FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (5 lettori)

dondiego49

Forumer storico
Segnali di debolezza a Piazza Affari, ma nessun pericolo per ora
DAVIDE PANTALEO, PUBBLICATO: 6 ORE FA
3
LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
CORRADIN CARLOUNICREDITINTESA SANPAOLOAZIMUT HOLDINGBANCA MEDIOLANUMPRYSMIAN

Il Ftse Mib ha rallentato la sua corsa dopo essere stato respinto dall'area dei 19.000 punti. I supporti da monitorare nel breve e i titoli che offrono spunti interessanti secondo Carlo Corradin.

Trend-online regala ai primi 1.000 lettori il nuovissimo ebook 10 TITOLI DA COMPRARE che comprende anche una collana di 10 video. Clicca qui per scaricare la tua copia in omaggio.

Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Carlo Corradin, analista tecnico indipendente, al quale abbia rivolto alcune domande sui principali indici azionari e su diverse blue chips.

Il rimbalzo del Ftse Mib ha perso un po' di spinta dopo essere stato frenato dall'area dei 19.000 punti. Come valuta gli ultimi movimenti del mercato e quali sono le sue attese nel breve?

Effettivamente ci sono segnali di debolezza per il mercato e guardando gli indicatori, non tanto con riferimento all'Rsi che rimane su buoni livelli, anche se avrebbe bisogno di un segnale oltre la soglia dei 70 punti, notiamo che lo Stocastico mostra una divergenza negativa.A fronte del massimo segnato tra il 2 e il 3 marzo e il successivo inferiore tra il 12 e il 14 marzo, il mercato tra le due date è salito oltre, e dal punto di vista tecnico questa è una divergenza negativa.

Visto il recupero dai 15.800 punti fino alla soglia dei 19.270 di Ftse Mib, tutto fa pensare che ci siano le condizioni per una fase se non di consolidamento addirittura di correzione.
Dopo la discesa iniziata nei primi giorni di dicembre poco sotto i 23.000 punti abbiamo ritracciato un 50%, bisogna essere prudenti ora e fare attenzione. Credo che l'area dei 18.500 e in ultima analisi dei 17.750/17.500 saranno quelli che dovranno farsi carico di bloccare eventuali ritracciamenti del Ftse Mib, onde evitare di riprendere il trend discendente.

Se le prese di profitto saranno contenute al di sopra di queste aree di prezzo, credo che il nostro indice potrà salire verso i 20.250 punti dove sta transitando la media mobile a 200 periodi che da qui alle prossime 3-4 settimane potrebbe essere un target a portata di mano.
(Pagina 2)

Per il momento non vedo grossi pericoli per il Ftse Mib e sarà ancora meglio se ci manterremo a distanza di sicurezza dalle aree di supporto segnalate prima, perchè ciò vorrà dire che c'è interesse ad acquistare. Se al contrario le stesse saranno testate, sarà bene fare molta attenzione, ma devo dire che sui livelli attuali è consigliabile un alleggerimento a quanti hanno acquistato su prezzi più bassi.

Cosa può dirci in merito all'attuale impostazione dell'Eurostoxx50 e dell'S&P500?

L'Eurostoxx50 ha consolidato bene sopra i 2.980/3.000 punti e la tenuta di questa soglia mi fa tenere puntata l'attenzione verso i 3.200 punti, area di transito della media mobile a 200 periodi. Anche per questo indice c'è una divergenza potenzialmente negativa, ma meno marcata rispetto a quella segnalata per il Ftse Mib.
L'Eurostoxx50 ha perso meno e credo che sia più solido come indice, anche se l'Italia ha più margini di recupero, ma subisce maggiormente la volatilità.

Molta attenzione andrà riservata all'S&P500 che con il ritorno al di sopra dei 1.990-2.000 punti si è riportato sopra la media mobile a 200 periodi. Un discreto segnale da confermare con ritorni almeno verso i 2.060/2.070 punti e in caso di ritracciamento suggerisco di fare attenzione ai 1.970 punti, sotto cui probabilmente l'S&p500 andrà a testare nuovamente area 1.930-1.925.

Nel settore bancario quali indicazioni operative ci può fornire per Unicredit e Intesa Sanpaolo?

