WANTED
Forumer storico
che pagliacci ieri + 3 % oggi siamo già a meno 2%
Ciao Don. Incredibile. Periodo molto duro se non si segue in diretta.
FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (8 lettori)
- Creatore Discussione dondiego49
- Data di Inizio
Ciao Don. Incredibile. Periodo molto duro se non si segue in diretta.
dondiego49
Forumer storico
scusa ma mi ero ritirato per deliberare
salame comprato in piemonte pane e barbera
dondiego49
Forumer storico
dondiego49
Forumer storico
Borsa Usa: un titolo su 5 è entrato in una fase ribassista
Stampa Invia Commenta (0) di: WSI | Pubblicato il 03 settembre 2015| Ora 11:14
Sono i dati per l'S&P 500. Allargando forchetta di tempo la percentuale è ancora più alta. Sul Nasdaq 30% società è in rosso di almeno il 20% nel 2015.
NEW YORK (WSI) - Pur avendo recuperato qualcosa ultimamente, l'azionario americano è ancora in una fase di correzione iniziata ad agosto. La pioggia di vendite del mese scorso ha messo in seria difficoltà un discreto numero di titoli a Wall Street.
Una su cinque società tra quelle quotate nel paniere allargato della Borsa Usa è in ribasso di almeno il 20% da inizio anno. I dati sono relativi ai primi nove mesi del 2015: vanno infatti da gennaio alla chiusura di martedì 1 settembre.
Per mercato ribassista si intende un calo di almeno il 20% dai massimi più recenti. Una correzione equivale invece a una contrazione di almeno il 10%.
L'indice S&P ha perso circa il 7% da gennaio ed è in calo del 9,6% dai massimi del 21 maggio.
Andando più indietro nel tempo, si scopre una percentuale molto più alta di singoli titoli che hanno accusato perdite pesanti. Rispetto agli ultimi massimi a 52 settimane, il 44% delle azioni ha perso più del 20%.
Le società energetiche, penalizzate dal collasso dei prezzi del petrolio, sono le più tartassate. Tra queste spicca il tonfo di Chesapeake Energy (-73% dai massimi toccati esattamente un anno fa, il 2 settembre 2014).
Tra le blue chip, i titoli a maggiore capitalizzazione quotati sul Dow Jones, otto su 30 hanno ceduto almeno il 20% da inizio anno. La performance di Chevron (-30% da gennaio) è la peggiore del listino.
Dei titoli tecnologici quotati al Nasdaq, quasi un terzo è in calo di almeno il 20%.
(DaC)
Stampa Invia Commenta (0) di: WSI | Pubblicato il 03 settembre 2015| Ora 11:14
Sono i dati per l'S&P 500. Allargando forchetta di tempo la percentuale è ancora più alta. Sul Nasdaq 30% società è in rosso di almeno il 20% nel 2015.
NEW YORK (WSI) - Pur avendo recuperato qualcosa ultimamente, l'azionario americano è ancora in una fase di correzione iniziata ad agosto. La pioggia di vendite del mese scorso ha messo in seria difficoltà un discreto numero di titoli a Wall Street.
Una su cinque società tra quelle quotate nel paniere allargato della Borsa Usa è in ribasso di almeno il 20% da inizio anno. I dati sono relativi ai primi nove mesi del 2015: vanno infatti da gennaio alla chiusura di martedì 1 settembre.
Per mercato ribassista si intende un calo di almeno il 20% dai massimi più recenti. Una correzione equivale invece a una contrazione di almeno il 10%.
L'indice S&P ha perso circa il 7% da gennaio ed è in calo del 9,6% dai massimi del 21 maggio.
Andando più indietro nel tempo, si scopre una percentuale molto più alta di singoli titoli che hanno accusato perdite pesanti. Rispetto agli ultimi massimi a 52 settimane, il 44% delle azioni ha perso più del 20%.
Le società energetiche, penalizzate dal collasso dei prezzi del petrolio, sono le più tartassate. Tra queste spicca il tonfo di Chesapeake Energy (-73% dai massimi toccati esattamente un anno fa, il 2 settembre 2014).
Tra le blue chip, i titoli a maggiore capitalizzazione quotati sul Dow Jones, otto su 30 hanno ceduto almeno il 20% da inizio anno. La performance di Chevron (-30% da gennaio) è la peggiore del listino.
