Tenaris operatività intraday 03.10.2006 (1 Viewer)

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Nuovo forumer
Buona settimana a tutti.

Settembre ha chiuso i propri battenti con sorprese positive per i mercati azionari americani che, storicamente, hanno chiuso in negativo 18 volte negli ultimi 24 anni. Una cosa è da notare, le elezioni di metà mandato, che si svolgeranno a novembre, hanno in qualche modo condizionato gli umori degli investitori e, con la sapiente regia di grossi gruppi che canalizzano oltre il 60% dei movimenti globali sul NYSE e NASDAQ, la volontà di tenere alti i prezzi si è materializzata, facendo più effetto dato che questa si è fatta sentire in un periodo che storicamente ha dato performance negative, il tutto con il sano intento di amplificare i suoi effetti.

Dobbiamo subito segnalare che, al momento, non stiamo parlando di bolle e quant’altro, le aziende giustamente stanno festeggiando gli ottimi utili e risultati fin qui ottenuti, e con dei multipli, storicamente nella media. La cosa che desta qualche sospetto è la tempistica ed il driver utilizzato. Il Dow Jones, pesa i propri componenti per prezzo della azione e non per la capitalizzazione, di conseguenza, pesa più una compagnia come 3M Co che una compagnia come General Electric, anche capitalizzando la seconda più di 30 volte la prima, la manipolazione, evidentemente, è più semplice ed ha bisogno di meno risorse.

Noi siamo concentrati sul dopo trofeo, poiché il massimo storico è cosa quasi, oppure già fatta, i mercati, che sappiamo sono luogo dove si scontano e scambiano aspettative, cosa hanno già nei prezzi e cosa non hanno? Intanto hanno calma piatta e molta tranquillità, un aumento graduale della volatilità, come più volte detto, è nell’aria; l’indice che la misura è compresso e schiacciato sui propri supporti pluriennali che sicuramente anticipano una reazione verso l’alto, e volatilità in aumento si traduce in aumento delle incertezze e conseguente prese di beneficio di fronte alla perdita della calma piatta che fin qui ha regnato sovrana. Alcuni dati macro che, in settimana daranno un po’ di direzionalità, a nostro avviso, stanno gradualmente perdendo forza poiché, le future mosse della FED sembrano scontate, tassi fermi fino alla fine dell’anno e possibilità di riprendere la strada dei tagli già dal primo trimestre del 2007. Il mondo del lavoro, che misura la sua forza con il dato di venerdì prossimo, sarà un ulteriore anticipo di quanta forza ha perso strada facendo la ripresa USA.

Un altro particolare, poco trattato dai media e stampa specializzata, e che ha contribuito in maniera importante a sollevare la sorte del ciclo macro sottostante, sono state alcune modifiche alle tecniche di contabilità nazionale e misurazione dei dati economici che compongono il PUZZLE della crescita. L’incidenza è migliorare del 30% circa il risultato della crescita ottenuta se misurata con i vecchi parametri. Due le modifiche sostanziali, la misura dell’inflazione, la componente della disoccupazione e la contabilizzazione delle proiezioni di crescita incorporata nell’attuale periodo, come dire, in USA, si cresce anche a credito (in pratica si prende parte della crescita futura e la si trasforma al presente).

Vediamo se, nel mese di Ottobre, i mercati vorranno sorprendere ancora; ad oggi, l’unico segnale d’inversione nel breve che emerge, è dai nostri sistemi di analisi prospettica che indicavano come tempo della possibile inversione la seduta di lunedì o martedì di questa settimana. Il mercato, come sempre, percorre la sua strada, noi siamo pronti ad affiancarla, tuttavia, un minimo di anticipo e previsione è nella natura stessa dell’analisi e di chi la elabora, altrimenti, facciamo semplice lettura dei dati.

In Europa, la BCE, è chiamata a fornire la sua sentenza in materia di politica monetaria, crediamo che un ulteriore rialzo di 25 bases point e conseguente diminuzione dello spread con i tassi oltreoceano siano scontati non solo dai mercati azionari, ma anche il mercato obbligazionario e valutario hanno nei prezzi la stessa proiezione. Unica nota che potrebbe alterare un po’ le attese è una stretta monetaria in Cina e Giappone, senza sottovalutare uno scossone che potrebbe arrivare se la disputa politica in atto in Brasile fosse più rissosa e di risultato meno incerto dell’attuale (i mercati hanno già il loro vincitore nell’attuale presidente Lula). Non dimentichiamoci che trattasi pur sempre della settima forza industriale del pianeta e di uno dei motori dei paesi emergenti che ha, fin qui, trainato a rimorchio la crociera dei paesi industrializzati.

Per finire, in Italia, la nuova manovra finanziaria occupa le prime pagine, con effetti e conseguenze ancora in sede di studio.
Contiamo che quanto sopra possa, in qualche modo, darvi un punto di riflessione e che la vostra strategia operativa tenga presente che, sempre meglio in trend però con fari accesi, anche di giorno, in virtù di alcuni pericoli che sono poco visibili al momento.

Buon mercato a tutti.

Totalfinanza
 

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