patt
Forumer storico
un sempre piu' timido..... BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
CHARLES CALEB COLTON
Si dice comunemente che ogni matto può far soldi, ma chi lo pensa non è sano di mente
Wall Street, neppure l'annuncio di Google scalda gli animi
Alla fine di una seduta persasi per strada quasi subito dopo l’avvio, gli indici di Wall Street, nella giornata dell’annuncio ufficiale dell’Ipo di Google, terminano vicino ai livelli di venerdì. Il Dow Jones chiude a quota 9.961,92 (invariato), l’S&P50 a 1.084,07 (-0,20%) e il Nasdaq (grafico a 1.839,02 (-0,54%), con il Russell 2000 a 533,49 punti (-1,06%). Dal canto loro i T-bond assistono ad un recupero dei rendimenti col decennale che vede il tasso risalire al 4,48% e il trentennale guida al 5,20%. Stabili oro e petrolio, col primo che oscilla sui 390,30 dollari l’oncia, venti centesimi meno di venerdì, mentre il future sul greggio texano chiude a quota 41,44 dollari al barile, in perdita di una trentina di centesimi.
Oggi il bicchiere per gli investitori è mezzo vuoto: ignorato completamente il dato relativo alla crescita (+2,1%) delle unità abitative esistenti a giugno, arrivato a quota 6,95 milioni di unità su base annualizzata, dai 6,8 milioni di maggio, contro un consensus di 6,7 milioni di unità. Non sembra sollevare il morale dei trader neppure la notizia relativa allo sbarco di Google, che ha reso nota una forchetta di prezzo alquanto aggressiva, da 108 a 135 dollari per azione a fronte di 24,6 milioni di titoli offerti, per un controvalore complessivo tra i 2,66 e i 3,32 miliardi di dollari che rendono l’operazione l’ottavo maggior collocamento di sempre per il listino di New York, con gli operatori che anzi si domandano se il collocamento non sia giunto in ritardo sul mercato e a prezzi troppo “tirati”. Secondo alcuni osservatori l’incertezza del mercato riflette un mix di notizie che col mercato centrano poco direttamente, ma che insieme hanno creato qualche dubbio sul prossimo futuro, dalle prossime convention Democratica e Repubblicana, al rischio terrorismo alle Olimpiadi di Atene, alla prossima riunione del Fomc del 10 agosto che potrebbe segnare un nuovo rialzo dei tassi Usa, al leggero indebolimento del prezzo del petrolio.
Tra i peggiori il farmaceutico Pfizer (PFE), dopo l’approvazione, venerdì scorso, della nuova pillola Vytorin, un anticolesterolo che combina lo Xocor di Merck (MRK) con lo Zetia di Schering-Plough (SGP) e rischia di diventare un concorrente formidabile per il Lipitor della stessa Pfizer; al contrario i titolidi Schering-Plough sono saliti di oltre 4 punti percentuali, mentre Merck chiude appena sotto i valori della vigilia. Tra le trimestrali odierne quella di American Express (AXP) si rivela migliore delle attese e consente al titolo di chiudere a +1,64%, mentre Alcoa (AA) perde oltre l’1,2% dopo l’annuncio di ulteriori tagli per 400 posti di lavoro e a causa di spese legali ante imposte record nel trimestre a causa della vertenza con il sindacato sul rinnovo del contratto di lavoro. L’upgrade di Smith Barney consente invece a United Technologies (UTX) di chiudere in recupero di circa un punto, solo in parte scalfito da alcune prese di beneficio nell’after hour.
Non servono a ravvivare il mercato neppure le notizie dell’ennesima fusione “stellare” nel settore finanziario, in questo caso tra la spagnola Santander Central Hispano e la britannica Abbey National per un controvalore, tra titoli e contanti, di 15 miliardi di dollari, né quella dell’acquisto da parte di Mylan Labs (MYL) di King Pharmaceuticals (KG) in una fusione carta contro carta del valore complessivo di 4 miliardi di dollari che valuta i titoli King Pharma 16,66 dollari per azione.
In compenso lo stop alla fusione tra WellPoint Health Networks (WLP) e Anthem (ATV) porta entrambi i titoli a chiudere in rosso. Infine per quanto riguarda le trimestrali dei “big” del listino, oggi solo Boston Scientific (BSX) sembra deludere le attese, mentre BellSouth (BLS), International Paper (IP) e Kellogg (K) sono apparse tutte migliori delle previsioni medie del mercato.
