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Sussurrano le mille aure del bosco:
son mille arcani mormorii nell’onde: la luna bacia il cipresseto fosco
che con un molle fremito risponde.
Chi mi ricorda il mio dolce villaggio
ove piansi per più d’un abbandono;
ove la luna ha così mesto il raggio
e le campane così mesto il suono?
Tra il verde cupo biancheggiar gli avelli,
le pietre miliar della mia vita,
scorgo: una nenia cantano gli augelli
sacra, ed una velata ombra m’invita.
Fruscia la veste candida, e la mano
sottil m’accenna. I pioppi danno al vento
il capo tristi, e al passegger profano
strane novelle, e lungo ammonimento.