Ottobre mese delle castagne e delle foglie cadenti (1 Viewer)

La Mano Di Dio

Forumer attivo
Chi irride al Dollaro Usa, irride a se stesso.

L’11 settembre 2008 trader vincente, senza dubbio fra i migliori trader oggi presenti sul mercato, scriveva in questo forum:
Qualche parola sul perché il mercato, la parte del mercato che conta, ha deciso: BASTA ALLA SVALUTAZIONE DEL DOLLARO.

Quando un’azienda sta per fallire, se essa è di dimensioni piccole, che fallisca. Il suo fallimento non farà male che ai suoi proprietari (i soci, gli azionisti), ai suoi creditori, ai suoi dipendenti, a un piccolo indotto, se esiste.
Quando sta per fallire un’azienda di grandi dimensioni, allora la musica cambia: si tenta di tutto perché nessuno perda: amministrazione controllata, commissario liquidatore, cessione degli attivi; acquisto dell’azienda.
Perderanno in molti, però non perderanno tutti.
Quando uno Stato sta per fallire, e la sua valuta è l’azione pregiata in mano di tutti i prenditori (creditori) (Stati sovrani, istituzioni) di questo Pianeta, allora: delle due: Se fallisce, falliranno tutti, anche tutti gli Stati e le istituzioni che hanno nei loro forzieri la valuta di questo Stato, parlo di uno stato grande, non di uno piccolino, tanto per stare all’esempio di sopra.
C’è la seconda alternativa: concordato preventivo. In che modo? Tutti i creditori in soccorso del debitore agonizzante. Tutti ad indebitarsi nella propria forte valuta ed a comprare la valuta dello Stato in bancarotta. Tutti, interessati perché questa valuta non trascini nel baratro del fallimento le altre valute e l’economia del Pianeta.
Questo per la cronaca, ma anche per la storia, quella passata e quella futura.

Il 14 settembre 2008, appena un giorno prima dell’inizio del massiccio tracollo delle borse, ancora trader vincente scriveva:

La mia visione sul cross EUS/USD è nota e resta sempre quella già espressa.
Ragionando sulle ragioni fondamentali, qualche giorno fa osservavo, fra l’altro, che il dollaro USA aveva già dato, e che ora tocca al EURO.
Oltre alle motivazioni già espresse sul tema, osservo molto sinteticamente:
[FONT=&quot]Il dollaro USA ha già dato, per colpa degli USA e della loro politica liberista, priva di seri controlli sulle alchimie finanziarie; el EURO deve ancora dare, per colpa degli USA, i quali molto abilmente hanno scaricato sui conti europei parte enorme dei loro debiti e della loro carta con valore ZERO. I fallimenti delle grandi banche americane daranno i loro effetti nefasti anche sui conti di diverse grandi banche europee e non solo. I governanti USA, nemici del socialismo e dell’interventismo nell’economia, sono stati costretti a nazionalizzare agenzie private che diversamente sarebbero saltate. ¡ Che esempio di liberalismo! Nell’Unione Europea sta aumentando la pressione di coloro che vorrebbero l’abbandono del mitico 3% sul deficit statale: appena qualche giorno fa dicevo che s’esce da questa crisi, non migliore di quella del 1929, solamente manovrando sulla spesa pubblica: quindi opere pubbliche, interventi sull’economia che saranno finanziati contraendo altri debiti che, unitamente a quelli già esistenti, dovranno pagare i cittadini, i quali, nell’immediato si troveranno ancora più poveri e con spinte inflattive rilevanti.[/FONT][FONT=&quot] “

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saila

Moderatore Piazza Affari
Chi irride al Dollaro Usa, irride a se stesso.

L’11 settembre 2008 trader vincente, senza dubbio fra i migliori trader oggi presenti sul mercato, scriveva in questo forum:
Qualche parola sul perché il mercato, la parte del mercato che conta, ha deciso: BASTA ALLA SVALUTAZIONE DEL DOLLARO.

