Willy il coyote(il piccolo risparmiatore)e BeepBeep (il merc (3 lettori)

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Willy il coyote(il piccolo risparmiatore)e BeepBeep (il mercato)


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Vorrei aprire questo thread per chi come me si sente un gran coyote all'inseguimento del mercato

La ricerca e' finalizzata a dare un minimo di rendimento ai nostri risparmi (rendimento PCT 1,70/2% inflazione reale 4/5%) attraverso qualsiasi operazione sul mercato (fondi - etf -azioni - obbligazioni - )

Qualsiasi interferenza dei soliti fannulloni e burloni deve essere completamente ignorata e bisogna andare avanti senza esitazioni con umilta' e voglia di imparare alla ricerca di operazioni con rapporto rischio/rendimento che meritino l'investimento dei nostri risparmi e noi anche nell'ipotesi di deludenti risultati vogliamo aver fatto tutto il possibile per far bene

Possono essere operazioni di giorni ,settimane o mesi senza preclusioni qualora il mercato e le nostre impressioni ci diano nuove idee

La regola e' piu' sulla serieta' e sulla nostra convinzione di aver fatto la scelta in tutta liberta' considerando sempre la sconfitta ma non la disfatta

Analoghe iniziative anche su altri Forum mi permetteranno di poter contare spero su una base ampia

A parte i soliti burloni vi posso dire che trovate qualcosa di buono e comprensibile su tanti forum non solo su questo .

Interessanti ci sono alcuni approfondimenti e alcune sezioni dedicate su molti forum

Utilzzando solo il link di collegamento sara' possibile rendere partecipi tutti delle nostre scoperte

Un consiglio non giudicate da chi scrive ma da cosa scrive e le motivazioni che propone , se ha una view operativa e come argomenta ,se continua ad aggiornare la strategia e se porta la discussione almeno fino alla fine del trade

Chi non si aggiorna oggi piu' di ieri e' penalizzato su tutti i campi :nel sociale nel lavoro e non meno nel settore finanziario del risparmio

Importante : il nostro impegno deve essere a titolo gratuito finalizzato alla scambio di informazioni al sereno confronto e alla serieta'

Internet e il Fol sono strumenti importantissimi non sprechiamo cio' che di buono il nostro presente ci mette a disposizione

Per quel che mi riguarda ho qualche anno di esperienza con discreti risultati e vorrei condividere con voi le mie idee .

Sono ben accette idee e commenti generali su come procedere per avviare un processo di crescita e di consapevolezza su dove e come investiamo i nostri risparmi

buona giornata

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Se siete un coyote come tanti e non cercate il pesce gia' pronto e cucinato ma volete imparare a pescarlo raccogliamo le forze

Vi assicuro che non c'e' niente da comprare inoltre per capire quanto sia duro un pilone di cemento armato non dovete necessariamente andarci addosso a tutta velocita'


COYOTE
 
L’investimento reale...



L’inflazione è un termine che descrive l’andamento dei prezzi di un determinato paniere di beni e servizi.
Le politiche attuate dai governi negli ultimi decenni si sono focalizzate sul contenere questo fenomeno che causa effetti deleteri alle varie economie.
Tutti gli individui riescono a percepire la perdita del potere di acquisto del proprio reddito disponibile, che spesso è superiore a quanto viene misurato dai vari indici di prezzi al consumo.
A partire dalla fine degli anni ’90 sono state collocate sul mercato sempre più emissioni obbligazionarie legate all’inflazione.
Per l’investitore si tratta di una opportunità interessante, in quanto consente di focalizzare la propria attenzione verso il rendimento reale, ovvero sull’incremento del potere di acquisto della propria ricchezza.
In pratica l’acquirente di uno strumento finanziario di questo tipo acquista una copertura rispetto all’inflazione (come misurata dall’indice dei prezzi utilizzato come parametro dall’obbligazione).
Negli ultimi anni sia l’inflazione corrente che quella attesa ha raggiunto livelli contenuti, nonostante il volo del prezzo del petrolio e delle materie prime.
Come conseguenza il prezzo della “copertura” e delle obbligazioni legate all’inflazione sono lievitati.
Chi acquista un emissione obbligazionaria governativa area euro “inflation linked” con scadenza superiore ai dieci anni, è attualmente disposto ad accettare un rendimento reale inferiore al 2%. Nel 2000 si era arrivati a circa il 4% annuo.
Il mercato degli etf è rimasto “al passo” con le richieste del mercato.
Nell’aprile del 2001 è andato in quotazione a New York il Lehman Treasury Inflation Notes-IS (TIP.N), prodotto legato all’inflazione statunitense.
A maggio di quest’anno Lyxor ha quotato a Parigi il EuroMTS Inflation Linked-LX (MTI.PAR), etf che comprende al suo interno le emissioni governative di paesi appartenenti all’euro indicizzate all’inflazione di specifici paesi oppure della eurozone complessiva.
Dal 9 settembre è acquistabile alla borsa italiana lo stesso prodotto (ticker EMI.MI).
Chi acquista l’etf in questione entra in possesso di una frazione del seguente paniere:

