Usa, treni alla riscossa

Le ferrovie mostrano con orgoglio i risultati record del 2005 nel trasporto merci, specialmente in quello intermodale. Aumentano i container provenienti dall'Asia, mentre l'autotrasporto è in crisi a causa del prezzo del carburante e della mancanza di autisti. Ma la crescita dei volumi diminuisce le prestazioni del sistema ferroviario: cala la velocità commerciale e aumentano i tempi di stazionamento delle unità di carico nei terminal. E aumentano anche le tariffe.


L'aumento delle importazioni dall'Asia - e in particolare dalla solita Cina - ha sicuramente reso felici gli azionisti delle compagnie ferroviarie statunitensi. Milioni di container sbarcano sulle banchine dei porti occidentali e devono essere inoltrate in tutti gli States. Sempre di più lo fanno su rotaia, a causa anche della crisi dell'autotrasporto statunitense, schiacciato dai crescenti prezzi del carburante e dalle difficoltà nel trovare autisti per le lunghe distanze.

I dati pubblicati dall'Association of American Railroads (AAR) mostrano un'annata record del trasporto merci su rotaia. I migliori risultati si registrano nel traffico intermodale (container e semirimorchi): nel 2005 i treni nordamericani hanno caricato 11.693.512 unità, con un incremento del 6,4% rispetto al 2004, che già era stato un anno record. Risultati positivi anche nel traffico tradizionale, anche se l'incremento è notevolmente inferiore rispetto all'intermodale: 17.213.376 carri, con una crescita dello 0,9%. Il traffico complessivo è stato di 1.690.000 miliardi di tonnellate per miglia, con una crescita del 2,4%.

Questi risultati operativi stanno gonfiando i portafogli delle compagnie ferroviarie statunitensi, che sono a capitale privato. Quella più grande, la Union Pacific, mostra un fatturato di 13,6 miliardi di dollari, con un incremento dell'11% rispetto l'anno precedente. L'utile è balzato ad un miliardo di dollari, contro 604 milioni del 2004. La seconda compagnia è la Burlington Northern Santa Fe, che presenta anch'essa bilanci record: fatturato di 13 miliardi di dollari (+19%), con utile operativo di 1,5 miliardi di dollari (+93%). La CSX, terza in classifica, non è da meno: fatturato di 8,6 miliardi di dollari (+7%) e utile di 1,2 miliardi, con un incremento percentuale di ben il 237%. La tallona la Norfolk Southern, che ha prodotto nel 2005 un fatturato di 8,5 miliardi di dollari (+17%) e utile operativo di 1,3 miliardi (+39%).

Questi dati finanziari mostrano che le ferrovie hanno saputo trasformare una forte crescita del trasporto in un altrettanto robusto incremento dei profitti. Matthew Rose, direttore generale di Burlington Northern Santa Fe ha descritto questa situazione come un "radicale cambiamento della domanda di trasporto ferroviario, che rappresenta una grande occasione di crescita". L'aumento della domanda ha provocato, ovviamente, anche un incremento delle tariffe, che da una stima della rivista statunitense Logistics Management hanno registrato un aumento medio, da novembre 2004 a novembre 2005, del 15%.

Ma c'è anche il rovescio della medaglia: i grandi flussi di unità intermodali che si sono riversati sulla rotaia hanno ridotto le prestazioni dell'intero sistema ferroviario. La AAR stima che la velocità media dei treni è diminuita di 0,3 miglia per ora (4,8 km/h), attestandosi su un valore di 21,1 miglia per ora (40 km/h). Il tempo medio di stazionamento delle unità di carico nei terminal è passato dalle 28,7 ore del 2004 alle 30,5 ore del 2005.

Per mantenere l'attuale ritmo di crescita, le ferrovie statunitensi dovranno quindi investire una buona parte delle loro entrate nel potenziamento delle linee. Le principali compagnie lo stanno già facendo, anche se i risultati si avranno su tempi piuttosto lunghi. Più che costruire nuove linee, le compagnie cercano di rendere più efficienti quelle esistenti e, soprattutto, di modernizzare i terminal intermodali, specialmente quelli situati lungo le principali direttrici di traffico. Il corridoio più importante nel trasporto intermodale è quello che collega Los Angeles e Long Beach con Chicago.

Burlington Northern Santa Fe ha annunciato che investirà 2,4 miliardi di dollari per la costruzione di nuovi binari e per l'acquisto di 9000 vagoni a doppio piano e 310 locomotive. Union Pacific nel 2006 stanzierà 2,7 miliardi (dopo i 2,9 miliardi già spesi nel 2005) destinati alla modernizzazione delle linee, all'acquisto e noleggio di materiale rotabile (2700 vagoni e 200 locomotive) e all'assunzione di formatori ed ingegneri.

Per il 2006, i dirigenti delle principali compagnie restano ottimisti. Il trend di crescita dovrebbe proseguire, come afferma Jim Young, presidente di Union Pacific: "Prevediamo che la domanda continuerà ad essere sostenuta, specialmente nel trasporto intermodale e in quello del carbone".
 

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