Quando un’azienda sta per fallire, se essa è di dimensioni piccole, che fallisca. Il suo fallimento non farà male che ai suoi proprietari (i soci, gli azionisti), ai suoi creditori, ai suoi dipendenti, a un piccolo indotto, se esiste.
Quando sta per fallire un’azienda di grandi dimensioni, allora la musica cambia: si tenta di tutto perché nessuno perda: amministrazione controllata, commissario liquidatore, cessione degli attivi; acquisto dell’azienda.
Perderanno in molti, però non perderanno tutti.
Quando uno Stato sta per fallire, e la sua valuta è l’azione pregiata in mano di tutti i prenditori (creditori) (Stati sovrani, istituzioni) di questo Pianeta, allora: delle due: Se fallisce, falliranno tutti, anche tutti gli Stati e le istituzioni che hanno nei loro forzieri la valuta di questo Stato, parlo di uno stato grande, non di uno piccolino, tanto per stare all’esempio di sopra.
C’è la seconda alternativa: concordato preventivo. In che modo? Tutti i creditori in soccorso del debitore agonizzante. Tutti ad indebitarsi nella propria forte valuta ed a comprare la valuta dello Stato in bancarotta. Tutti, interessati perché questa valuta non trascini nel baratro del fallimento le altre valute e l’economia del Pianeta.
Questo per la cronaca, ma anche per la storia, quella passata e quella futura.

Il 14 settembre 2008, appena un giorno prima dell’inizio del massiccio tracollo delle borse, ancora trader vincente scriveva:

La mia visione sul cross EUS/USD è nota e resta sempre quella già espressa.
Ragionando sulle ragioni fondamentali, qualche giorno fa osservavo, fra l’altro, che il dollaro USA aveva già dato, e che ora tocca al EURO.
Oltre alle motivazioni già espresse sul tema, osservo molto sinteticamente:
[FONT=&quot]Il dollaro USA ha già dato, per colpa degli USA e della loro politica liberista, priva di seri controlli sulle alchimie finanziarie; el EURO deve ancora dare, per colpa degli USA, i quali molto abilmente hanno scaricato sui conti europei parte enorme dei loro debiti e della loro carta con valore ZERO. I fallimenti delle grandi banche americane daranno i loro effetti nefasti anche sui conti di diverse grandi banche europee e non solo. I governanti USA, nemici del socialismo e dell’interventismo nell’economia, sono stati costretti a nazionalizzare agenzie private che diversamente sarebbero saltate. ¡ Che esempio di liberalismo! Nell’Unione Europea sta aumentando la pressione di coloro che vorrebbero l’abbandono del mitico 3% sul deficit statale: appena qualche giorno fa dicevo che s’esce da questa crisi, non migliore di quella del 1929, solamente manovrando sulla spesa pubblica: quindi opere pubbliche, interventi sull’economia che saranno finanziati contraendo altri debiti che, unitamente a quelli già esistenti, dovranno pagare i cittadini, i quali, nell’immediato si troveranno ancora più poveri e con spinte inflattive rilevanti.[/FONT][FONT=&quot] “

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grazie, per il tuo prezioso lavoro, che ci dedichi :up::up::up::)
 

La Mano Di Dio

Forumer attivo
Nella seconda fase della crisi il pericolo viene dal debito pubblico.
Non ci sono più soldi.
Esistono solo enormi e scandalose concentrazioni di ricchezza in poche mani, con la platea dei cittadini sempre più povera ed indebitata.
La storia insegna che quando la ricchezza si concentra in poche mani tutto s'azzera, fra tumulti popolari di persone che i ricchi s'ostinano a non sentire.
Salteranno tutti i criteri posti a difesa dell'EURO.
Ne vedremo delle belle, con gara a fare politiche Keynesiane anche da parte della destra, ammesso che riesca a sopravvivere all’inganno dell’ordine pubblico ed a quello della cacciata dell’affamato migrante.
Qualche Stato potrebbe essere tentato dall'avventura di uscire dall'EURO, fare manovra straordinaria sul debito pubblico, ritornare alla vecchia divisa, svalutarla massicciamente, per cominciare tutto da zero.
 

