Tolleranza zero!!!

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ciut

Forumer attivo
oltre 3 milioni......bastaaaaaaaaaaaa

cacciamo gli zingari dai semafori e rimandiamoli in romania mi hanno rotto i c......

per fortuna che abortiscono a raffica...Ottomila aborti in un anno Sette su 10 sono di immigrate di ALESSANDRA STOPPA
Le loro storie sono quelle delle donne italiane di mezzo secolo fa. Le madri extracomunitarie non sanno riconoscere i periodi di fertilità, non conoscono gli anticoncezionali, hanno il terrore che il preservativo renda sterili e pensano sia sufficiente lavarsi per non rimanere incinta. Sono difficili da raggiungere per chi voglia fare prevenzione. Per questo, ricorrono all'aborto sempre più numerose. Oggi a Milano, su otto mila interruzioni volontarie di gravidanza all'anno, il 68 per cento coinvolge madri romene, marocchine, sudamericane, filippine. E si parla solo degli aborti regolari, quelli certificati attraverso consultori familiari, ospedali e ambulatori. Perché, poi, ci sono le interruzioni clandestine, i farmaci anti-ulcera per il fai da te. continua...

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Soliti animali...

Lo stupro nella cantina di un palazzo vicino alla Centrale
Festa in casa, peruviana 15enne violentata
La vittima ha 15 anni. L'aggressore è un ecuadoriano, di un anno più grande, finito al carcere minorile Beccaria

Questa volta i Latinos, i bulli sudamericani che si contendono la supremazia in alcuni quartieri periferici, non c'entrano. Almeno direttamente anche se le loro gesta, il fascino che esercitano sui più giovani, potrebbero aver influito sul comportamento di un ragazzino ecuadoriano di 16 anni che, con larga probabilità, ha voluto emulare i più grandi. In quale modo? Violentando durante una festicciola una ragazzina peruviana di 15 anni. La giovane si è poi sfogata con la mamma ed è scattata la denuncia.

Il «macho» si trova ora in stato di fermo al carcere minorile Beccaria con l'accusa di violenza sessuale. L'episodio è accaduto sabato, tra le 13 e le 17, in un appartamento alle spalle della Stazione Centrale dove un gruppo di minorenni sudamericani si è ritrovato per passare il pomeriggio. Una festicciola come ce ne sono tante durante i fine settimana. Secondo una prima ricostruzione da parte degli investigatori, i due, che si conoscevano soltanto di vista, si sono trovati con altri giovani invitati in un luogo preciso con lo scopo di arrivare tutti quanti assieme alla festa. Sembra che la ragazzina abbia accettato un passaggio in motorino.

Durante la festicciola il ragazzo, come avviene tra i giovani, avrebbe tentato più volte di venire al sodo e allungando le mani nel bagno dell'abitazione. Dopo aver ricevuto un sonoro rifiuto, il giovane ecuadoriano l'ha presa con la forza e l'ha portata in cantina dove avrebbe abusato di lei. Una volta fatto rientro nella propria abitazione, la ragazzina, sconvolta, ha raccontato il suo pomeriggio d'incubo alla madre. La donna prima l'ha rincuorata e poi l'ha accompagnata all'Svs (il servizio violenze sessuali) della Mangiagalli che presta soccorso a chi è rimasto vittima di un abuso.

I medici hanno riscontrato sulla minorenne i segni della violenza. Dopo l'ospedale, mamma e figlia sono andate direttamente in questura, in via Fatebenefratelli, dove hanno sporto denuncia.
Le indagini sono scattate subito. Grazie alle indicazioni assai precise fornite dalla giovane vittima agli inquirenti, i poliziotti, in serata, sono riusciti a rintracciare il sedicenne. Il magistrato, dopo aver letto gli atti della vicenda (dove alcuni ragazzi presenti alla festa hanno testimoniato di non aver visto i due per almeno il lasso temporale di un'ora) ha disposto il fermo dell'ecuadoriano che è stato portato nel carcere minorile del Beccaria.
 
Violenza al viados!!!