Unicredit aveva recuperato bene e in seguito è stato interessato da alcune prese di profitto, ma fino a quando i corsi si manterranno al di sopra dei 3,5 euro almeno nel breve termine la tendenza rimarrà orientata al rialzo.
(Pagina 3)

Visto il mancato superamento di quota 4,1 euro bisogna fare un po' di attenzione e se, tornati sui 3,5 euro, non ci sarà subito un incremento dei volumi a sostegno del prezzo, la situazione rischia di farsi un po' delicata.
Con un breakout dei 4,1 euro si aprirebbero spazi molto interessanti verso i 4,85/4,9 euro.

Passando a Intesa Sanpaolo, l'area dei 2,5/2,52 è un livello di supporto, anche se sarebbe stato meglio difendersi sopra i 2,58 euro. In prossimità dei livelli attuali ci può stare qualche acquisto con attenzione in caso di discesa sotto i 2,45/2,42 euro, perchè si rischia di indebolire ulteriormente la struttura di breve termine.

La media mobile a 200 periodi transita sui 2,86 euro, ma tra Intesa Sanpaolo e Unicredit in vista di recuperi preferirei il secondo, da suggerire soprattutto a chi ha una maggiore propensione al rischio.

Nella seduta di ieri si sono mossi in positivo Azimut e Banca Mediolanum, saliti in controtendenza rispetto al mercato. Consiglierebbe di acquistare questi due titoli sui livelli attuali?

Azimut sta consolidando e sarà importante la tenuta dell'area compresa tra i 19,35 e i 18,8 euro, soglia che dovrà essere mantenuta se i corsi vorranno tornare ad attaccare nuovamente quota 20,8 euro, dove transita la media mobile a 200 periodi.

Per Banca Mediolanum il mantenimento dei 6,75 euro è importante e credo che quota 7,25 prima e 7,5 euro in seguito siano un target a portata di mano.

Qual è il suo giudizio su Prysmian che sta provando a lasciarsi alle spalle quota 19,5 euro?

Prysmian ha consolidato sopra la media mobile a 200 periodi che passa in area 18,85 euro. L'attenzione è ora rivolta ai 20,5/20,75 euro, massimi di inizio dicembre e credo che il titolo stia mostrando una buona forza.
Mantengo una view positiva e inizierei a preoccuparmi solo in caso di discese sotto i 18,85 euro, in vista di un possibile ritracciamento verso i 18/17.7 euro.
 

gilles1

Forumer storico
buongiorno cari amichetti
Asia mista ma prevalentemente rossa
metalli rossi
crudo rosso a 38
neuro stabile
yen stabile
 

dondiego49

Forumer storico
vediamo oggi cosa combinano


Cattura.JPG
 

dondiego49

Forumer storico
Quella mano tesa alle richieste Bce


La strada per la complessa fusione tra Bpm e Banco Popolare è diventata apparentemente sgombra di ostacoli. Ma le 48 ore che mancano alle riunioni dei consigli delle due banche per approvare il progetto non saranno in discesa. Più della prospettiva, conta la storia: Bpm è l’unica tra le grandi popolari a non avere mai approvato una fusione.

L’unico motivo dello stallo ha sempre riguardato le resistenze della rappresentanza sindacale dei soci-dipendenti e degli ex dipendenti che, con poco più del 4% del capitale, hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo in assemblea grazie al voto capitario. Entro fine anno, con l’obbligo di trasformazione in società per azioni decretato dal Governo per le maggiori popolari, ogni potere di veto cadrà. E da allora in poi conteranno solo gli azionisti, in base al capitale investito. Come era prevedibile, anche stavolta, i vari stakeholders di Bpm hanno tentato di boicottare ogni tentativo di fusione (da Bper a Ubi, fino al tentativo in essere col Banco) pur di mantenere il residuo dominio sulla banca e «sopravvivere» almeno per un triennio alla trasformazione in Spa. A poche ore dal richiamo alla responsabilità da parte del Ministero dell’Economia di venerdì scorso, già ieri alcuni sindacati hanno ricominciato a farla da padroni. Si vedrà nei prossimi giorni se i bollenti «animal spirits» saranno incontrollati o se prevarrà invece la realpolitik istituzionale.

