patatino ha scritto:
Parmalat, un nuovo caso Cirio?
Per il titolo è tracollo in Borsa
Un'altra giornata nera per Parmalat che precipita di oltre il 17% sul listino di Piazza Affari. Già ieri il titolo aveva bruciato l'11,4% del suo valore, il 35% dall'inizio dell'anno, scivolando a quota a 1,495 euro, meno della metà di un anno fa, il minimo da marzo '96.
L'ombra di Cirio, a un passo dal fallimento, su Parmalat? E' possibile. Tante le affinità tra le due società.
Entrambe operano nel settore alimentare e presentano un elevato livello di indebitamento. Parmalat poi ha risentito anche della crisi in Sudamerica da cui trae un'ampia fetta del suo fatturato. Da pochi giorni si è aggiunta anche Ahold, la catena di distribuzione olandese sulla quale sono emerse irregolarità contabili, verso la quale, secondo indiscrezioni, la finanziaria italiana ha un'esposizione di circa 9 milioni di dollari.
Ma la tegola più pesante è arrivata ieri, con l'emissione di una obbligazione da 300-500 milioni di euro. E' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. "Il prestito verrà emesso da una società controllata di diritto estero, avrà un rendimento annuo intorno al 7,75% e un importo di 300 milioni euro estendibili fino a 500 milioni" dice la nota della società, precisando che il prestito verrà rivolto totalmente a investitori istituzionali. I lead manager sono Morgan Stanley, Deutsche Bank, Ubm e Abaxbank.
A poco sono valse le spiegazioni di Parmalat che in una nota ha dichiarato che utilizzerà quanto raccolto con il prestito per ripagare il debito esistente (1,96 miliardi di euro a fine settembre). Gli investitori temono un nuovo crac, come quello di Cirio.
"Le attese del mercato erano diverse, ci si aspettava un bond trentennale, invece è di sette anni, e mi sembra abbastanza caro" dice un gestore. "In questo momento, in cui la diffidenza degli investitori sulla solidità delle azionede è esasperata, l'annuncio di un bond che non era atteso a queste condizioni alimenta dei dubbi e fa scappare gli investitori", continua il gestore.
tratto da TGFIN.IT