CURVE INVERTITE: una call sulla recessione e non solo
Scritto il
12 Agosto 2022 alle 07:36 da
Danilo DT
E il
tasso inflazione forse ha fatto un picco. Ieri i mercati sono stati presi di sorpresa per un dato migliore delle attese. Il che fa anche un po’ sorridere ma in realtà basta poco per creare positività in un mercato scarno di emozioni.
(…) L’
inflazione Usa che rallenta a luglio dà un sollievo ai mercati finanziari spingendo in rialzo le Borse europee e i titoli di Stato e riportando l’euro ai massimi da oltre un mese nei confronti del dollaro. Il +8,5% sull’anno dei prezzi al consumo Usa registrato a luglio, dopo il +9,1% precedente, e il +5,9% della componente core (in linea con giugno) riducono i timori di mosse ancora più aggressive sui tassi da parte della Federal Reserve a settembre ma gli analisti non sono inclini a pensare che siamo a una svolta per la politica monetaria Usa: se il dato generale potrebbe aver raggiunto il suo picco, da verificare è l’andamento nei prossimi mesi di fattori come i prezzi degli affitti prima di poter concludere che la banca centrale sia pronta a modificare il proprio approccio. (…)
[Source]
Quindi sembra che le cose inizino a cambiare per il meglio. Ma come tutte le volte, ci sono elementi che poi vanno in contrasto con queste news che, come potrete ben capire, n on sono certo da “
strapparsi i capelli” visto che parliamo di un tasso inflazione al +8.5% e non al 5%.
La frenata inflattiva (si fa per dire) è comandata soprattutto dal petrolio. Causa anche rallentamento economico. E proprio a questo proposito, infatti, possiamo aprire una bel discorso. Infatti ormai la parola più temuta non è INFLAZIONE ma
RECESSIONE.
Ed un modo per poterla prevedere è l’analisi del differenziale di rendimento
10y-2y.
Cosa significa questo
spread 10-2? In linea di massima, quando i rendimenti dei titoli a 2 anni sono maggiori di quelli a 10 anni si parla di “curva invertita”, il che è una cosa anomala perché il tempo non è più premiato ma si sconta un altro fattore.
Infatti si sconta un atteggiamento più strong da parte delle banche centrali (Che operano nel breve termine e combattono l’inflazione) ma poi l’economia è vista in rallentamento e allora le stesse banche centrali, per stimolare la crescita, taglieranno i tassi di interesse, proprio perché è prevista la
RECESSIONE.
Guardate ad esempio il
differenziale 10-2 USA
Come potete vedere, quando si inverte (e va in negativo) l’anno successivo arriva il rallentamento e la recessione. La cosa curiosa è che molte curve dei tassi hanno già una configurazione invertita.
Qui abbiamo la curva dei tassi del cosiddetto
G7
Canada, UK e USA chiaramente invertite mentre invece… In Europa? Sembra che non ci sia segno di recessione in arrivo. Possibile?
In realtà si perché come è noto la politica monetaria può anche portare a delle anomalie. Se adesso la curva USA già sconta uno scenario di questo genere visto proprio gli interventi previsti dalla FED, in Eurozona ancora non è così. La BCE si trova a dover ancora combattere l’inflazione e soprattutto un rischio economico che mette in dubbio la solvibilità dei vari paesi. Guardate la curva italiana, il premio al rischio lo si vede bene. E se abbiamo tassi in salita e recessione (quello che mi aspetto in Europa) cosa significa secondo voi? Tassi che salgono per un’inflazione che non si normalizza.
STAGFLAZIONE baby….
STAY TUNED!
Danilo DT