dal sito del Corriere della Sera:
Non esce da 163 estrazioni: prevista vincita di 1,5 miliardi di euro
Lotto, il 53 a Venezia può far saltare il banco
«O viecchio» per la smorfia napoletana. Sul numero fino
al 60% delle giocate. C’è chi ha ipotecato la casa
ROMA - Tutta colpa del vecchio: il 53,’o viecchio per la smorfia napoletana. Il grande ritardatario non esce sulla ruota di Venezia da 163 estrazioni. Non è un record assoluto, per carità: a Roma l’8 si fece attendere per 201 estrazioni e quando finalmente si concesse, era il 23 agosto del 1941, le campane della Capitale suonarono a festa nonostante il periodo tutt’altro che allegro. Per il 55 a Bari di estrazioni ne abbiamo aspettate 196, per il 67 a Venezia 192, per il 17 a Cagliari 167. Ma questa volta è diverso. Questa volta il Lotto, e lo Stato che tiene il banco, rischia di prendere una mazzata vera e pagare più di quanto riscosso. Quando il 53 si deciderà ad uscire, le vincite saranno così numerose che anche le casse della Repubblica ne risentiranno:
si parla di 1 miliardo e mezzo di euro, un quarto della copertura trovata per il taglio delle tasse tanto per avere un’idea.
RITARDO - Il fatto è che sul grande ritardatario scommettono tutti. Un esempio estremo? Una pensionata della provincia di Frosinone che in due mesi ha bruciato 80 mila euro ed è finita nelle mani degli usurai impegnando persino la casa. Non tutti sono così sprovveduti, resta il fatto che sabato la ruota di Venezia ha assorbito il 60% delle puntate di tutta Italia. C’è sì chi gioca ancora i numeri che sogna la notte o la data di compleanno della fidanzata. Chi si affida alla fortuna punto e basta, insomma. Ma sono in crescita quelli che il segreto per vincere lo cercano nella statistica, convinti che i numeri più attesi hanno più probabilità di uscire rispetto agli altri. Statisticamente parlando una fesseria. Una fesseria che quattro anni fa è costata alla Lottomatica il rimprovero dell’Antitrust: «I numeri che non escono da parecchie estrazioni favoriscono il tuo appuntamento con la fortuna», diceva lo slogan giudicato ingannevole.
SCOMMESSE - Ma che ha contribuito a far crescere il Lotto reclutando, al fianco dei vecchietti che usano la smorfia, anche scommettitori diversi, magari orfani di un Totocalcio in difficoltà, e alla ricerca di un approccio (pseudo) scientifico. Così si è sviluppato quel sottobosco di esperti che al telefono sono pronti a vendere il sistema giusto basato sul calcolo dei ritardi. Ma adesso l’arma rischia di ritorcersi contro chi l’ha sfruttata e bisogna correre ai ripari.
Ne è consapevole Manlio Contento, il sottosegretario alla Finanze con delega ai giochi, che la questione l’aveva posta già due mesi fa: «Gli introiti sono in aumento - aveva detto - ma bisogna affrontare quanto prima il problema dei consumatori che si concentrano sempre più sui ritardatari». I primi rimedi sono nella Finanziaria: l’aumento delle somme pagate per la cinquina, la quaterna, e tutte le vincite che distolgono dalla caccia al numero più atteso.
E poi il raddoppio delle tasse da pagare sulle vincite che passano dal 3 al 6%. Si era parlato addirittura del 10% ma si correva il rischio di uccidere quella che per le casse della Repubblica resta una gallina dalle uova d’oro con quasi 3 miliardi di entrate solo nel 2004. Queste misure, però, entreranno in vigore il prossimo anno e nel frattempo il 53 di Venezia resta in agguato. Nei corridoi dei Monopoli di Stato e della Lottomatica non ne parlano con piacere. L’ordine di scuderia è smorzare, sdrammatizzare, sopire. E incrociare le dita: magari tra un mese la gente si è stufata, comincia a puntare su altri numeri e se il 53 dovesse uscire il banco non salterebbe più. Ma i giocatori del Lotto hanno la memoria lunga.
Lorenzo Salvia
3 dicembre 2004