............C’è tuttavia qualcosa che non quadra in questa ipotesi che, sia pure con molta cautela (vedi l’intervista al Corriere dell’ambasciatore Massari) sembra condivisa anche dalle nostre autorità.
Che interesse avevano le autorità egiziane ad arrestare, torturare e fare ritrovare il cadavere di un giovane italiano proprio nel momento in cui si trovava al Cairo una delegazione di 60 imprenditori capeggiati dalla ministra Guidi con l’obbiettivo di investire nel Paese e migliorare gli scambi commerciali?
E, forse ancora più importante, nel momento in cui l’Occidente si prepara, in collaborazione con l’Egitto, a tentare di cacciare l’ISIS dalla vicina Libia?
E’ possibile, naturalmente, che nella circostanza una branca dei servizi abbia agito di propria iniziativa, tenendo all’oscuro i vertici del Paese.
E’ accaduto, e continua ad accadere, in Paesi ben più progrediti ed avanzati dell’Egitto.
Ma se anche fosse così, che senso aveva “scoprire” il cadavere martoriato del giovane in un momento tanto delicato, quando sarebbe stato semplicissimo farlo sparire per sempre sotto le sabbie del deserto?