rivedere la struttura patrimoniale, dopo l’esborso per l’acquisizione della spagnola Endesa. Come nelle attese, i soci hanno dato il via libera alla ricapitalizzazione. Formalmente gli azionisti hanno attribuito al cda la delega per procedere con l’aumento di capitale entro la fine del 2009. Tuttavia, il management punta a chiudere l’operazione entro la fine di giugno, in quanto le caratteristiche dell’operazione (l’esatto ammontare dell’aumento di capitale, il prezzo di sottoscrizione delle azioni inclusivo del sovrapprezzo, il numero delle azioni di nuova emissione e il relativo rapporto di opzione) dovrebbero essere definite il mese prossimo.

In attesa dei dati relativi al primo trimestre del 2009 (il cda per l’approvazione dei risultati è in agenda per il 12 maggio), i vertici di Enel hanno fornito qualche indicazione sul trend della società nella prima parte dell’esercizio, senza, tuttavia, fornire cifre precise. Nel corso dell’assemblea dei soci il presidente del gruppo, Piero Gnudi, ha anticipato che il primo trimestre si chiuderà con risultati migliori rispetto allo scorso anno ed è ottimista anche per il trimestre in corso. Il management ha ribadito che Enel continua a generare un elevato flusso di cassa.
Infine, nel corso dell’assemblea degli azionisti i vertici del colosso elettrico hanno dichiarato che le trattative con il fondo F2I per la cessione di una quota del 70-80% della rete del gas sono state prorogate fino all’8 maggio e sono fiduciosi in una soluzione positiva. Le ultime indiscrezioni indicano una valutazione della società nell’ordine degli 1,6 miliardi di euro.
 
Indicazioni positive dalla trimestrale di Telecom Italia, che ha evidenziato un calo di tutti i principali indicatori economico finanziari ma, al contempo, mostrato che la marginalità tiene.

Nei primi tre mesi dell’anno i ricavi hanno toccato i 6,79 miliardi di euro, in calo del 3,8% (su base organica) rispetto al primo trimestre del 2008. Disaggregando i dati si nota l’andamento positivo del business della telefonia fissa (i cui ricavi son scesi di un minimo 1,8%) e quello peggiore del comparto della telefonia mobile, con un giro d’affari in calo del 7,1%.

Il margine operativo lordo organico è arrivato a 2,83 miliardi di euro, con una flessione del 2,4% rispetto a quello di 12 mesi prima. Rispetto al fatturato la marginalità lorda è aumentata al 41,7% rispetto al 41,1% del primo trimestre del 2008.

In calo anche il reddito operativo organico, sceso del 6,3% a 1,39 miliardi di euro. In questo caso la marginalità è scesa dal 21% del primo trimestre 2008 al 20,4%.
L'utile netto si è ridotto infine del 4,5%, attestandosi a 463 milioni di euro (il 6,8% dei ricavi).

In crescita l'indebitamento finanziari netto, arrivato a 34,52 miliardi di euro dai 34,04 della fine del 2008. Alla fine del mese di marzo del 2008 era pari a 35,44 miliardi di euro.
Gli investimenti industriali nel primo trimestre 2009 sono pari a poco più di un miliardo di euro, con una riduzione di 203 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2008.

Il flusso di cassa della gestione operativa, infine, è stato pari a 850 milioni di euro e si è ridotto di soli 118 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2008.

Il gruppo, infine, ha confermato gli obiettivi di redditività e generazione di cassa già comunicati a fine 2008 in occasione della presentazione del piano triennale al 2011.
In particolare il margine operativo organico della business unit domestica dovrebbe arrivare a una quota compresa tra i 9,9 e i 10 miliardi di euro, mentre l’ebitda della business unit brasiliana dovrebbe attestarsi vicino ai 3,6 miliardi di reais. Il rapporto tra indebitamento finanziario netto e margine operativo lordo dovrebbe arrivare a un multiplo di 2,9 per fine 2009.
 
