ENI perde quota dopo il downgrade di S&P. Per gli analisti però è un’ottima scommessa
Anche la seduta odierna si è conclusa in ribasso per i titoli del settore oil e tra glialtri ha perso terreno ENI, dopo aver cercato a lungo di resistere alle vendite. L’ondata ribasissta che ha colpito il nostro mercato nella seconda parte della seduta non ha risparmiato neanche le azioni della società del cane a sei zampe.
Dopo aver concluso la sessione di ieri con una flessione di quasi tre punti, ENI ha cercato quest’oggi di riconquistare area 16 euro, fallendo però nel suo tentativo. Il titolo ha infatti chiuso gli scambi a 15,56 euro, con un ribasso dell‘1,08% e oltre 42 milioni di azioni passate di mano a fine giornata.
ENI è riuscito a limitare comunque i danni rispetto ad altre blue chips, malgrado le cattive notizie arrivate da Standard & Poor’s. L’agenzia internazionale ieri ha deciso di ridurre il rating di lungo termine di ENi da “A+” ad “AA-”, intervenendo anche su quello di breve che passa da “A-1+” ad “A-1”. Nessuna modifica ha invece interessato l’outlook del gruppo che è stato confermato a “stabile”.
Il downgrade di Standard & Poor’s tiene conto del fatto che l’attuale indebitamento di ENI e i livelil di leverage non sono compatibili con il rating “AA-” ed è poco probabile che ci possano essere cambiamenti in questa direzione nel corso del prossimo anno. L’outlook riflette invece il fatto che gli attuali parametri di riferimento per i rating, a detta di S&P, miglioreranno progressivamente negli anni a venire,
L’agenzia ha fatto sapere che potrebbe rivedere al ribasso l’outlook o i ratings qualora si dovesse registrare un utile operativo inferiore alle attese, un cash flow più negativo o acquisizioni a debito.
Secondo gli analisti di Equita SIM la bocciatura arrivata da S&P non è una mossa del tutto inattesa, visto che lo stesso management di ENI aveva accennato a questa ipotesi in occasione dell’ultima conference call, parlando dell’impatto negativo legato al costo di finanziamento. Sulla scia delle indiscrezioni riportate questa mattina dal Corriere della Sera, dove è stato indicato che il fondo Knight Vinke, in possesso dell’1% di ENI, si attende entro quest’anno novità su alcuni temi significativi. Si tratta della cessione della quota in Galp e del deconsolidamento/cessione di Snam Rete Gas. Anche gli analisti di Equita SIM ritengono possibili sviluppi in questa direzione nei prossimi 12 mesi, e intanto confermano la loro strategia su ENI, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 20 euro.
Un invito all’acquisto arriva anche da Nomura che ha reiterato il rating “buy” sulle azioni della società del cane a sei zampe, ribadendo il target price a 22,5 euro. Il broker si dice stupito per la bocciatura di S&P che non viene compresa specie in considerazione del fatto che ENI, insieme a BP, è l’unico grande protagonista del settore petrolifero in Europa, capace di sostenere il dividendo solo con i proventi dell’attività caratteristica.