Alessandria: violenza sessuale contro viados, 3 arresti

ALESSANDRIA - Dovranno rispondere dell'accusa di violenza sessuale di gruppo su un viados i tre marocchini arrestati la scorsa notte ad Alessandria. I tre, di eta' compresa tra i 25 e i 28 anni, sono stati sorpresi dai carabinieri in flagranza di reato.

la rassegna continua... :( :( :(
 
Milano Far West

Non è il Far west Ma in città ci sono 80mila clandestini»
Giannino della Frattina

Due donne violentate e due morti ammazzati per strada in nemmeno ventiquattr’ore. Vicesindaco Riccardo De Corato che succede, il Far west a Milano?
«Succede che ci sono zone, come la Stazione Centrale in cui gli immigrati dormono nei vagoni».
Dormire è una cosa, stuprare un’altra.
«Non si può far finta di niente, c’è un’immigrazione che porta criminalità».
Chinatown è il centro, mica una periferia desolata.
«Eppure c’è chi ha sparato e nessuno ha visto. I carabinieri non riescono a trovare lo straccio d’un testimone. Sembra una zona di mafia».
Non è troppo facile dare la colpa all’immigrazione?
«Il 70 per cento degli ospiti di san Vittore sono extracomunitari. Per evitare le tragedie bisogna smettere di far finta di niente».
Voi del Comune cosa avete fatto?
«Abbiamo integrato 170mila stranieri. Possiamo fare di più? Se qualcuno conosce il modo ce lo spieghi».
Non le viene proprio nessuna idea?
«A Milano ci sono almeno 70 aree occupate abusivamente. Baraccopoli, tendopoli, favelas dove dentro c’è di tutto».
Zone franche?
«Zone in cui è anche difficile entrare a controllare. Si rischia la pelle».
Numeri?
«Almeno 70mila clandestini e 10mila rom».
Amato dice che non bisogna costruire ghetti, che è un problema di urbanistica.
«Amato e Ferrero pensino alla loro legge. Una volta in vigore renderà regolari anche i 70 mila clandestini».
Sicuro?
«Certo. Diranno che sono qui a cercare un lavoro, troveranno un fratello o un amico che li “sponsorizza” e noi ce ne dovremo occupare. Il governo prima li fa entrare, poi costringe i Comuni a risolvere problemi irrisolvibili. Ovviamente senza darci nemmeno un soldo».
Ma se cercano lavoro.
«Hanno 18 mesi di tempo. Quando sono passati, ci va Amato a cercare dove sono per riportarli a casa? Ma non solo».
Non solo?
«Nascerà l’albo degli “sponsor”. Gente che telefonerà ai loro Paesi e, in cambio ovviamente di soldi, si offrirà come garante per far ottenere un ingresso regolare in Italia. Una vera e propria industria pronta a generare altra delinquenza. Milano sarà invasa. E già ha il più alto tasso d’immigrati d’Europa».
 
escono e rientrano...

Indulto, record di stranieri tornati in carcere

In Lombardia quasi un immigrato su cinque finisce di nuovo dietro alle sbarre in solo otto mesi: la gran parte di loro non aveva il permesso di soggiorno Indulto, record di stranieri tornati in carcere

Sono usciti in 25.694.
I detenuti tornati in libertà grazie all’indulto: 3.665 nella sola Lombardia, 700 a Milano.
Il 2 agosto scorso si sono aperti i cancelli e poi di molti di loro si sono perse le tracce.
I più fortunati avevano una famiglia, altri almeno una casa, poi c’erano quelli che non avevano idea di che farsene di questa libertà.
Come avranno deciso di usarla?
A più di otto mesi è ancora difficile trovare una risposta. Secondo uno studio condotto dall’Università di Torino il numero delle persone tornate a delinquere dopo aver beneficiato dell’indulto sarebbe basso: 2.855 fino a gennaio, cioè l’11,11%, una porzione ridotta rispetto al tasso di recidiva ordinario nel Paese, che si attesta attorno al 68%. Dati confortanti quelli nazionali, che peggiorano puntando la lente sulla Lombardia.
La regione, infatti, detiene il primato per il numero di detenuti liberati e “vant”" un alto tasso di recidiva, classifica capeggiata in questo caso dalla Campania.
Se a livello nazionale, a dispetto dei pregiudizi, gli italiani già tornati in carcere superano gli stranieri, in Lombardia è il contrario.
Su 497 indultati di nuovo dietro le sbarre, 216 sono italiani e 281 stranieri.

