FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (6 lettori)

dondiego49

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Eurozona, segnali allarmanti dalla Germania

2 novembre 2015, di Daniele Chicca
BRUXELLES (WSI) – Non fosse per la frenata tedesca, l’area euro potrebbe veramente incominciare a credere in una ripresa dell’attività economica e in particolare di quella manifatturiera. Gli ultimi dati dell’indice Pmi sono una chiara indicazione del fatto che la crescita del settore abbia preso slancio in ottobre.
L’indicatore dell’Eurozona si è attestato a 52,3 punti dai 52 di settembre. Niente di eccezionale ma una serie di paesi ha registrato miglioramenti che fanno ben sperare. L’Italia ha registrato un incremento che non si vedeva da tre mesi. Ormai non dovrebbe essere più una notizia, ma il settore industriale francese ha fatto peggio di Italia e anche Spagna nel mese scorso.
L’indice PMI manifatturiero di casa nostra è salito a 54,1 punti, dai 52,7 punti di settembre, a conferma di come il settore abbia confermato la propria fase di espansione per il nono mese consecutivo. Gli economisti di Markit, che ha fornito i dati, sottolineano come la crescita sia sotto il profilo interno che internazionale sia propizia per una ripresa sostenibile.
POTENZE FRANCIA E GERMANIA AL PALO

Anche produzione, nuovi ordini e occupazione sono stati superiori alle cifre preliminari per il blocco a 29 nel suo complesso. Il dato negativo è venuto invece dalla Germania, proprio lei, la locomotiva d’Europa. L’attività manifatturiera, così come misurata nell’indice di Markit, è scivolato a quota 52,1 il mese scorso, in calo dal 53,2 di settembre.
È presto per dire che l’economia si sta indebolendo, ma si può incominciare a temere che stia entrando in una fase di rallentamento della crescita. A prescindere dalle prime considerazioni a caldo, Oliver Kolodseike, economista di Markit, è convinto che ci siano effettivamente dei “segnali allarmanti” nei dati.
“Le scorte di beni finiti sono aumentate per la prima volta in un anno, un segnale che ci si può aspettare che una potenziale domanda crescente in futuro sia soddisfatta dall’offerta esistente, senza portare a un aumento dei livelli di produzione”.
“Inoltre la crescita è stata per gran parte trainata dai consumi, con la performance che è stata decisamente migliore del settore dei beni e degli investimenti aziendali, che hanno invese accusato una contrazione”.

I dati vengono interpretati con un certo ottimismo dal mercato con gli investitori che ragionano grossomodo così: l’attività non è abbastanza positiva da far desistere Mario Draghi, che in dicembre finirà per premere ancora il grilletto del fucile del Quantitative Easing, come promesso nell’ultima conferenza stampa successiva alla decisione di politica monetaria della Bce.
 

dondiego49

Forumer storico
Grecia, banche volano in Borsa dopo stress test

2 novembre 2015, di Daniele Chicca
ATENE (WSI) – L’esito per un qualsiasi altro paese sarebbe stato accolto con un selloff sui mercati, ma in questo caso è statosalutato positivamente. Anche perché gli esami in Grecia per una volta sono effettivamente andati meglio del previsto.
Le banche greche non hanno passato a pieni voti gli stress test della Bce, ma il capitale richiesto in più è in generale relativamente contenuto. Il travagliato settore del paese fortemente indebitato, al centro della crisi dell’area euro scoppiata qualche anno fa, hanno bisogno di fondi ulteriori pari a €14,4 miliardi.
I soldi saranno necessari per coprire le perdite che gli istituti della Grecia subiranno per via dei prestiti inesigibili, aumentati nettamente durante la crisi del debito. La somma è importante, ma è pur sempre inferiore, ai 25 miliardi assegnati al settore nell’ambito del piano di salvataggio di questa estate. La cifra dovrebbe quindi incoraggiare gli investitori a tornare a mettere denaro nel comparto.
Detto questo, gli economisti sottolineano come i problemi non siano affatto finiti per le banche greche. Piraeus avrà bisogno di un’iniezione di 5 miliardi di nuovi capitali, la National Bank of Greece di €4,6 miliardi, Alpha Bank di €2,7 miliardi ed Eurobank di €2,1 miliardi. A metà seduta alla Borsa di Atene, Alpha Bank ed Eurobank sono le protagoniste incontrastate, con rialzi del 28-29%.
Il tempo sta per scadere per il settore. Le banche elleniche vogliono riuscire a reperire fondi prima che le nuove norme sui programmi di bail-in e non più bail-out siano implementate l’anno prossimo. La legge prevederà che in caso di crac di un istituto di credito siano anche i correntisti con i depositi più alti a pagare per salvare la banca e non più i contribuenti, come avveniva in precedenza. I titoli salgono oggi, ma le lancette dell’orologio continuano a correre per le società del credito della Grecia.
 

dondiego49

Forumer storico
Gentile xxxxxxxx,xxxxxxxxxx
Ecco la 111a Edizione della quindicinale dedicata ai consulenti finanziari ed esperti di borsa:

Le Opportunità in Borsa.

Enel, al via l'esame per l'integrazione delle attività di EGP. L'operazione per il delisting della società delle rinnovabili, di cui attualmente Enel detiene il 68%, dovrebbe passare per un aumento di capitale di Enel pari al controvalore del 30% di EGP in mano ai soci di minoranza.

Intanto, in America il dato sul PIL non cambia le carte in tavola poichè nel caso in cui un clima di maggior fiducia dovesse innescare il processo di ricostruzione degli stock, già dal quarto trimestre dell'anno dovremmo assistere a un ritorno della crescita ai livelli registrati nella prima parte dell'anno.




Scopri questo e altri approfondimenti nella versione online disponibile sul sito www.prodottidiborsa.com.
Cordiali Saluti,

ll Team Prodotti di Borsa di BNP Paribas



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dondiego49

Forumer storico
non si fermano piu questi
 

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gilles1

Forumer storico
buongiorno cari amichetti
Asia mista
metalli stabili
crudo verdino
neuro verdino

1998 o 2011
c'è una leggera...differenza
 

Tratty

new member M.F.S.M.
buongiorno

I future sulle Borse europee anticipano un avvio in rialzo dello 0,2%.

A Piazza Affari c'è attesa per le trimestrali di Finmeccanica e Intesa.

Analisi tecnica borse. Anche novembre è partito con il piede giusto. L'ipotesi di rialzo dei tassi USA non spaventa più gli investitori tanto che l'S&P500 (2.104) si è portato a meno di 2 punti percentuali dai massimi storici di maggio. Ad ulteriore dimostrazione del fatto che sta tornando la propensione al rischio c'è da segnalare che l'indice Russell 2000, che raggruppa le principali small caps di Wall Street, ha guadagnato quasi il 2%.

FtseMib (22.482, +0,2%). L'indice continua a consolidare ordinatamente intorno alla forte area resistenziale compresa tra 22.500 e 22.900 punti. Per come è costruito, il movimento di breve sembra propedeutico a nuovi allunghi. Ci attendiamo accelerazioni sopra 23mila punti, mentre correzioni fino a 22mila/21.700 non alterano il quadro di fondo che rimane rialzista.
 

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