Dei titoli tecnologici quotati al Nasdaq, quasi un terzo è in calo di almeno il 20%.
(DaC)
dondiego49
Forumer storico
Morte del dollaro: una grande occasione per i trader?
Stampa Invia Commenta (3) di: WSI | Pubblicato il 04 settembre 2015| Ora 12:00
Il processo di dedollarizzazione probabilmente sarà inevitabile. Ma prima ci saranno sorprese sui mercati. TUTTI I GRAFICI
Ingrandisci la foto
Rapporto dollaro/euro.
ROMA (WSI) - Ormai parlare di de-dollarizzazione o di morte del dollaro è diventato normale. Tuttavia, come suggerisce Phoenix Capital Research, "rimane il fatto che tutti sul pianeta continuino a indebitarsi in dollari da decenni, o comunque aumentano il loro ammontare di debito con il leverage utilizzando i dollari". E di norma tale processo giunge alla fine attraverso un altro diametralmente opposto, che è quello di deleveraging.
È noto, infatti, che il contrarre troppo debito aumenta il rischio che l'azienda in questione (o l'investitore) faccia default o cada in bancarotta.
Ingrandisci la foto
Dollaro/yen.
L'elemento interessante è che proprio il deleveraging porta con sé ghiotte opportunità. Come? Nel momento in cui un paese o un'azienda o individuo contrae prestiti in dollari, di fatto shorta il dollaro. Di conseguenza, quando il leverage cala attraverso casi di default o ristrutturazioni, il numero dei dollari in circolazione diminuisce. E calando l'offerta di dollari, in base alle leggi della domanda e dell'offerta, il dollaro si rafforza. Sapendo questo, il trader può giocare di anticipo.
Già ora sembra di assistere ormai all'inizio di un ciclo massiccio, destinato a durare anni, di deleverage dei prestiti in dollari, fenomeno che sta portando la valuta Usa a rompere importanti resistenze nei confronti delle principale monete.
Ingrandisci la foto
Dollaro/franco svizzero.
Di conseguenza, da un punto di vista operativo, si consiglia ai trader di puntare su un mercato toro del dollaro pluriennale, che certo potrà essere accompagnato da crisi su altri asset: d'altronde, su base globale, ci sono debiti superiori ai $9000 miliardi in dollari Usa - per un valore di carry trade in dollari Usa, per capire la portata, uguale alla dimensione delle economie, su base combinata, di Germania e Giappone - investiti tra l'altro in altri asset o progetti.
Quando tali debiti inizieranno a essere rimborsati o in generale quando scatterà il deleveraging, la quantità di dollari nel sistema subirà un drastico ribasso: e sarà allora che si scatenerà il mercato toro del dollaro.
Ingrandisci la foto
Il dollaro ha ricalcato la performance dell'azionario nel 2014 Usa. Linea nera: Dollar Index, linea blu S&P 500.
Il problema è che il rally del biglietto verde non è di norma accolto positivamente dai mercati, in primis da Wall Street. Per esempio il dollaro ha segnato un forte rialzo nel 2008, anticipando poi un crollo dell'azionario. Bisogna vedere se si realizzerà la stessa cosa anche stavolta.
La relazione inversamente proporzionale del dollaro rispetto all'azionario, è visibile nell'anno 2014, quando lo S&P 500 ha segnato una buona performance al rialzo, a fronte della debolezza del dollaro.
Ingrandisci la foto
Trend tra dollaro (linea nera) e S&P (linea blu) nel 2015.
Ed è visibile anche se si fa riferimento ai trend dell'intero 2015, con lo S&P che è stato condizionato negativamente dall'apprezzamento del dollaro. Almeno fino a ora e in attesa di capire le prossime mosse della Fed.(Lna)
Per maggiori informazioni e aggiornamenti su Morte del dollaro: una grande occasione per i trader? inserisci la tua email nel box qui
Stampa Invia Commenta (3) di: WSI | Pubblicato il 04 settembre 2015| Ora 12:00
Il processo di dedollarizzazione probabilmente sarà inevitabile. Ma prima ci saranno sorprese sui mercati. TUTTI I GRAFICI
Ingrandisci la fotoRapporto dollaro/euro.
ROMA (WSI) - Ormai parlare di de-dollarizzazione o di morte del dollaro è diventato normale. Tuttavia, come suggerisce Phoenix Capital Research, "rimane il fatto che tutti sul pianeta continuino a indebitarsi in dollari da decenni, o comunque aumentano il loro ammontare di debito con il leverage utilizzando i dollari". E di norma tale processo giunge alla fine attraverso un altro diametralmente opposto, che è quello di deleveraging.