La Mano Di Dio

Forumer attivo
Il 19 novembre 2009 scrivevo:
Chi spera nell’inversione rialzista del ciclo di lungo, se in posizione long per l’EURO sul cross EUR/USD, e se in posizione long sugli indici azionari, rimarrà deluso.
Chi rimarrà deluso e non trarrà ammonimento da tale delusione, rimarrà prigioniero dei suoi errori.
La borsa segue sue regole, le quali sono diverse, spesso opposte a quelle che magari si pretende ricavare con superficialità dalle notizie.
Nessuno pensa al disastro del debito che dalla sfera del privato si sta pesantemente scaricando, peraltro solo in parte, sui bilanci pubblici già disastrati?
Il 2010 sarà drammatico, per la necessità di colmare i disavanzi pubblici, per la necessità d’evitare ulteriori cadute della domanda, quando gli effetti placebo degli incentivi svaniranno. Si stamperà ulteriore moneta in tutto il mondo, che avrà come voluta conseguenza quella di fomentare un’inflazione che, a guisa d’una pioggia salvifica e purificatrice, dovrà abbattere la peste del debito pubblico ed anche quella del debito privato.
Alternativa all’espediente dell’inflazione esiste solo il congelamento dei debiti pubblici.
Qualcuno ha pensato cosa succederebbe?
Argentina docet.
E’ stata vera guerra quella vissuta sui mercati finanziari durante la seconda metà del 2007, tutto il 2008 ed i primi due mesi del 2009.
Dopo una guerra s’azzera tutto con il riallineamento dei cambi, con il dar il via all’inflazione.
Tutto inizia da zero.
Ancora non siamo usciti dalla guerra ed ancora non abbiamo toccato il punto zero; ancora non s’è vista né intravista l’inflazione, la quale è la nemica numero uno degli indici azionari.
Dopo aver visto salvare le banche di mezzo mondo con iniezione di danaro pubblico, peraltro creato dal nulla, adesso il sistema dell’economia e della finanza deve confrontarsi con un nemico molto forte: il debito pubblico.
Esso, alla luce di come sono disastrate le casse pubbliche di tutto l’Occidente, non si può abbattere se non con l’inflazione; la leva fiscale è già al massimo, e lo sarà ancora di più nei prossimi anni fiscali in cui il reddito sarà in calo; la lotta all’evasione fiscale è un pannicello caldo; anzi è facile pronosticare che essa aumenterà, perché le persone devono pur sopravvivere. Molti di coloro che non potranno evadere, perché a reddito fisso, faranno bancarotta, unitamente a molti disoccupati, i primi perché oberati da debiti insostenibili, i secondi per veder ridotto a zero il loro reddito.
Non si dica che le Banche centrali dell’Occidente non lo stiano dicendo. Anzi stanno parlando chiaro. L’ottimismo dei Governi (l’arte precipua dei politici è quella di vendere chiacchiere, sogni, illusioni) è smentito non solamente dalla cautela, se non dal pessimismo dei governatori delle Banche centrali, ma soprattutto è smentito dalle statistiche che vedono la disoccupazione ancora in crescita.
La disoccupazione crescerà ancora per molto tempo.
Con la disoccupazione che aumenta e continuerà ad aumentare non c’è rialzo degli indici azionari che tenga e si mantenga.
Occorre aspettare il giro di boa della disoccupazione, sottrarre 6 mesi, et voilà, ripartenza da veri minimi ciclici, ed il rialzo si che sarà convincente, tale da innescare un ciclo impulsivo, prima quello dei mercati azionari e poi quello dell’economia reale ( il ciclo dei mercati finanziari precede il ciclo dell’economia reale).
Visto che la gamba rialzista in essere dei mercati azionari è iniziata nei primi del mese di marzo 2009, visto che la disoccupazione è vista in aumento per altri 12 -18 mesi, allora, fatti un poco di conti, è facile comprendere che tutto questo rialzo è destinato ad evaporare rapidamente.
Conclusioni.
Doppia V; va meglio scritta ” W “ per l’economia reale e per gli indici azionari.
Tutto il resto è mera speculazione, la quale si è mossa sulla base di parametri meramente matematici di prezzo e di tempo (rintracciamenti di Fibonacci, in primis).
Tutto il resto è speranze, pie illusioni, masochistiche aspettative di regole d’economia nuove che dovrebbero dare diversa spiegazione a quello che è e resterà un bear market rally, il quale finirà così come finiscono tutti i bear market rally, cioè in un massacro per i soliti noti, ovvero i traders fai da te ed i risparmiatori lenti a cogliere il mutamento del trend di breve e medio, tenendo cocciutamente e colpevolmente entrambi gli occhi ben chiusi davanti al trend di lungo.

Il mondo dei sogni non alberga né in economia né in finanza.



