Usa, le nuvole sul sereno (1 Viewer)

sharnin

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Usa, le nuvole sul sereno
Ben Bernanke, nuovo governatore della Fed, alle prese con problemi mai visti prima
Analisti preoccupati sui media Usa. Il governatore ha poca esperienza, avrà il tempo di «crescere» e affrontare tutte le sfide già alle porte?
FRANCESCO PICCIONI

Inizio d'anno sereno per l'economia americana. I dati più attesi tendono tutti al bel tempo. Wall Street vede crescere il valore dei titoli azionari, l'indice Ism dei servizi aumenta di un punto, le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione sono scese a 291.000 alla settimana, il minimo degli ultimi 5 anni. Restano sempre lì i dati meno buoni: il petrolio stabilmente sopra i 63 dollari al barile, il rendimento dei titoli di stato a 10 anni identici o inferiori a quelli dei titoli a sei mesi (un «enigma», lo ha definito Alan Greenspan, presidente uscente della Federal Reserve, che indicherebbe però una recessione alle porte), il deficit della bilancia dei pagamenti e quello federale (il nostro «deficit pubblico») ormai palesemente incontrollabili.
Così, a dispetto del bel tempo di questi giorni, gli analisti più attenti si interrogano sul breve termine. L'austero e iperliberista Wall Street Journal mostrava ieri il titolo «La notte del debito vivente» sopra una vignetta in cui si aggirano «consumatori zombie». L'articolo non era più ottimista, e neanche meno impressionistico. Si parte con le «zombies companies», società non più attive almeno a datare dall'esplosione della bolla giapponese - negli anni `90 - ma «che le banche rifiutano di cancellare per paura di svelare per intero quanti crediti inesigibili hanno registrato nei loro libri contabili» (i crediti esigibili si iscrivono nella colonna «positiva» dei bilanci, mentre quelli imputati ad aziende fallite finiscono nella colonna «rossa», come passività). Per arrivare ai «consumatori zombie», dato che nell'anno appena concluso «il tasso di risparmio individuale è diventato negativo; in altre parole, gli americani hanno speso più soldi di quanti ne abbiano prodotti, per la prima volta - ahimé! - dalla Grande Depressione». Espressione da sempre vietata nella letteratura economica Usa.
Soltanto il giorno prima altri analisti si chiedevano - sulla Cnn - se Ben Bernanke (nominato da Bush capo della Fed come sostituto di Greenspan) «riuscirà a diventare grande abbastanza in fretta». Si affollano alla sua porta almeno cinque problemi enormi. Il primo è l'inevitabile sgonfiamento della «bolla immobiliare». Se sarà lento, Bernanke potrà respirare; ma se avverrà con un'esplosione, ne verranno travolti non solo venditori e costruttori di case, ma anche i mercati finanziari. Il secondo è la possibile crisi degli hedge fund, specializzati in investimento ad alto rendimento e altrettanto alto rischio, che sono diventati ormai «i giocatori più grandi sui mercati finanziari». Settecento di essi vanno ogni anno in bancarotta, per un capitale complessivo già paragonabile a quello coinvolto nel «default» dei bond russi, nel 1998.
Il terzo problema è di politica interna Usa. Le elezioni di mezzo termine, quest'anno, potrebbero creare una maggioranza parlamentare favorevole all'approvazione di una delle tante proposte di «dure sanzioni» nei confronti delle importazioni cinesi. La Cina potrebbe rispondere rallentando o fermando l'acquisto di buoni del tesoro Usa, che fin qui ha coperto buona parte dei «deficit gemelli». Sarebbe il via alla svalutazione selvaggia del dollaro, con conseguenze semplicemente inimmaginate. La Fed, in quel caso, sarebbe costretta a una scelta tra due vie opposte, ma egualmente rischiose: aumentare i tassi di interesse per contenere l'inflazione e attirare altri capitali stranieri, oppure abbassare i tassi per sostenere un'economia a quel punto cianotica.
Il quarto sarà forse il primo in ordine di tempo: altri consistenti aumenti nel settore energetico porterebbero la Fed allo stessi bivio appena descritto. Ultimo, ma principale per le implicazioni psicologiche di una nazione, la possibile bancarotta di due pilastri dell'american way of life: General Motors e Ford. Non sono solo due dei più grandi fabbricanti di automobili, ma anche i principali emittenti di obbligazioni corporate, da tempo peraltro ridotte da Standard & Poor al rango di «spazzatura». Un loro crollo porterebbe anche alla più grande contrazione del credito mai vista negli Usa (dal 1929!).
Bernanke dovrò sbrigarsi a «diventare grande», dunque. Questi cinque macro-problemi sono tutti collegati fra loro. Ma forse non si presenteranno tutti insieme. Forse.
 

