patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
N.DARVAS
Tra le attività umane a me note, non ve n'è una verso cui la gente abbia un approccio più irrazionale della borsa
Il Ppi inchioda gli indici di Wall Street sotto la parità
Alla fine Wall Street si arrende ad una giornata povera di spunti operativi nonostante la ricca messa di dati macroeconomici diffusi sin da prima dell’apertura del mercato e chiude con gli indici di poco sotto ai livelli di ieri. Fa eccezione il Nasdaq (grafico, che accusa ampie prese di profitto su alcuni titoli guida come Cisco (CSCO). Il Dow Jones chiude così a 10.377,52 (-0,02%), mentre l’indice S&P500 è a quota 1.132,03 (-0,13%) e il Nasdaq a 1.983,67 (-0,73%). Sul finale svanisce anche il recupero del Russell 2000, che termina a 569,57 punti (-0,09%). Dal canto loro i T-bond recuperano in parte terreno con il rendimento del decennale che scende al 4,69% e quello sul trentennale al 5,36%, mentre per quanto riguarda le commodities e i preziosi l’oro chiude a 389,50 dollari l’oncia, mentre il petrolio finisce a 38,81 dollari il barile, in rialzo di oltre il 3%. In rialzo anche i metalli industriali quali l’alluminio e il rame. Del resto la giornata non era certo iniziata sotto i migliori auspici, con la pubblicazione (in ritardo di quasi una settimana rispetto al calendario originale) del Ppi, l’indice dei prezzi al consumo, cresciuto più delle attese sia nella versione generale sia in quella “core”, cosa che ha riacceso i timori, sopitisi appena ieri, di un rialzo dei tassi da parte della Fed a fine mese più forte del quarto di punto messo finora in conto dal mercato.
Per contro gli annunci trimestrali che stanno tornando a giungere sul mercato (dopo la pausa delle scorse due settimane rispetto agli ultimi fuochi della precedente tornata di trimestrali) il più delle volte non scuotono gli animi in quanto devono scontare attese già molto elevate. Così un numero in linea o di poco inferiore rischia di far precipitare il titolo, mentre solo risultati nettamente superiori alle attese sono in grado di produrre qualche timido rialzo tra le blue chip del listino, come accade a Ford, stabile nonostante che il produttore abbia alzato decisamente le stime sui propri utili per il secondo trimestre, indicando un range tra i 45 e i 50 centesimi per azione di 15 centesimi più alto del precedente (tra i 30 e i 35 centesimi). Allo stesso tempo Ford (F) ha migliorato anche la previsione su base annua, indicando un utile per azione complessivo di 1,65-1,75 dollari a titolo (dai precedenti 1,50-1,60 dollari) ma al mercato non è bastato. Alla fine tra i peggiori componenti del Dow Jones troviamo nomi come Hewlett-Packard (HPQ), Intel (INTC), Boeing (BA, reduce da un paio di sedute positive) e Home Depot (HD); al contrario Microsoft (MSFT) è la migliore tra tutti, con un rialzo dell’1,6% grazie anche ad un report di First Albany nel quale gli analisti spiegano di ritenere il business in accelerazione nel trimestre e che la compagnia stia per fare una “mossa aggressiva” per ridurre la sua liquidità al momento pari a circa 70 miliardi di dollari (decisione che porterebbe ad un miglioramento dei margini).
Nonostante tutto gli “orsi”non riescono a graffiare: il numero dei titoli in crescita supera anche oggi quello dei titoli in calo per 18 a 13 sul Nyse, mentre sul Nasdaq il rapporto è rovesciato (per 18 a 12) a riprova della maggiore debolezza del listino tecnologico. Sul quale pesano anche storie singole come quella di Jabil Circuit (JBL) che cede il 13% dopo aver annunciato una rivoluzione ai vertici e aver reso noti target per il prossimo trimestre inferiori alle attuali stime di Wall Street. Il calo di Jabil, i cui numeri trimestrali sono peraltro apparsi in linea con le aspettative, coinvolge anche i titoli dei concorrenti più diretti quali Sanmina (SANM), Flextronics (FLEX) e Celestica (CLS), tutti in calo tra i 5 e i 7 punti percentuali a testa circa. In buona evidenza Accenture (ACN) dopo che l’ex Andersen Consulting aveva annunciato di attendersi un utile per azione di 37 centesimi di dollaro nel terzo trimestre fiscale, chiuso lo scorso 31 maggio ed un giro d’affari di 3,69 miliardi di dollari, superando in entrambi i casi le attese degli analisti di Wall Street.
By Luigina..