![1083784549frasedelgiorno.gif](http://www.investireoggi.it/phpBB2/immagini/1083784549frasedelgiorno.gif)
CHARLES CALEB COLTON
Si dice comunemente che ogni matto può far soldi, ma chi lo pensa non è sano di mente
Wall Street, neppure l'annuncio di Google scalda gli animi
Alla fine di una seduta persasi per strada quasi subito dopo l’avvio, gli indici di Wall Street, nella giornata dell’annuncio ufficiale dell’Ipo di Google, terminano vicino ai livelli di venerdì. Il Dow Jones chiude a quota 9.961,92 (invariato), l’S&P50 a 1.084,07 (-0,20%) e il Nasdaq (grafico a 1.839,02 (-0,54%), con il Russell 2000 a 533,49 punti (-1,06%). Dal canto loro i T-bond assistono ad un recupero dei rendimenti col decennale che vede il tasso risalire al 4,48% e il trentennale guida al 5,20%. Stabili oro e petrolio, col primo che oscilla sui 390,30 dollari l’oncia, venti centesimi meno di venerdì, mentre il future sul greggio texano chiude a quota 41,44 dollari al barile, in perdita di una trentina di centesimi.
Oggi il bicchiere per gli investitori è mezzo vuoto: ignorato completamente il dato relativo alla crescita (+2,1%) delle unità abitative esistenti a giugno, arrivato a quota 6,95 milioni di unità su base annualizzata, dai 6,8 milioni di maggio, contro un consensus di 6,7 milioni di unità. Non sembra sollevare il morale dei trader neppure la notizia relativa allo sbarco di Google, che ha reso nota una forchetta di prezzo alquanto aggressiva, da 108 a 135 dollari per azione a fronte di 24,6 milioni di titoli offerti, per un controvalore complessivo tra i 2,66 e i 3,32 miliardi di dollari che rendono l’operazione l’ottavo maggior collocamento di sempre per il listino di New York, con gli operatori che anzi si domandano se il collocamento non sia giunto in ritardo sul mercato e a prezzi troppo “tirati”. Secondo alcuni osservatori l’incertezza del mercato riflette un mix di notizie che col mercato centrano poco direttamente, ma che insieme hanno creato qualche dubbio sul prossimo futuro, dalle prossime convention Democratica e Repubblicana, al rischio terrorismo alle Olimpiadi di Atene, alla prossima riunione del Fomc del 10 agosto che potrebbe segnare un nuovo rialzo dei tassi Usa, al leggero indebolimento del prezzo del petrolio.
![economic_shuttle.jpg](http://www.claybennett.com/images/archivetoons/economic_shuttle.jpg)
Tra i peggiori il farmaceutico Pfizer (PFE), dopo l’approvazione, venerdì scorso, della nuova pillola Vytorin, un anticolesterolo che combina lo Xocor di Merck (MRK) con lo Zetia di Schering-Plough (SGP) e rischia di diventare un concorrente formidabile per il Lipitor della stessa Pfizer; al contrario i titolidi Schering-Plough sono saliti di oltre 4 punti percentuali, mentre Merck chiude appena sotto i valori della vigilia. Tra le trimestrali odierne quella di American Express (AXP) si rivela migliore delle attese e consente al titolo di chiudere a +1,64%, mentre Alcoa (AA) perde oltre l’1,2% dopo l’annuncio di ulteriori tagli per 400 posti di lavoro e a causa di spese legali ante imposte record nel trimestre a causa della vertenza con il sindacato sul rinnovo del contratto di lavoro. L’upgrade di Smith Barney consente invece a United Technologies (UTX) di chiudere in recupero di circa un punto, solo in parte scalfito da alcune prese di beneficio nell’after hour.
![mccain_endorsement.jpg](http://www.claybennett.com/images/archivetoons/mccain_endorsement.jpg)
In compenso lo stop alla fusione tra WellPoint Health Networks (WLP) e Anthem (ATV) porta entrambi i titoli a chiudere in rosso. Infine per quanto riguarda le trimestrali dei “big” del listino, oggi solo Boston Scientific (BSX) sembra deludere le attese, mentre BellSouth (BLS), International Paper (IP) e Kellogg (K) sono apparse tutte migliori delle previsioni medie del mercato.
![1090882067qw.gif](http://www.investireoggi.it/phpBB2/immagini/1090882067qw.gif)