«Gli extracomunitari che usciti dal carcere hanno avuto la possibilità di vedersi rinnovare il permesso di soggiorno sono stati pochissimi - spiega Luca Massari, responsabile Area carcere e giustizia Caritas -.
La maggior parte si è vista consegnare l’ordine di espatrio, senza però ricevere i mezzi per tornare nel Paese d’origine. Così al primo controllo è stata fermata, perché clandestina». Se molti stranieri sono vittima di un burocratico circolo vizioso, l’identikit dell’italiano tornato a delinquere trova posto ai margini della società.
Ha un’età compresa tra 20 e 44 anni e diversi precedenti penali, spesso si trova a commettere reati contro il patrimonio, sintomo di problemi economici o di difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro.
Ecco perché il 59,7% degli italiani dice di sentirsi meno sicuro dopo la scarcerazione di così tanti detenuti.
Ma sarebbe sbagliato credere che tutti siano cascati in questa trappola.
C’è chi quel 2 agosto non sapeva dove andare e ora riesce a pagarsi un affitto da solo, e ancora chi non aveva un lavoro e ha imparato una professione.
Sono gli ex detenuti che hanno trovato appiglio nelle maglie della solidarietà: dalla Caritas al Comune, passando per la Provincia e le associazioni che hanno collaborato al progetto Milano per l’indulto.

Un esempio?
«Il percorso riabilitativo “Un tetto per tutti” ha messo a disposizione 50 posti letto in 23 appartamenti tra Milano e hinterland offrendo un aiuto a 26 persone che non sapevano dove andare.
Altri, più fragili, sono stati accompagnati verso servizi per la grande emarginazione come il dormitorio pubblico e la Casa della Carità.
Infine chi aveva problemi particolari, di tossicodipendenza ad esempio, è stato indirizzato verso i Sert, servizio più mirato».
 
Marocco, albania, tunisia, romania, algeria, nigeria, jugo

Detenuti stranieri per nazionalità Dati riferiti al 31 Dicembre 2005

NAZIONE DONNE UOMINI TOTALE

AFGHANISTAN 1 1 2
ALBANIA 64 2907 2971
ALGERIA 8 1300 1308
ANDORRA 1 1
ANGOLA 1 6 7
ARGENTINA 8 47 55
ATOLLO DI NAURU 2 2
AUSTRALIA 1 6 7
AUSTRIA 2 14 16
BANGLADESH 1 34 35
BELGIO 5 25 30
BENIN 1 6 7
BIELORUSSIA 9 9
BOLIVIA 20 39 59
BOSNIA-ERZEGOVINA 25 109 134
BRASILE 58 126 184
BULGARIA 12 92 104
BURKINA FASO 1 3 4
BURUNDI 1 12 13
CAMERUN 4 14 18
CANADA 1 1
CECOSLOVACCHIA 4 4
CIAD 1 1
CILE 17 142 159
CINA POPOLARE 25 254 279
CIPRO 1 1
COLOMBIA 43 155 198
CONGO 14 14
COSTA D'AVORIO 3 53 56
COSTA RICA 1 5 6
CROAZIA 39 181 220
ECUADOR 17 122 139
EGITTO 1 197 198
EL SALVADOR 1 5 6
ERITREA 1 14 15
ESTONIA 2 2
ETIOPIA 1 14 15
FEDERAZIONE RUSSA 15 53 68
FILIPPINE 10 40 50
FINLANDIA 1 1
FORMOSA 1 1
FRANCIA 10 148 158
GABON 26 26
GAMBIA 1 72 73
GEORGIA 3 3
GERMANIA 14 98 112
GHANA 11 129 140
GIAMAICA 7 7
GIAPPONE 2 2
GIORDANIA 10 10
GRAN BRETAGNA 5 25 30
GRECIA 2 44 46
GUATEMALA 2 9 11
GUINEA 9 9
GUINEA BISSAO 3 3
GUINEA EQUATORIALE 1 1
HONDURAS 1 3 4
INDIA 68 68
IRAN 21 21
IRAQ 115 115
IRLANDA 1 1
ISOLA DI CUBA 5 6 11
ISOLA DI DOMINICA 3 3 6
ISOLE BAHAMA 2 2
ISOLE DEL CAPO VERDE 1 6 7
ISOLE MALDIVE 1 1
ISRAELE 2 35 37
JUGOSLAVIA 140 719 859
KAZAKISTAN 1 1
KIRGYSZSTAN 1 1
KENIA 4 4
KUWAIT 1 1
LAOS 2 2
LETTONIA 1 2 3
LIBANO 42 42
LIBERIA 64 64
LIBIA 44 44
LITUANIA 2 59 61
MACAO 1 1
MACEDONIA 6 125 131
MADAGASCAR 2 2
MALESIA 8 8
MALI 14 14
MALTA 2 2
MAROCCO 38 4170 4208
MAURITANIA 17 17
MAURITIUS 4 4
MESSICO 2 19 21
MOLDAVIA 27 263 290
MONGOLIA 4 2 6
MOZAMBICO 1 2 3
NICARAGUA 1 1
NIGER 5 5
NIGERIA 204 568 772
NORVEGIA 1 1
PAESI BASSI 14 54 68
PAKISTAN 60 60
PALESTINA 154 154
PANAMA 1 1
PARAGUAY 4 5 9
PERU' 21 145 166
POLONIA 20 177 197
PORTOGALLO 1 22 23
REPUBBLICA CEKA 4 20 24
REPUBBLICA DOMINICANA 55 127 182
REPUBBLICA SLOVACCA 4 12 16
ROMANIA 185 1602 1787
RUANDA 14 14
SENEGAL 2 264 266
SIERRA LEONE 2 41 43
SINGAPORE 3 3
SIRIA 19 19
SLOVENIA 2 56 58
SOMALIA 3 21 24
SPAGNA 12 115 127
SRI LANKA 1 48 49
STATI UNITI D'AMERICA 4 5 9
SUDAFRICA 2 8 10
SUDAN 1 32 33
SURINAME 1 1
SVEZIA 3 3
SVIZZERA 2 21 23
TANZANIA 1 30 31
THAILANDIA 1 1
TOGO 1 14 15
TRINIDAD E TOBAGO 1 1
TUNISIA 19 2057 2076
TURCHIA 3 81 84
UCRAINA 23 129 152
UGANDA 2 3 5
UNGHERIA 3 48 51
URUGUAY 5 28 33
VENEZUELA 29 88 117
VIETNAM 2 2
YEMEN DEL NORD 2 2
ZAIRE 2 2