Codice isin Descrizione Quantità depositate
FR0000571424 OATi 25/07/09 3.00% 3183000
IT0003532915 BTPi 15/09/08 1.65% 2910000
IT0003805998 BTPi 15/09/10 0.95% 1973000
FR0010094375 OATi 25/07/11 1.60% 1654000
FR0000188013 OATe 25/07/12 3.00% 3237000
FR0000188955 OATi 25/07/13 2.50% 3046000
IT0003625909 BTPi 15/09/14 2.15% 3155000
FR0010135525 OATe 25/07/15 1.60% 1615000
FR0010050559 OATe 25/07/20 2.25% 1563000
GR0338001531 GGBi 25/07/25 2.90% 1138000
FR0000186413 OATi 25/07/29 3.40% 1415000
FR0000188799 OATe 25/07/32 3.15% 1487000
IT0003745541 BTPi 15/09/35 2.35% 1354000



Il peso degli emittenti si ripartisce nel seguente modo: Francia (63.5%), Italia (32.1%) e Grecia (4.4%).
La durata finanziaria dell’etf è elevata, pari ad oltre 9 anni e come conseguenza bisogna attendersi una discreta volatilità in reazione ad eventuali modifiche delle aspettative sui tassi di interesse nominali e reali.
Il costo annuo dell’etf è decisamente contenuto e pari allo 0.20% annuo.
Lo strumento è ideale soprattutto per coloro che investono con finalità previdenziale e non intendono assumersi rischi con il mercato azionario e con le obbligazioni a reddito fisso (nominali).

Fonte ETF fineco news
 
Da pochi giorni è quotato alla Borsa di Milano il Lyxor EuroMTS Inflation Linked (precedentemente quotato all’Euronext di Parigi) che investe in obbligazioni governative Area Euro il cui rendimento variabile è collegato a parametri inflazionistici. L’interesse di questo etf risiede nella possibilità di acquistare, con una sola transazione, una protezione di lungo periodo del potere di acquisto del capitale investito. Uno strumento molto interessante in ottica previdenziale, anche per il basso rischio di credito complessivo del portafoglio in quanto tutti gli emittenti sono Stati facenti parte dell’Unione Europea.
Tra i nuovi arrivi, di sicuro va segnalato il Brent Oil Securities, quotato a Londra, che arricchisce la gamma di etf disponibili sul mercato con un prodotto legato all’andamento del prezzo del petrolio, permettendo così anche all’investitore privato di investire nell’oro nero senza operare tramite posizioni sui contratti fuures. Si tratta di un prodotto sicuramente innovativo ed interessante anche in ottica di diversificazione e di gestione del rischio, dato l’effetto depressivo dei corsi azionari di un forte apprezzamento del prezzo del petrolio, come quello a cui si sta assistendo negli ultimi mesi.
Sempre per rimanere nel mondo delle commodities, segnaliamo anche l’EasyETF GS Commodity il cui obiettivo di investimento consiste nel replicare il più fedelmente possibile le performance di un indice composito sviluppato da Goldman Sachs e rappresentativo del mercato delle materie prime: le principali componenti dell’indice sono l’energia, le merci agricole e i metalli utilizzati nelle lavorazioni industriali. Un etf ideale per chi, come alcuni analisti ritengono plausibile, sia convinto della carenza strutturale di materie prime nell’economia mondiale e del conseguente rafforzamento dell’attuale trend rialzista.
La vivacità del mercato si mantiene dunque elevata e le sorprese non sembrano finire qui: da oltre oceano giungono infatti notizie di nuovi prodotti in rampa di lancio, soprattutto inerenti il mercato delle commodities. Deutsche Bank sembrerebbe infatti intenzionata a lanciare una serie di etf sul crude e heating oil, sull’alluminio, oro, grano e cereali.
Allo stesso modo Macro Securities Depositor ha registrato un etf legato al prezzo del Brent, così come Standard Asset Management starebbe pianificando il lancio di un prodotto che replichi l’andamento del prezzo del light sweet crude oil.
Infine, e questo sarebbe forse il prodotto più rivoluzionario, sembrerebbe che Rydex Investments abbia già iniziato, presso la SEC, le procedure di ammissione alla quotazione per un etf legato all’andamento della valuta Euro.
Insomma qualcosa bolle in pentola nel mercato etf d’oltreoceano: vedremo se questa tendenza all’innovazione verrà esportata anche sul più giovane mercato europeo...