eraclito

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sharnin ha scritto:
Usa, le nuvole sul sereno
Ben Bernanke, nuovo governatore della Fed, alle prese con problemi mai visti prima
Analisti preoccupati sui media Usa. Il governatore ha poca esperienza, avrà il tempo di «crescere» e affrontare tutte le sfide già alle porte?
FRANCESCO PICCIONI

Inizio d'anno sereno per l'economia americana. I dati più attesi tendono tutti al bel tempo. Wall Street vede crescere il valore dei titoli azionari, l'indice Ism dei servizi aumenta di un punto, le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione sono scese a 291.000 alla settimana, il minimo degli ultimi 5 anni. Restano sempre lì i dati meno buoni: il petrolio stabilmente sopra i 63 dollari al barile, il rendimento dei titoli di stato a 10 anni identici o inferiori a quelli dei titoli a sei mesi (un «enigma», lo ha definito Alan Greenspan, presidente uscente della Federal Reserve, che indicherebbe però una recessione alle porte), il deficit della bilancia dei pagamenti e quello federale (il nostro «deficit pubblico») ormai palesemente incontrollabili.
Così, a dispetto del bel tempo di questi giorni, gli analisti più attenti si interrogano sul breve termine. L'austero e iperliberista Wall Street Journal mostrava ieri il titolo «La notte del debito vivente» sopra una vignetta in cui si aggirano «consumatori zombie». L'articolo non era più ottimista, e neanche meno impressionistico. Si parte con le «zombies companies», società non più attive almeno a datare dall'esplosione della bolla giapponese - negli anni `90 - ma «che le banche rifiutano di cancellare per paura di svelare per intero quanti crediti inesigibili hanno registrato nei loro libri contabili» (i crediti esigibili si iscrivono nella colonna «positiva» dei bilanci, mentre quelli imputati ad aziende fallite finiscono nella colonna «rossa», come passività). Per arrivare ai «consumatori zombie», dato che nell'anno appena concluso «il tasso di risparmio individuale è diventato negativo; in altre parole, gli americani hanno speso più soldi di quanti ne abbiano prodotti, per la prima volta - ahimé! - dalla Grande Depressione». Espressione da sempre vietata nella letteratura economica Usa.
Soltanto il giorno prima altri analisti si chiedevano - sulla Cnn - se Ben Bernanke (nominato da Bush capo della Fed come sostituto di Greenspan) «riuscirà a diventare grande abbastanza in fretta». Si affollano alla sua porta almeno cinque problemi enormi. Il primo è l'inevitabile sgonfiamento della «bolla immobiliare». Se sarà lento, Bernanke potrà respirare; ma se avverrà con un'esplosione, ne verranno travolti non solo venditori e costruttori di case, ma anche i mercati finanziari. Il secondo è la possibile crisi degli hedge fund, specializzati in investimento ad alto rendimento e altrettanto alto rischio, che sono diventati ormai «i giocatori più grandi sui mercati finanziari». Settecento di essi vanno ogni anno in bancarotta, per un capitale complessivo già paragonabile a quello coinvolto nel «default» dei bond russi, nel 1998.
Il terzo problema è di politica interna Usa. Le elezioni di mezzo termine, quest'anno, potrebbero creare una maggioranza parlamentare favorevole all'approvazione di una delle tante proposte di «dure sanzioni» nei confronti delle importazioni cinesi. La Cina potrebbe rispondere rallentando o fermando l'acquisto di buoni del tesoro Usa, che fin qui ha coperto buona parte dei «deficit gemelli». Sarebbe il via alla svalutazione selvaggia del dollaro, con conseguenze semplicemente inimmaginate. La Fed, in quel caso, sarebbe costretta a una scelta tra due vie opposte, ma egualmente rischiose: aumentare i tassi di interesse per contenere l'inflazione e attirare altri capitali stranieri, oppure abbassare i tassi per sostenere un'economia a quel punto cianotica.
Il quarto sarà forse il primo in ordine di tempo: altri consistenti aumenti nel settore energetico porterebbero la Fed allo stessi bivio appena descritto. Ultimo, ma principale per le implicazioni psicologiche di una nazione, la possibile bancarotta di due pilastri dell'american way of life: General Motors e Ford. Non sono solo due dei più grandi fabbricanti di automobili, ma anche i principali emittenti di obbligazioni corporate, da tempo peraltro ridotte da Standard & Poor al rango di «spazzatura». Un loro crollo porterebbe anche alla più grande contrazione del credito mai vista negli Usa (dal 1929!).
Bernanke dovrò sbrigarsi a «diventare grande», dunque. Questi cinque macro-problemi sono tutti collegati fra loro. Ma forse non si presenteranno tutti insieme. Forse.