È noto, infatti, che il contrarre troppo debito aumenta il rischio che l'azienda in questione (o l'investitore) faccia default o cada in bancarotta.
Ingrandisci la fotoDollaro/yen.
L'elemento interessante è che proprio il deleveraging porta con sé ghiotte opportunità. Come? Nel momento in cui un paese o un'azienda o individuo contrae prestiti in dollari, di fatto shorta il dollaro. Di conseguenza, quando il leverage cala attraverso casi di default o ristrutturazioni, il numero dei dollari in circolazione diminuisce. E calando l'offerta di dollari, in base alle leggi della domanda e dell'offerta, il dollaro si rafforza. Sapendo questo, il trader può giocare di anticipo.
Già ora sembra di assistere ormai all'inizio di un ciclo massiccio, destinato a durare anni, di deleverage dei prestiti in dollari, fenomeno che sta portando la valuta Usa a rompere importanti resistenze nei confronti delle principale monete.
Ingrandisci la fotoDollaro/franco svizzero.
Di conseguenza, da un punto di vista operativo, si consiglia ai trader di puntare su un mercato toro del dollaro pluriennale, che certo potrà essere accompagnato da crisi su altri asset: d'altronde, su base globale, ci sono debiti superiori ai $9000 miliardi in dollari Usa - per un valore di carry trade in dollari Usa, per capire la portata, uguale alla dimensione delle economie, su base combinata, di Germania e Giappone - investiti tra l'altro in altri asset o progetti.
Quando tali debiti inizieranno a essere rimborsati o in generale quando scatterà il deleveraging, la quantità di dollari nel sistema subirà un drastico ribasso: e sarà allora che si scatenerà il mercato toro del dollaro.
Ingrandisci la fotoIl dollaro ha ricalcato la performance dell'azionario nel 2014 Usa. Linea nera: Dollar Index, linea blu S&P 500.
Il problema è che il rally del biglietto verde non è di norma accolto positivamente dai mercati, in primis da Wall Street. Per esempio il dollaro ha segnato un forte rialzo nel 2008, anticipando poi un crollo dell'azionario. Bisogna vedere se si realizzerà la stessa cosa anche stavolta.
La relazione inversamente proporzionale del dollaro rispetto all'azionario, è visibile nell'anno 2014, quando lo S&P 500 ha segnato una buona performance al rialzo, a fronte della debolezza del dollaro.
Ingrandisci la fotoTrend tra dollaro (linea nera) e S&P (linea blu) nel 2015.
Ed è visibile anche se si fa riferimento ai trend dell'intero 2015, con lo S&P che è stato condizionato negativamente dall'apprezzamento del dollaro. Almeno fino a ora e in attesa di capire le prossime mosse della Fed.(Lna)
Per maggiori informazioni e aggiornamenti su Morte del dollaro: una grande occasione per i trader? inserisci la tua email nel box qui
contim
Forumer storico
sei andato in dispensa a recuparare roba buona x il palato...bravo si deve pensare prima alla pancia....perdita irrisoria oggi venduto stamane eni pz49 14,75 e ripresi 250 a 14,34 acquisto unic e intesa, ho notato che i finanziari non hanno x niente reagito anche in america la stessa cosa e un avvertimentoscusa ma mi ero ritirato per deliberare
salame comprato in piemonte pane e barbera
dondiego49
Forumer storico
bene io invece o comprato presto o risparmiato parecchio rispetto a ieri ma potevo fare MOOOOOOLto meglio entrato prima di toccare 21,600 proprio su la candela 30" lunga ,perché quella prima a accennato al rimbalzo e avevo in testa quel livello come minimo ,ora nuovamente da pedalare a recuperare
ma sonno già abituato
ora resistenza 21,480
dondiego49
Forumer storico
bene io invece o comprato presto o risparmiato parecchio rispetto a ieri ma potevo fare MOOOOOOLto meglio entrato prima di toccare 21,600 proprio su la candela 30" lunga ,perché quella prima a accennato al rimbalzo e avevo in testa quel livello come minimo ,ora nuovamente da pedalare a recuperare
ma sonno già abituato
ora resistenza 21,480
son dei pagliacci