N.DARVAS
Tra le attività umane a me note, non ve n'è una verso cui la gente abbia un approccio più irrazionale della borsa
Il Ppi inchioda gli indici di Wall Street sotto la parità
Alla fine Wall Street si arrende ad una giornata povera di spunti operativi nonostante la ricca messa di dati macroeconomici diffusi sin da prima dell’apertura del mercato e chiude con gli indici di poco sotto ai livelli di ieri. Fa eccezione il Nasdaq (grafico, che accusa ampie prese di profitto su alcuni titoli guida come Cisco (CSCO). Il Dow Jones chiude così a 10.377,52 (-0,02%), mentre l’indice S&P500 è a quota 1.132,03 (-0,13%) e il Nasdaq a 1.983,67 (-0,73%). Sul finale svanisce anche il recupero del Russell 2000, che termina a 569,57 punti (-0,09%). Dal canto loro i T-bond recuperano in parte terreno con il rendimento del decennale che scende al 4,69% e quello sul trentennale al 5,36%, mentre per quanto riguarda le commodities e i preziosi l’oro chiude a 389,50 dollari l’oncia, mentre il petrolio finisce a 38,81 dollari il barile, in rialzo di oltre il 3%. In rialzo anche i metalli industriali quali l’alluminio e il rame. Del resto la giornata non era certo iniziata sotto i migliori auspici, con la pubblicazione (in ritardo di quasi una settimana rispetto al calendario originale) del Ppi, l’indice dei prezzi al consumo, cresciuto più delle attese sia nella versione generale sia in quella “core”, cosa che ha riacceso i timori, sopitisi appena ieri, di un rialzo dei tassi da parte della Fed a fine mese più forte del quarto di punto messo finora in conto dal mercato.
Per contro gli annunci trimestrali che stanno tornando a giungere sul mercato (dopo la pausa delle scorse due settimane rispetto agli ultimi fuochi della precedente tornata di trimestrali) il più delle volte non scuotono gli animi in quanto devono scontare attese già molto elevate. Così un numero in linea o di poco inferiore rischia di far precipitare il titolo, mentre solo risultati nettamente superiori alle attese sono in grado di produrre qualche timido rialzo tra le blue chip del listino, come accade a Ford, stabile nonostante che il produttore abbia alzato decisamente le stime sui propri utili per il secondo trimestre, indicando un range tra i 45 e i 50 centesimi per azione di 15 centesimi più alto del precedente (tra i 30 e i 35 centesimi). Allo stesso tempo Ford (F) ha migliorato anche la previsione su base annua, indicando un utile per azione complessivo di 1,65-1,75 dollari a titolo (dai precedenti 1,50-1,60 dollari) ma al mercato non è bastato. Alla fine tra i peggiori componenti del Dow Jones troviamo nomi come Hewlett-Packard (HPQ), Intel (INTC), Boeing (BA, reduce da un paio di sedute positive) e Home Depot (HD); al contrario Microsoft (MSFT) è la migliore tra tutti, con un rialzo dell’1,6% grazie anche ad un report di First Albany nel quale gli analisti spiegano di ritenere il business in accelerazione nel trimestre e che la compagnia stia per fare una “mossa aggressiva” per ridurre la sua liquidità al momento pari a circa 70 miliardi di dollari (decisione che porterebbe ad un miglioramento dei margini).
Nonostante tutto gli “orsi”non riescono a graffiare: il numero dei titoli in crescita supera anche oggi quello dei titoli in calo per 18 a 13 sul Nyse, mentre sul Nasdaq il rapporto è rovesciato (per 18 a 12) a riprova della maggiore debolezza del listino tecnologico. Sul quale pesano anche storie singole come quella di Jabil Circuit (JBL) che cede il 13% dopo aver annunciato una rivoluzione ai vertici e aver reso noti target per il prossimo trimestre inferiori alle attuali stime di Wall Street. Il calo di Jabil, i cui numeri trimestrali sono peraltro apparsi in linea con le aspettative, coinvolge anche i titoli dei concorrenti più diretti quali Sanmina (SANM), Flextronics (FLEX) e Celestica (CLS), tutti in calo tra i 5 e i 7 punti percentuali a testa circa. In buona evidenza Accenture (ACN) dopo che l’ex Andersen Consulting aveva annunciato di attendersi un utile per azione di 37 centesimi di dollaro nel terzo trimestre fiscale, chiuso lo scorso 31 maggio ed un giro d’affari di 3,69 miliardi di dollari, superando in entrambi i casi le attese degli analisti di Wall Street.
By Luigina..