Salve a tutti.
E' la prima volta che posto qui.
Seguo la discussione su questo forum dal venerdì "caldo" di 24 giugno, quando uni scendeva a 1,31 e veniva anche bloccata, io quel giorno ci entravo pesante riuscendo a mediarla ad un prezzo di 1,43.
E' un piacere e punto di riferimento leggere Freesurfer e Stockexchange.
A questo proposito della discussione vi segnalo questo articolo dell'economista docente di Scienze Economiche dell'Università degli studi di Bologna Giorgio Gattei in data 22 aprile 2011:
...Di fronte a tanto pericolo si è ricorso ad un sostegno dei consumi delle famiglie mediante concessione indiscriminata di mutui. Ma però, per le mancate garanzie sui crediti concessi, si è profilata l’ombra di un default generalizzato dei creditori (nella fattispecie banche ed investitori istituzionali), sono stati gli Stati a correre al loro salvataggio mediante massicce sovvenzioni monetarie coperte da emissioni straordinarie di titoli pubblici. Così, al pari delle famiglie, pure gli Stati si sono indebitati dando luogo ad un indebitamento complessivo (pubblico + privato) che per gli
Stati Uniti è pari al 360% del PIL e in Gran Bretagna del 469% (in Italia, per confronto, siamo al 298%).
Ora tanta massa debitoria sta curiosamente concentrando la propria scadenza nel prossimo anno 2012 e seguenti (solo per il debito privato americano si stimano 700 miliardi di dollari dal 2012 al 2014)
e a quelle date dovrà essere rimborsata, a meno che non possa essere rinnovata. Ma ci saranno abbastanza nuovi sottoscrittori? (Ad esempio, per le necessità di ricostruzione del Giappone disastrato dal terremoto, dallo tsunami e dall’incidente nucleare si paventa che ben difficilmente i risparmiatori giapponesi sottoscriveranno le prossime emissioni di titoli americani). Bisogna quindi che ci si dia da fare per incentivare la formazione di un risparmio nazionale capace di sottoscrivere il debito privato di nuova emissione, mentre per il debito pubblico la soluzione è più drastica: deve essere ridotto a colpi d’aumento delle tasse, di riduzione della spesa e di compressione delle retribuzioni (per l’Europa si parla di un salasso pari a 300 miliardi di euro). Però è chiaro che ciò avrà come conseguenza una diminuzione dei consumi interni ed anche esteri (così che, reciprocamente, non si potrà contare sulle eventuali esportazioni ad altri), mentre il rialzo del tasso d’interesse necessario per rendere appetibile il ritorno alla “virtù” del risparmio (una tendenza che la BCE ha appena inaugurato) non potrà che scoraggiare gli investimenti produttivi, precipitando il nostro “Titanic” in una recessione economica accompagnata da proletarizzazione sociale....
qui c'è il link dell'intero articolo
Presentazione "Ballando sul Titanic" - CSA Vittoria
certo che a leggerlo mette un bel pò di apprensione!