travis ha scritto:
Comunque dopo varie domande su vari forum e varie letture ci sono ancora cose non chiare. Perché la volatilità del Vix o Vix del Dax, che suppongo essere una volatilità storica, va dai 15 ai 60 punti? Cosa indicano quei punti?
Poi, cosa vuol dire che la volatilità di un indice in un dato momento è la sua capacità di muoversi nel breve termine?
Ok, mettiamo che siamo a Marzo 2000: le borse "volano", eppure la volatilità è ai minimi. Perché? Cioè non dovrebbe la volatilità essere l'escursione giornaliera dell'indice? E quindi, un +4% del marzo 2000 non dovrebbe valermi quanto un +4% di Novembre 2002?
Continuo a non capire.
ciao travis, nel calcolo della volatilità entrano sia le variazioni giornaliere (per esempio +4%) che la media di tali variazioni.
Se si viene da un periodo particolarmente orso o particolarmente toro la media dei rendimenti giornalieri sarà piuttosto alta in valore assoluto.
gli scarti tra rendimenti giornalieri e tale media sarnno perciò anch'essi mediamente alti in valore assoluto (molto positivi o molto negativi) e quindi la volatilità (media dei quadrati di tali scarti) sarà anch'èssa alta)
quando poi "si ritorna verso la media del mercato" (come in questo periodo di torello successivo a un lungo periodo di orso) la media dei rendimenti diminuisce e ciò rende anche gli scarti più piccoli, quindi la volatilità scende.
Il migliore consiglio che credo posso darti è quello di provare da te ad analizzare la volatilità di un mercato, attraverso excel facendo il calcolo della volatilità dei rendimenti giornalieri.
Per esempio:
1) metti in una colonna le variazioni percentuali giornaliere di un indice, con un valore giornaliero per ciascuna cella della colonna
2) nella colonna successiva, metti la formula che calcola la deviazione standard dei 22 rendimenti giornalieri precedenti (la formula la trovi facilmente, comunque è DEV.ST)
3) trascini questa formula per tutte le celle della colonna
A questo punto avrai per ogni giorno, nella prima cella la variazione dell'indice di quel giorno, per esempio 10 giugno, e nella seconda cella avrai la volatilità a un mese del periodo che va dal 10 giugno a un mese addietro.
La volatilità di cui parli tu e che è sempre utilizzata dagli operatori è però una volatilità annualizzata. Tu hai per ogni giorno le volatilità a un mese, e perciò occorre trasformare tali volatilità a un mese in volatilità annualizzata: mi sembra di ricordare (non ho la possibilità di controllare sui libri e la memoria è un pò arruginita, quindi prego gli esperti di correggere eventuali miei errori) che la volatilità annualizzata si calcola, per la volatilità a un mese, dividendola per la radice quadrata di (1/12),
Se perciò per esempio la volatilità a un mese ti risultasse essere 0,02 (cioè 2%) avrai che la vera volatilità (quella considerata dagli operatori finanziari) per quel periodo è pari a 0,02/[radiceq(1/12)] = 0,24 cioè 24%
quel mese la volatilità del mercato è stata del 24%
Calcolando in questo modo, vedrai che all'incirca la volatilità del mercato in un certo periodo potrà più o meno essere un valore compreso, come hai notato tu, tra 15% e 60%.
Se hai problemi a usare excel per questi calcoli, mandami un file excel con la serie storica di un indice o delle sue variazioni giornaliere e te lo rimando con le formule, così ti renderai molto meglio conto rispetto a tante belle parole che posso dire ma che credo possano risultare diffiilmente comprensibili se non si tocca con mano il problema.
ciao
Pier