Telecom Italia ha subito una flessione dello 0,79% a 0,94 euro. I vertici della compagnia telefonica hanno smentito di avere allo studio un aumento del capitale, in quanto al momento non sono previste operazioni straordinarie, almeno nel breve periodo. Intanto, gli analisti di Nomura hanno sforbiciato a 1,12 euro il target price su Telecom Italia, in seguito al taglio delle stime sul fatturato e sulla redditività per il biennio 2009/2010. Gli esperti hanno ribadito l’indicazione di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio. Sulla stessa lunghezza d’onda Centrobanca, che ha limato a 1,2 euro il prezzo obiettivo su Telecom Italia. Tuttavia, gli analisti continuano a ritenere che le azioni della società telefonica siano sottovalutate.
 
Basta con stè Telecom!! Ho qualche spicciolo da anni e anni.... vanno malissimo quando il mercato va male e sono stabili quando il mercato va bene. Ma che mi era venuto in mente quella volta!!!
Aspetto sempre che crescano ma niente da fare.
 
Manca poco per l’aumento di capitale di Enel. Un’operazione finalizzata a riequilibrare le fonti di finanziamento dopo le ultime transazioni internazionali del gruppo di Fulvio Conti.
Il mese di giugno sarà così quello in cui partirà la ricapitalizzazione. Secondo quanto riportato da alcuni giornali finanziari l’operazione, da 8 miliardi di euro, partirebbe il prossimo primo giugno per concludersi entro i primi giorni di luglio.
Sempre secondo indiscrezioni il prezzo di sottoscrizione potrebbe oscillare tra i 3,4 e i 3,8 euro per azione, con uno sconto compreso tra il 10% e il 20% rispetto ai prezzi attuali.

Nel suo numero scorso, intanto, il settimanale finanziario Milano Finanza, ha intervistato Claudio Machetti, direttore finanziario del colosso elettrico. Che ha dichiarato che, con questa operazione, i vertici si attendono che le agenzie di rating possano migliorare la loro opinione sulla società, magari togliendola dall’osservazione con implicazioni negative.

Ciò implicherebbe, per la società di Fulvio Conti, la possibilità di accedere al mercato dei collocamenti obbligazionari a condizioni migliori rispetto a quelle attuali, gravate anche da un indebitamento superiore ai 50 miliardi di euro. Uno degli obiettivi dei vertici, infatti, è di allungare la scadenza media degli attuali bond.
Un indebitamento che sarebbe dovuto scendere per la campagna di cessioni annunciata poche settimane fa, che dovrebbe portare circa 10 miliardi nelle casse del gruppo. Ma l’attuale situazione di crisi ha scombinato i piani dei vertici.

Un paio di settimane fa il gruppo ha diffuso la sua trimestrale. Il colosso elettrico ha chiuso il primo quarter dell'anno con un giro d'affari di 14,86 miliardi di euro, in lieve calo (-1,5%) rispetto ai ricavi del primo trimestre del 2008. Il margine operativo lordo ha registrato una crescita del 14,1% a 3,85 miliardi di euro, mentre il reddito operativo ha evidenziato un progresso del 25,7% a 2,74 miliardi di euro. Più che raddoppiato l'utile, passato da 947 milioni di 12 mesi fa a 1,91 miliardi di euro. Questo risultato include proventi finanziari, per 970 milioni, riferiti alla variazione del fair value della put option concessa da Enel ad Acciona. L'indebitamento finanziario netto è di 50,83 miliardi di euro, in crescita dell'1,7% rispetto ai 49,97 miliardi di euro della fine del 2008.

Così, in scia alla trimestrale, WestLB ha deciso di alzare a 3,5 euro il suo target price su Enel dal precedente 2,8 euro. La banca d’affari ha confermato il suo “sell” (vendere). Secondo WestLB i conti sono stati migliori delle attese del mercato, ma ciò non basta per modificare le stime sugli utili.
Gli analisti di Ubs, invece, hanno confermato il loro giudizio “neutrale” con un target price di 3,5 euro. Gli esperti rimangono comunque “cauti”, soprattutto in vista dell'aumento di capitale.
 

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