nazionalità non rilevata 3 20 23

Totale complessivo 1.302 18.534 19.836
 
io sto con oriana!!!

http://www.iostoconoriana.it/site/news.php

Le "Ragioni" di I.S.C.O. (Io Sto Con Oriana)
Stimolati a farlo da alcuni nostri lettori ecco, in sintesi, il nostro punto di vista sulla questione “Islam”. Pur senza nominarla mai, l’influenza del pensiero di Oriana Fallaci è evidente, senza di Lei il nostro livello di consapevolezza sulla questione non sarebbe mai arrivato a tanto!

1. ISCO nasce innanzitutto non per essere contro qualcosa o qualcuno, ma a favore della nostra cultura e identità Occidentale. Detto ciò, non possiamo fare a meno di vedere come sia in atto, in Italia e in Europa, un’invasione islamica. Questa non è solo un’opinione, è una constatazione, i fatti sono lì a dimostrarlo, i fiumi di parole sulla “rinascita dell’Islam” sono lì a dimostrarlo, le bombe sono lì a dimostrarlo, il proliferare di moschee e di centri culturali islamici sono lì a dimostrarlo, il numero sempre crescente di richieste da parte delle comunità islamiche (talvolta poste in modo arrogante) è lì a dimostrarlo, il numero di immigrati islamici che aumenta esponenzialmente è lì a dimostrarlo. L’obiettivo più o meno dichiarato è quello di trasformarci in Eurabia, di fare dell’Europa una terra islamica e chi non vede questo pericolo è miope o in malafede.

2. Noi prendiamo atto che, allo stato attuale, non esiste un “Islam moderato”, esistono musulmani moderati, ma questa è un’altra cosa. Un conto è la posizione del singolo, un’altra la posizione “istituzionalizzata”. Inoltre ci chiediamo: cosa significa l’espressione “Islam moderato”? Che non mette le bombe? Basta dunque soltanto questo per meritarsi l’appellativo di moderato? E’ moderato un islamico che segrega la moglie, che la obbliga a portare il burkah o il velo, che la picchia o giustifica chi lo fa o magari ne tiene più d’una ? E’ moderato un islamico che prima di tutto ubbidisce al Corano e poi, forse, alle nostre leggi, basta che non siano in contrasto con la sua fede? E’ moderato un islamico che non denuncerebbe mai un altro islamico anche se sapesse che è colpevole di atti terroristici? E’ moderato un islamico che non riconosce a se stesso e ad un altro la possibilità di uscire dall’islam, di cambiare religione o di diventare ateo? E’ moderato un islamico che considera un reato l’apostasia? E’ moderato un islamico che non discrimina tra ciò che è peccato e ciò che è reato? E quanto è moderato l’Islam istituzionale, quello che conta, quello delle moschee, quello degli imam che spesso predicano odio, quello che non condanna mai in modo chiaro il terrorismo islamico? Temiamo che “l’Islam moderato” sia una categoria concettuale (vuota) puramente occidentale o che, in modo davvero paradossale, proprio noi finiamo per dare più spazio a chi di moderato non ha nulla a scapito di chi, magari timidamente, tenta di far sentire la sua voce.