E aridaglie con le catastrofi imminenti
ma chi è Piccini?
sarebbe bene rendersi conto che stiamo parlando degli USA...
la prima potenza economica, e militare,
e purtroppo ....qualcuno pagherà per loro....
non c'è nessuno che ha la forza per contrastarli...
E allora?
Pensiamo alla salute.
E.
 

vicenzatrader

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per eraclito
__________________________________

guarda che gli USA sono i primi al mondo ...
per il debito che hanno con l'intero pianeta ...
sono il paese + indebitato del mondo, con livelli di indbitamento
mai raggiunti anche a livveli storici passati

nell'estate del '29 il debito sul pil era del 240 %
oggi è oltre il 290 % (e senza dollaro ancorato all'oro)

per chi non lo avesse ancora capito
negli usa stanno lucidando le maniglie del titanic
 

optaridon

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vicenzatrader ha scritto:
per eraclito
__________________________________

guarda che gli USA sono i primi al mondo ...
per il debito che hanno con l'intero pianeta ...
sono il paese + indebitato del mondo, con livelli di indbitamento
mai raggiunti anche a livveli storici passati

nell'estate del '29 il debito sul pil era del 240 %
oggi è oltre il 290 % (e senza dollaro ancorato all'oro)

per chi non lo avesse ancora capito
negli usa stanno lucidando le maniglie del titanic


Pensi che si tornerà al baratto? :eek:
Ciao
 

eraclito

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vicenzatrader ha scritto:
per eraclito
__________________________________

guarda che gli USA sono i primi al mondo ...
per il debito che hanno con l'intero pianeta ...
sono il paese + indebitato del mondo, con livelli di indbitamento
mai raggiunti anche a livveli storici passati

nell'estate del '29 il debito sul pil era del 240 %
oggi è oltre il 290 % (e senza dollaro ancorato all'oro)

per chi non lo avesse ancora capito
negli usa stanno lucidando le maniglie del titanic

Dimmi la verità, ma tu pensi veramente che gli amerikani siano disposti a diventare un paese di straccioni?
Per quanto ci riguarda dobbiamo solo sperare che risolvano la situazione ..."economicamente" altrimenti da qualche parte scoppieranno fuochi artificiali mai visti.
Di quelli col botto grosso, ma molto grosso.
E allora sanno guai grossi per tutti, amici e nemici.
Stai in pace.
E.
 

eraclito

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optaridon ha scritto:
vicenzatrader ha scritto:
per eraclito
__________________________________

guarda che gli USA sono i primi al mondo ...
per il debito che hanno con l'intero pianeta ...
sono il paese + indebitato del mondo, con livelli di indbitamento
mai raggiunti anche a livveli storici passati

nell'estate del '29 il debito sul pil era del 240 %
oggi è oltre il 290 % (e senza dollaro ancorato all'oro)

per chi non lo avesse ancora capito
negli usa stanno lucidando le maniglie del titanic


Pensi che si tornerà al baratto? :eek:
Ciao

Caro amico vedo che non hai centrato il problema.
Mi spiace per te.
E.
 

frasci

Forumer attivo
gli usa hanno un solo modo x salvarsi

scatenare una 3 guerra mondiale e il
sistema finanziario si mette ha posto
da solo
purtroppo e cosi e cosi faranno
e tutto scritto :ciao:

ciao
 

sharnin

Forumer attivo
Voi pensate che i viennesi fossero disposti ad accettare il crollo dell'Impero austro-ungarico?
Beh, se ne sono accorti il giorno dopo, e allora era troppo tardi.
Gli americani faranno lo stesso.
 

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