HollyFabius
Nuovo forumer
Mi chiedevo in questi giorni se si fosse consapevoli di quanto l'ambiguità sia presente in arte e di quanto possa ritenersi un valore.
La prima cosa che mi viene in mente è il sorriso della Gioconda, la sua forza sembra nascere proprio dall'ambiguità che traspare.
La seconda cosa a cui penso sono i tagli di Fontana, perché nati successivamente ai buchi sono ritenuti meglio espressivi della ricerca di Lucio? Non sarà per la loro naturale ambiguità e vicinanza con il pertugio di origine di tutta la vita umana?
L'ambiguità non è origine della multi-significatività, uno degli strumenti retorici usati dalla critica?
Offrire piani diversi di lettura di un'opera non è una naturale ambiguità?
Ma un altro tema collegato è come si sposi l'ambiguità nella lettura con i reali intenti dell'autore, l'autore ha caricato volutamente l'opera di ambiguità o l'ambiguità è parte della natura di un'opera?
La prima cosa che mi viene in mente è il sorriso della Gioconda, la sua forza sembra nascere proprio dall'ambiguità che traspare.
La seconda cosa a cui penso sono i tagli di Fontana, perché nati successivamente ai buchi sono ritenuti meglio espressivi della ricerca di Lucio? Non sarà per la loro naturale ambiguità e vicinanza con il pertugio di origine di tutta la vita umana?
L'ambiguità non è origine della multi-significatività, uno degli strumenti retorici usati dalla critica?
Offrire piani diversi di lettura di un'opera non è una naturale ambiguità?
Ma un altro tema collegato è come si sposi l'ambiguità nella lettura con i reali intenti dell'autore, l'autore ha caricato volutamente l'opera di ambiguità o l'ambiguità è parte della natura di un'opera?