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UniCredit, comitato "breve" ma su governance restano nodi -fonti
Reuters - 25/10/2010 19:15:12
MILANO, 25 ottobre (Reuters) - Malgrado un comitato nomine odierno breve e tranquillo, sulla nuova governance di UniCredit non è ancora tutto definito, a meno di 24 ore dal Cda chiamato a vagliare la proposta formulata dal nuovo Ad Federico Ghizzoni.
Il comitato nomine di oggi, che ha preparato il terreno per il consiglio di domani, si è svolto in "un clima molto costruttivo e tranquillo", riferisce una fonte vicina alla situazione. Clima testimoniato anche dalla breve durata del comitato, che si è protratto per circa un'ora.
"Ghizzoni ha illustrato la sua proposta che ha raccolto un generale consenso", spiega la fonte.
Tutto fa pensare che la proposta sia quella riferita alcuni giorni fa da una fonte della banca, che assegnava a Roberto Nicastro e Sergio Ermotti il ruolo di direttori generali con deleghe rispettivamente nel retail e nel corporate, e a Paolo Fiorentino quello di 'chief operating officer', segnando in sostanza una linea di continuità rispetto alla vecchia governance, che vedeva quattro deputy-ceo, tra cui lo stesso Ghizzoni, sotto Alessandro Profumo.
"L'idea è procedere verso una stabilizzazione, senza altre uscite traumatiche di manager e vedere poi come va. Ma c'è ancora molta incertezza", dice però una seconda fonte vicina alla situazione.
Ancora ieri una fonte sottolineava infatti le resistenze di Ermotti ad accettare una ripartizione delle deleghe che attribuisca un maggior peso a Nicastro. "In quel caso si comincia con due dg e si finisce con uno", aggiungeva.
Il tema delle deleghe, più chiaramente dei confini di responsabilità e quindi di forza dei due direttori generali, è evidentemente assai più che un dettaglio organizzativo: è il cuore della governance della banca.
Dare più spazio e potere operativo a Nicastro, oggi deputy-ceo con la responsabilità strategica della rete degli sportelli, insomma della parte più tradizionale di fare banca, significa spostare il baricentro più vicino al territorio, tema caro alle fondazioni azioniste e al partito politico - la Lega Nord - che negli ultimi mesi ha giocato un ruolo importante nell'addio di Profumo.
Per Ermotti, attuale capo del Corporate & Investment Banking - cui la stampa ha dato in queste settimane la patente di pupillo del presidente Dieter Rampl - significherebbe accettare una linea che indebolisce il suo ruolo ma soprattutto che attenua la vocazione di banca internazionale di UniCredit, interpretava la fonte.
Ghizzoni, dal canto suo, è chiamato a una prova importante: dimostrare la coesione del management dopo l'addio di Profumo.
Sul fronte degli azionisti, le fondazioni - Cariverona, Crt e Carimonte quelle con più peso azionario - "stanno alla finestra" riservandosi di valutare le decisioni di Ghizzoni, riferiscono diverse fonti.
Oggi tuttavia il presidente di Fondazione Cassamarca Dino De Poli ha espresso chiaramente la sua preferenza per un unico direttore generale. "UniCredit deve stare attenta, perché bisogna che il dg sia capace di una gestione forte e unitaria e pubblicizzabile. Altrimenti si rischia la divisione delle spoglie del caro estinto", ha detto De Poli.
Ghizzoni in serata è atteso da un impegno istituzionale a Treviso in agenda da tempo e coglierà l'occasione per incontrare proprio De Poli, come preannunciato dallo stesso presidente dell'ente trevigiano.
La cronaca della giornata merita di registrare che l'AD ha lasciato in macchina la sede di UniCredit intorno a mezzogiorno con il vicepresidente Fabrizio Palenzona. Dopo circa un'ora sono usciti gli altri componenti del comitato: i vicepresidenti Luigi Castelletti e Vincenzo Calandra Bonaura e Luigi Maramotti. Non è stato visto entrare o uscire Francesco Giacomin.