Con sano realismo si stanno comportando invece i vertici di Bpm e Banco Popolare che, dopo le ultime richieste della vigilanza bancaria europea della Bce, stanno ridefinendo il piano da presentare martedì ai rispettivi consigli per approvare la fusione. Un piano che, necessariamente, dovrà avvicinarsi il più possibile alle rigide e inflessibili richieste della Bce in materia di governance e capital action della nuova «entity». Gran parte dello snodo finale del negoziato tra i due istituti e la Vigilanza europea ruota attorno ai futuri ratios patrimoniali a copertura dei crediti deteriorati che - come ha più volte ribaduto il presidente della Bce Mario Draghi - andranno smaltiti con calma nel corso degli anni, saranno. Bce sarà accontentata. Senza svendere asset. Ma anche senza chiedere capitale agli attuali azionisti.
 

dondiego49

Forumer storico
:confused:
Quel rifiuto tedesco all'Unione bancaria



Più di una ragione ha spinto giovedì Mario Draghi a convocare un insolito briefing a margine del vertice europeo. Per precisare che i tassi d'interesse, già in territorio negativo, potrebbero scendere ancora in caso di bisogno. Per sollecitare i governi dell'eurozona a dare nuovo impulso all'unione monetaria, anzi all'unione bancaria.

Un progetto incompleto e tuttora asimmetrico anche nella sua ultima “creatura”, l'Unione bancaria, alla quale continua a mancare la terza gamba: il fondo di garanzia unico sui depositi bancari.
Bloomberg ha fornito una plausibile ricostruzione sulle ragioni dietro le parole del presidente della Banca centrale europea e soprattutto su quali fossero i reali destinatari del messaggio. L'agenzia parla di una discussione tra i leader europei sui prossimi passi verso una maggior integrazione di Eurolandia. Il Portogallo, tra gli altri, avrebbe posto il problema del fondo unico di garanzia, indispensabile per completare la banking union, solo per vedersi “rimproverare” dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Che avrebbe risposto in sostanza: non è la sede, non è il momento per parlare di queste cose.

La Bce tiene molto a quest'ultima fase, anche per dare un segnale all'opinione pubblica sul proseguimento del processo di integrazione, almeno in determinate aree. La Germania invece ritiene sia ancora prematuro affrontare il tema poiché il fondo europeo sui depositi implicherebbe una prima mutualizzazione dei rischi. Angela Merkel e Mario Draghi, vera leadership europea in questi anni di crisi, ancora non hanno ancora trovato un punto d'incontro su un aspetto fondamentale della costruzione europea. E mentre sul piano Omt e sul Quantitative easing la cancelliera, attraverso il silenzio-assenso ha dato una significativa copertura politica alle iniziative della Bce per gestire e risolvere la crisi dell'Eurozona, sull'Unione bancaria questo appoggio tarda a materializzarsi.

Il perché di questo ritardo può essere spiegato con le recenti difficoltà politiche di Angela Merkel sulla vicenda dei migranti: fronda interna al suo stesso partito, opinione pubblica in buona parte contraria ad accogliere flussi così ingenti (1,2 milioni solo l'anno scorso) e caduta della popolarità. Siccome nella cancelliera la visione strategica convive disinvoltamente con il calcolo di breve-medio termine è difficile immaginare l'apertura di un altro fronte. Tanto più che il tema della mutualizzazione del rischio nell'Eurozona è in Germania un tema assai popolare (o impopolare, vista dalla prospettiva tedesca) e sul quale non conviene spendersi in questa fase.

Sia Merkel sia il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble sono perfettamente consapevoli di questa “grande incompiuta” che è l'Unione bancaria senza una coperta assicurativa comune per tutti i depositi bancari dell'Eurozona. Pretendono però ancora garanzie sulla tenuta e sulla solvibilità delle banche degli altri Paesi, Italia compresa, e su quella del rischio sovrano, legato al debito pubblico. Fanno finta di dimenticarsi dell'opacità del loro sistema creditizio, fondato su tre pilastri (istituti privati, pubblici e cooperative) e in molti casi legato a doppio filo con la politica. Forse una schiarita tra Draghi e Merkel sarà possibile tra qualche mese, se e quando l'accordo con la Turchia sui migranti avrà ridotto l'afflusso verso l'Europa, se e quando i sondaggi torneranno a salire, assieme alla popolarità della cancelliera.
 

Users who are viewing this thread

Alto