tontolina
Forumer storico
Stm.agente Di Cambio Insolvente Per Speculazioni Su Derivati
Spiegano molte cose
MILANO — L'agente di cambio Dario Bartolini è diventanto insolvente, è insomma 'saltato' come si dice nel gergo borsistico. La notizia, annunciata dalla Consob in seguito alla comunicazione dello stesso Bartolini sull'incapacità di un cliente di far fronte ai suoi impegni, aveva già fatto da alcuni giorni il giro di tutte le sim. E rischia di creare non poche difficoltà alle controparti, tra cui si ipotizza vi fossero Banca Leonardo, Caboto e Cofimo. Alla base del dissesto, che dovrebbe superare i 50 milioni di euro, ci sono state due operazioni sugli strumenti derivati effettuate con estrema spregiudicatezza. O per meglio dire, senza adeguate garanzie in grado di tutelare il venditore da un eventuale voltafaccia del mercato. Voltafaccia che puntualmente si è verificato, almeno secondo il punto di vista del cliente dell'agente di cambio, andando a esclusivo vantaggio (sulla carta) dei soli compratori. Le principali compravendite poste in essere nei mesi scorsi dallo studio del professionista avvenivano, per partite tonde, principalmente fuori mercato e riguardavano gli 'stellage'. Vale a dire dei premi composti che, consentendo all'acquirente di guadagnare in presenza di un ampio rialzo o di un altrettanto ampio ribasso dell'azione sottostante, la cui base di riferimento è in genere il prezzo corrente, negli ultimi tempi andavano per la maggiore tra i grandi investitori.
In particolare, il titolo più scambiato sul cosiddetto mercato Otc era quello sulla Stmicroelectronics che, per uno strano goco del destino, proprio ieri è stato uno dei titoli più brillanti del listino registrando uno spunto record del 17,8%. A ben vedere, tuttavia, un fisiologico rimbalzo tecnico, tenuto conto che la società di Pasquale Pistorio aveva toccato il minimo storico non più tardi di una settimana fa e che, fino all'altro ieri, la sua quotazione distava il 61,5% sul prezzo d'inizio anno.
Restano comunque tutte da chiarire le ragioni che hanno spinto l'agente di cambio ad accettare passivamente i rischi del cliente speculatore, sacrificando così il prestigio e l'agio economico conquistato in una vita di lavoro.
Spiegano molte cose
MILANO — L'agente di cambio Dario Bartolini è diventanto insolvente, è insomma 'saltato' come si dice nel gergo borsistico. La notizia, annunciata dalla Consob in seguito alla comunicazione dello stesso Bartolini sull'incapacità di un cliente di far fronte ai suoi impegni, aveva già fatto da alcuni giorni il giro di tutte le sim. E rischia di creare non poche difficoltà alle controparti, tra cui si ipotizza vi fossero Banca Leonardo, Caboto e Cofimo. Alla base del dissesto, che dovrebbe superare i 50 milioni di euro, ci sono state due operazioni sugli strumenti derivati effettuate con estrema spregiudicatezza. O per meglio dire, senza adeguate garanzie in grado di tutelare il venditore da un eventuale voltafaccia del mercato. Voltafaccia che puntualmente si è verificato, almeno secondo il punto di vista del cliente dell'agente di cambio, andando a esclusivo vantaggio (sulla carta) dei soli compratori. Le principali compravendite poste in essere nei mesi scorsi dallo studio del professionista avvenivano, per partite tonde, principalmente fuori mercato e riguardavano gli 'stellage'. Vale a dire dei premi composti che, consentendo all'acquirente di guadagnare in presenza di un ampio rialzo o di un altrettanto ampio ribasso dell'azione sottostante, la cui base di riferimento è in genere il prezzo corrente, negli ultimi tempi andavano per la maggiore tra i grandi investitori.
In particolare, il titolo più scambiato sul cosiddetto mercato Otc era quello sulla Stmicroelectronics che, per uno strano goco del destino, proprio ieri è stato uno dei titoli più brillanti del listino registrando uno spunto record del 17,8%. A ben vedere, tuttavia, un fisiologico rimbalzo tecnico, tenuto conto che la società di Pasquale Pistorio aveva toccato il minimo storico non più tardi di una settimana fa e che, fino all'altro ieri, la sua quotazione distava il 61,5% sul prezzo d'inizio anno.
Restano comunque tutte da chiarire le ragioni che hanno spinto l'agente di cambio ad accettare passivamente i rischi del cliente speculatore, sacrificando così il prestigio e l'agio economico conquistato in una vita di lavoro.