Copio-incollato da http://www.norisk.it/index.php/arti...view/1346/1/24
 
E' da approfondire con attenzione pregi e difetti di questo prodotto per capirne la portata e' l'utilita' al fine di una buona diversificazione del portafoglio

Personalmente non ho ben capito e il materiale letto non mi chiarisce i rischi e i relativi benfici (rischio/rendimento)

Vorrei anche segnalare l'opportunita' di mettere in portafoglio Snam Rete Gas per il lungo periodo
Vi rimando alla discussione sui vari thread da cui estrapolero' una parte

Ho trovato questo :

in primo luogo un lieve sfasamento temporale, in quanto l'indicizzazione avviene sulla base della variazione dell'inflazione misurata tra i tre e i due mesi precedenti(5). Inoltre la rivalutazione è collegata al tasso europeo indubbiamente statisticamente ben inferiore a quello italiano. Ai livelli attuali, ad esempio, il rendimento reale dei Btp quinquennali indicizzati sarebbe in buona parte intaccato dal differenziale tra l'indice nazionale e quello dell'Unione Europea. E' infatti parametrato alla media del costo della vita (prezzi al consumo) dei Paesi della zona euro, non al costo della vita italiano; il Paese più importante nella determinazione della media europea è ovviamente la Germania (che rappresenta oltre il 30% del totale) ed ha una bassa propensione alla crescita dei prezzi, vengono poi Francia ed Italia con meno del 20%, quindi, di seguito, tutti gli altri Stati membri.
Bisogna, in secondo luogo, ricordare che si tratta di titoli difensivi adatti alla protezione del capitale ma non alla sua crescita. Dopo oltre tre anni di crisi dei mercati finanziari è normale che ci sia una certa freddezza per il capitale di rischio, ma già gli ultimi mesi dimostrano come basarsi sulle scottature del recente passato sia fuorviante nell'organizzare le strategie di investimento. In definitiva i titoli indicizzati sono un'opportunità in più ma non la soluzione taumaturgica di tutti i problemi degli investitori.
Una cosa è certa: gli investitori di tutto il mondo si stanno domandando se sia logico aspettarsi nei prossimi anni un ritorno dell'inflazione a livelli importanti e decisamente superiori a quelli attuali, dopo un decennio di tassi ridotti per la media europea e ridottissimi per la storia italiana.
Nel campo dei titoli indicizzati la Francia è stata il primo Paese ad avvalersi di questi strumenti attraverso titoli di Stato (Oat) indicizzati all'inflazione europea ma con durate decisamente più "lunghe" (tra i dieci ed i venti anni).
Ritornando all'emissione italiana il titolo offre un rendimento reale dato dal rendimento nominale espresso dall'interpolazione dei rendimenti dei Btp a tasso fisso con scadenza nel maggio 2008 e maggio 2009 a cui viene sottratto un tasso di inflazione atteso (break even inflation) stimata a 183/188 punti base. Il Btp maggio 2008 oggi ha dato un rendimento del 3,51% e il maggio 2009 del 3,72%, quindi l'interpolazione tra i due è di 3,59%. Se ne deduce che il tasso reale del Btp legato all'inflazione, sulla base delle quotazioni di oggi sarebbe dell'1,76/1,71%(6). Il titolo prevede un meccanismo di adeguamento del capitale e della cedola all'andamento dell'inflazione nell'Unione Europea mediante l'utilizzo di un indice base dell'inflazione. L'indice è necessario anche per il calcolo dei dietimi. Una differenza rispetto ai Btp non indicizzati è proprio il calcolo dei dietimi, che cambiano giornalmente e vanno calcolati secondo il coefficiente di rivalutazione costruito sull'indice base dell'inflazione.
In Francia, dove esistono titoli di Stato con struttura analoga, tale indice è pubblicato ogni giorno sul sito del Ministero del Tesoro francese.
E' plausibile che anche il Tesoro italiano faccia qualcosa di analogo, per rendere più trasparente il coefficiente di rivalutazione.
In merito al regime fiscale previsto si può ritenere che non sia sostanzialmente dissimile da quello di altri Titoli di Stato similari emessi sul mercato domestico.
In materia il principale testo normativo che disciplina il regime fiscale degli interessi sui Titoli di Stato è il Decreto legislativo n. 239 del primo aprile 1996, che è stato oggetto di diverse modifiche ed integrazioni successive(7).
Sostanzialmente l'attuale regime fiscale degli interessi sui Titoli di Stato prevede il concorso alla formazione della base imponibile, soggetta alle imposte sui redditi per gli interessi percepiti nell'esercizio di imprese commerciali; mentre si ha l'applicazione di un'imposta sostitutiva del 12,50% sugli interessi percepiti al di fuori di un'impresa commerciale.
L'imposta sostitutiva si applica sugli interessi cedolari, sullo scarto dell'emissione e - per i CTZ ed i BOT - sull'intera differenza tra prezzo di sottoscrizione ed importo rimborsato alla scadenza.


