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Dissacrante ma noioso.
Humour ebraico che come la musica diventa ridondante per larghi tratti.
Autocompiacimento tout court, incastonato in un trionfo del nonsense cinematografico.
Salverei pure La rosa purpurea del Cairo e Broadway Danny Rose.
Fantastico quindi il triennio 1983/84/85 mentre sorvolerei sulle pedanti e petulanti elucubrazioni da menage e relative crisi matrimoniali con le sue alter ego misogine Diane Keaton e Mia Farrow.
Primi anni invece troppo basici o banali e quasi a scimmiottare i fratelli Marx.
sì ne sono ghiotti: un giorno volevo fare amicizia con un cane lupo al canile che nessuno era riuscito ad avvicinare e ci sono riuscita con un wuerstel