3. Noi crediamo che in Europa sia sotto gli occhi di tutti il fallimento del “multiculturalismo” inteso come diritto di identità irriducibile di tutte le comunità, come relativismo assoluto, come ideologica affermazione che tutte le culture sono uguali, incomparabili, ingiudicabili. Vogliamo lasciare che nascano ghetti d’illegalità, d’intolleranza, d’odio? Che si crei uno stato dentro uno stato? Inizialmente a macchia di leopardo, ma poi magari basato su territori sempre più ampi? Il riconoscimento acritico della cultura altra, il multiculturalismo esasperato elevato ad ideologia può trasformarsi facilmente in una bancarotta morale, in passività. Il multiculturalismo non può diventare un asettico contenitore di legalità multiple, non può ispirarsi solo al “quieto vivere”, non può accontentarsi della semplice tolleranza, non può renderci ciechi, sordi, muti.

4. Noi riteniamo che l’Occidente, l’Europa, abbia il diritto all’auto difesa dagli attacchi terroristici, ma soprattutto abbia diritto ad una difesa culturale che salvaguardi la sua identità. Paradossalmente siamo molto più preoccupati dell’invasione culturale e religiosa lenta e strisciante che non degli attentati passati e - temiamo – futuri.

5. Noi siamo convinti che sia stato un grosso errore non riconoscere nella Costituzione Europea le radici Cristiane; il Cristianesimo è stato, dal punto di vista sociologico, la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuto. Nessun’altra regge al confronto. Rispetto a lei tutte sembrano limitate. Senza il Cristianesimo ci saremmo scordati del Rinascimento e dell’Illuminismo; senza il Cristianesimo niente Rivoluzione francese, niente socialismo, niente liberalismo. Il Cristianesimo a cui facciamo riferimento è quello che ci appare come una maestosa scommessa che l’uomo fa con sé stesso, non tanto quello talvolta travisato o distorto dalla Chiesa cattolica o dalle Chiese protestanti, è il Cristianesimo che non corrisponde necessariamente a quanto afferma la Religione cristiana, nelle sua varie accezioni, Cattolica o Riformata o quant’altro. Neppure acconsentiamo a quel cristianesimo mal digerito e spesso utilizzato a rovescio di chi pretendeva di chiudere i cristiani in un bunker, chiuderne la porta e gettarne la chiave. Invece è quel Cristianesimo che crea punti di comprensione reciproca e di condivisione di obiettivi tra il credente, l’agnostico e l’ateo, quello che va oltre la metafisica e parla a tutti dell’uomo, di un’etica condivisibile, di un solidarismo responsabile. E di quell’uomo ne rivendica la coscienza, il libero arbitrio, la responsabilità, il destino. E’ il Cristianesimo che fa un elogio alla ragione, e quindi alla possibilità di scegliere e dove la scelta è consentita lì v’è libertà. Qui stanno i nostri principi, qui sta la nostra civiltà.

6. Noi proponiamo che si debba porre con forza la questione della reciprocità; non è più tollerabile tollerare gli intolleranti, non è più tollerabile l’uso strumentale che viene fatto delle nostre leggi liberali e democratiche, non è più tollerabile concedere tutto senza chiedere nulla in cambio. Ma allora, nel concreto, cosa occorrerebbe fare per dare sostanza al termine “reciprocità”? Innanzitutto esigere che gli stati occidentali chiedano:

• distinzione tra religione e stato
• pari dignità per uomini e donne, a qualsiasi livello
• libertà di culto per tutti nei paesi mussulmani
• libertà di conversione dall'Islam ad altre religioni
• libertà di costruire edifici di culto non islamici
• libertà di dire, stampare, insegnare altre visioni della realtà da quella islamica
• libere elezioni e libera dialettica democratica

7. Noi siamo dell’idea che, se davvero si vuole costruire una società di pace, l’islam debba smettere di prevaricare, debba accettare le conversioni come frutto di convinzione personale e non di pressioni e intimidazioni, debba accettare il confronto fatto con la forza delle argomentazioni e non con le minacce, debba lascare liberi i suoi fedeli di cambiare religione o di diventare atei, debba cancellare il reato di apostasia (un abominio nel terzo millennio), debba accettare una visione laica del mondo separando fede e politica, debba compiere lo sforzo di leggere i suoi libri sacri in chiave interpretativa e non letterale, debba accettare la piena parità tra uomo e donna. Fino a che ciò non accadrà l’islam resterà un problema (esiste un problema Buddismo? O Taoismo? O Cristianesimo? ). Noi, l’Europa, l’Occidente, dobbiamo aiutare questo processo senza debolezze o tentennamenti.