Copio-incollato da http://www.delfederico.it/ita/pub/pubblicazioni21.htm
 
Snam Rete Gas : grande oppurtunita' ??

THREAD INTERESSANTE

Vorrei analizzare per benino questo titolo che in virtu' del settore e dei buoni dividendi ordinari e straordinari puo' essere interessante nel lungo periodo

ne estrapolo un ragionamento che a me fa gola :

Scritto da broncetti

Snam costa 5 € e darà nei prossimi 5 anni 2€: 1€ subito e l' altro diluito nei 5 anni.
2€ su 5€ sono il 40%. 8% ogni anno.
Non finisce qui:
Se hai speso 5000€ per 1000 snam
A novembre riceverai 1000€ (il valore del titolo passerà da 5 a 4) e puoi acquistare 250 Snam.
Nel 2006 con 1250 snam avrai un dividendo di 250€ (1250 az *0,20€) e snam quoterà 3,80 e potrai acquistare 65 azioni per un totale di 1315 az.
A Maggio avrai az al prezzo di carico 3,80.
Al termine dei 5 anni avrai le azioni a 3€.
 
Scritto da robycon

Di solito, effettivamente, il titolo sale per qualche giorno (invece il max. è stato all'apertura di mercoledi... e quasi tutti quelli che hanno comprato sono in loss). Ma il titolo era salito già da lunedi (da 4,65), qualcuno ovviamente sapeva. Lo stacco del dividendo è uno specchietto per le allodole, visto che in linea teorica al momento dello stacco il titolo scenderà dello stesso importo. Quindi, la cosa è neutra. Però questi, oltre al dividendo, distribuiranno anche le riserve... quindi il titolo si impoverisce (quasi 2 miliardi... mica noccioline). Se salirà sarà solo per manovre... per me già 5 euro sono tanti (ante stacco). Quelli che parlano di "realizzi" (tra ieri e oggi), ovviamente non si riferiscono a chi è entrato mercoledi... ma a chi aveva già il titolo in saccoccia. E che vendono se il titolo deve salire (tutti a magnificare il maxi dividendo...) ? Qualcosa non torna, non credi ?

Copio-incollato daTHREAD


E' quello che vorrei capire anche in funzione di un investimento di medio-lungo periodo

Anche adesso e' un'opportunita' oppure no ??

Magari fa come Eni che a 6 euro anni fa sembrava cara ,vorrei capirci qualcosa di piu' di certo ho sbagliato a non comprare a 4,5
 
qui un signore di tutto rispetto pensa sia meglio aspettare dopo le sparate dei giorni scorsi con volumi record

Resta il fatto che sul break grafico 4,5 bisognava entrare con decisione

Copio-incollato da GRAFICO COMPLETO






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Ho deciso di stare alla finestra per il resto non ho niente sul fuoco praticamente sono investito tutto in PcT a 1,75% netto e un po' sul cc per fare qualche tradata di breve
Se trovo qualcosa di interessante lo posto

Se storna ne riparliamo almeno questa e' la mia conclusione

L'extra dividendo di 1 euro dovrebbe essere un metodo finanziario per far salire liquidita' da Snam alla controllante (Eni) prima dell'arrivo di nuovi soci