8. Noi constatiamo che, piaccia o non piaccia, è in atto uno scontro di civiltà, (usate pure altri termini linguistici se vi pare, ma la sostanza non muta) scontro che certamente va ricomposto il prima possibile e nel modo migliore. Il primo passo per fare questo però sta nel non avere paura ad ammetterlo, negarlo, rimuoverlo non aiuta, anzi rende il processo di ricomposizione più lungo e difficile, ci lascia in un pantano d’immobilismo e di fraintendimenti paralizzanti. La psicanalisi ci ha insegnato che per poter risolvere un problema occorre prima di tutto ammettere di avere un problema, se non lo ammettiamo a noi stessi non ne usciremo mai. D’altra parte la storia dell’Umanità è storia di contrasti e opposizioni, fa parte della categoria più pesante che domina il mondo, (e la filosofia questo la sa bene) ovvero il “divenire”.

9. Noi temiamo che l’Occidente, quello dei popoli che condividono gli stessi princìpi, valori, ideali, impegni religiosi stia attraversando un profondo periodo di crisi d’identità; per secoli ha coltivato la convinzione che la verità, la libertà, la democrazia, la tolleranza, il rispetto, la compassione, e molti altri valori collegati, fossero stati forgiati in un posto ma validi in tutti i posti. È da questa convinzione che sono nate le Carte, le Convenzioni, le Dichiarazioni sui diritti umani, che appunto si dicono universali, ad esempio quella delle Nazioni Unite. Oggi l'universalismo è entrato in crisi ed è stato rimpiazzato dal suo estremo opposto, il relativismo, una dottrina secondo la quale le tradizioni, le culture, le civiltà, sono sistemi autonomi e chiusi, ciascuna con propri criteri di valore e con proprie procedure di validazione. Ma se ci manca un credo, una fede, un legame spirituale, non potremo giustificare tutti quei nobili valori - la libertà, la democrazia, la tolleranza, il rispetto, la fratellanza, eccetera - che pure noi stessi professiamo e non potremo neppure proporli come esempio ad altri, visto che non ci crediamo neppure noi. Se smarriamo la nostra identità non potremo rispettarla e difenderla e neppure confrontarci con nessuno o intrattenere un dialogo con alcuno se, in partenza, sosteniamo che non c'è nessuna verità da affermare, nessun valore da preferire, nessun principio che valga la pena essere difeso.

10. Noi crediamo che l’Islam, alla fine, non prevarrà semplicemente perché, se rimane ciò che è ora, è contro Ragione, è contro l’innato senso dell’uomo di progredire e di andare avanti, è contro ogni logica, è uno stagno e alla fine uno stagno non può competere con l’oceano. Noi auspichiamo, speriamo, che alla lunga l’Islam perderà il confronto con l’occidente, imploderà, si frantumerà e diventerà una religione come le altre. Siamo ottimisti quindi? Nell’immediato no, ma nel futuro sì, non c’è alternativa, occorre esserlo per forza. Più l’Islam entrerà in commistione con l’Occidente più la sua forza diminuirà, verrà “contaminato”, criticato dall’interno, messo in discussione dagli stessi musulmani, dalle donne innanzitutto. La Storia ha un andamento ciclico, spesso fa strani giri, ma non torna mai indietro fino in fondo. Certo non possiamo pensare che tutto accada magicamente, dobbiamo metterci del nostro. Quello che ci domandiamo e che ci angustia è: quanto dovremo ancora pagare?
 
ma,noi ariani,oops, diciamo WASP, siamo così integerrimi?
le nostre piccole dorate case,sono cosi' linde?
io ho dei dubbi.
 
paper2006 ha scritto:
ma,noi ariani,oops, diciamo WASP, siamo così integerrimi?
le nostre piccole dorate case,sono cosi' linde?
io ho dei dubbi.
Solo che siamo a casa nostra!, caro il mio radical-chic supporter degli sfruttatori del lavoro a basso prezzo.
 
Stato
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