Ps sono un gran coyote ve lo avevo detto




ciao :)
 

tontolina

Forumer storico
a proposito di Snam... allego articolo di MF


Snam in difficoltà, pareri discordi sulla maxi cedola 22-09-2005 18:30E' stato il giorno delle prese di profitto per Snam. Dopo il rally di ieri seguito all'annuncio della distribuzione del maxi dividendo da 1 euro per azione e di un buyback da 800 milioni di euro, il titolo oggi si è preso una pausa cedendo il 2,27% a 4,97 euro. Il calo è stato accompagnato da volumi decisamente notevoli, pari a 49,59 milioni di pezzi (2,53% del capitale), vale a dire circa sette volte la media giornaliera dell'ultimo mese di 6,87 milioni di pezzi.Del resto, l'entusiasmo della vigilia non deve trarre in inganno sulla bontà della decisione del Cda dell'utility, almeno secondo Morgan Stanley. "La decisione di distribuire un dividendo straordinario secondo noi è il modo meno efficace di utilizzare il cash della società", ha spiegato infatti Antonella Bianchessi, analista di questa casa d'affari. "Infatti il regearing non porterà ad alcun risparmio a livello di tasse fino al 2012"."Non vediamo inoltre alcun impatto nel terminal value, mentre il 64% del dividendo sarà soggetto alla trattenuta fiscale. Dopo il dividendo, Snam non sarà particolarmente interessante in quanto la società sta tentando di trovare opportunità di reinvestimento adeguate e dal momento che ci aspettiamo che la domanda di gas resti debole, cosa che dovrebbe spingere al ribasso le previsioni in termini di spese per investimenti del gruppo"."Senza dimenticare che la decisione di Eni (-0,56% a 24,66 euro, ndr) di ridurre la sua quota in Snam potrebbe essere rimandata, mantenendo l'incertezza e l'overhang sull'azione. In base alle nostre stime il titolo scambia a un premio del 30% sulla Rab (regulated asset base, ndr) sull'equity e del 17% sull'Ev. Crediamo che tale premio sia ingiustificato".Confermando il fair value a 4,5 euro, l'esperta ritiene però che uno sconto del 10% su tale valore non sia più giustificato e ha dunque incrementato il target price su Snam a 4,5 euro da 4 euro, ribadendo in ogni caso il rating negativo di underweight (sottopesare in portafoglio). Non tutti sono comunque d'accordo nel valutare in modo così negativo sia il titolo sia l'operazione annunciata ieri."Il relaverage tramite la remunerazione degli analisti era uno dei catalizzatori che ci si attendeva si sarebbero materializzati entro la fine dell'anno", ha commentato infatti Girgio Medda, analista del Credit Suisse First Boston, che su Snam ha un rating di neutral con un target price a 4,60 euro. "In realtà la reazione dei prezzi di ieri dovrebbe aver pienamente scontato la creazione di valore implicita nella mossa, pari a 0,2 euro, ma consiglieremmo in ogni caso di continuare a tenere in portafoglio Snam almeno fino all'investor day del 30 settembre".Senza contare che per il Csfb anche il nuovo piano industriale nasconde un potenziale di upside del valore. "A nostro avviso il management presenterà nuovi target di utili e finanziari soprattutto dopo la revisione delle tariffe dello scorso luglio. Riteniamo che il focus sarà sul taglio dei costi, che potrebbe portare a un valore addizionale di 0,15-0,2 euro per azione. Le opportunità di acquisizione invece potrebbero essere limitate ma upgrade nelle spese per investimenti potrebbero essere in vista"."Continuiamo a vedere la sua crecita del 7% dell'equity Rab per azione come un forte elemento di attrazione per il titolo dopo il pagamento di un rendimento del 20%. Preferiamo dunque Snam a Terna (-0,88% a 2,23 euro, ndr) ed Enel (-0,06% a 7,20 euro, ndr)", ha aggiunto Medda. Concorda sull'effetto positivo del dividendo jumbo anche Alberto Ponti, analista di Citigroup. "A nostro parere il regearing ha un impatto pari a 0,2 euro per azione e il buyback un altro di 0,1 euro, ma ora la capacità del gruppo di dedurre il deprezzamento accelerato è inferiore e l'impatto negativo è apri a 0,07 euro per azione", ha spiegato Ponti.L'esperto ha poi preso in considerazione la revisione delle tariffe e aggiornato le proprie stime. Di conseguenza, il prezzo obiettivo su Snam è passato da 4,4 euro a 3,9 euro. "Il dividendo extra indica che il management sta facendo i passi giusti per raggiungere una struttura di bilancio più appropriata, ma mostra anche i limiti di manovra del gruppo. Infatti la cedola straordinaria limita in parte la possibilità di Snam di deprezzare velocemente i suoi asset dato che gli oneri finanziari extra deprimeranno l'utile tassabile, con conseguente perdita di parte dello scudo fiscale dal deprezzamento accelerato", ha concluso l'analista di Citigroup, che su Snam ha un rating di hold (mantenere in portafoglio).
 

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