Una felice e tranquilla sera a tutti.


[FONT=&quot]Vietata la riproduzione anche parziale, se non espressamente autorizzata.[/FONT]
 

Argema

Administrator
Membro dello Staff
Il 23 ottobre 2009 scrivevo:
Le ragioni del bear market rally in via d’esaurimento.

a)………..
Le bolle immobiliari presenti in Cina (dove il prezzo dei suoli è lievitato del 500% in 5 anni, mentre nello stesso periodo il reddito è aumentato mediamente del 24%, e dove il peso del settore del credito sul pib è del 18%) e Dubai (le enormi opere sono ferme incomplete ed aspettano compratori che non si vedono all’orizzonte, nonostante che i prezzi delle costruzioni siano scesi del 40%) sono pronte ad esplodere; se ciò dovesse succedere esse faranno impallidire la bolla immobiliare e finanziaria americana. Questi Stati sono i motori che finanziano l’economia mondiale; se saltano anche essi, allora tutti gli sforzi messi in atto non saranno serviti a nulla; l’economia planetaria collasserebbe per anni ed anni, con rischio sempre più concreto d’assistere all’esplosione di eventi bellici.

In finanza non serve arrivare né secondi, e meno ultimi.

Oggi ho la soddisfazione di ribadire che chi scrive è arrivata prima, xxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxx.

Mano, la frase finale te la cancello e vedi di non riscriverla ;), ci siamo capiti.
E non è vera perlaltro, perchè di shorters qui dentro ce ne sono moltissimi, tutti da tempo convinti che si doveva scendere.
Per il resto, ho concordato con te, meriti rispetto, qualsiasi sia la tua opinione, e occorre controbattere ai tuoi argomenti con argomentazioni tecniche o con le statistiche delle tue previsioni.
Ciao :)
 

superrudy

Beyond good and evil
Pensavo che il messaggio in calce fosse chiaro. Così non sembra.
Rinnovo il messaggio con la precisazione che chi si crede depositario della verità e per questo si lascia tentare dalla tentazione d’insultare e d’irridere chi, peraltro suffragato dal mercato, con molta educazione esprime il suo punto di vista, ripeto chi si lascia tentare dall’impulso bestiale dell’irrisione e della derisione, si ponga davanti ad uno specchio ben grande, si guardi bene tutto, si ammiri bene, si guardi bene la faccia e si dica a se stesso tutte le parole che ha avuto la tentazione di dire a chi scrive, e se le ripeta per 10.000 volte al giorno.
Detto questo invito chi amministra il forum a bannare chi dovesse continuare in questo incivile comportamento.
Altrimenti devo concludere che qui si fanno due pesi e due misure, con grave danno per l’immagine del forum che sta perdendo i suoi pezzi migliori, incluso chi scrive, e pare destinato al monologo di una sola scuola di pensiero.
Non mi attendo una risposta, né la chiedo: chiedo fatti: diversamente tolgo il disturbo.

Senti mi pare di aver capito che sei una donna...
Se si credo di essermi innamorato e vorrei conoscerti :-o
 

La Mano Di Dio

Forumer attivo
Ricordo l'importanza di 1,4758, dove il cross EUR/USD è diretto.
La prima sentenza sulla gamba iniziata in marzo 2009 si avrà alla rottura di 1,4773.
L'ultimo baluardo è 1,4751, che non deve assolutamente essere violato al ribasso, per coloro che sono incautamente long sul cross.
 

La Mano Di Dio

Forumer attivo
Ho scritto diverse volte e già diverse settimane or sono qualcosa come questo

“ La violazione al ribasso in data odierna 17-11 della quota 1,4901 è stata ulteriormente fatale al trend, dopo la violazione della quota 1,48877 avvenuta la settimana scorsa.
Detta violazione ha come obiettivo minimo 1,3374 - 1,3267.
Prima fermata 1,4758.

Ho ancora scritto che la violazione di 1,4758 sarebbe stata fatale.
Ho anche scritto che l’estensione ammissibile è 1,4751.

Che altro aggiungere di più?
Che oggi la prima fermata è stata 1,4758/7: cioè al livello da me solamente individuato settimane prima.
La fermata è avvenuta non a caso il giorno 7 di dicembre, il mese n. 12 dell’anno.
Lascio agli intelligenti, solo a quelli, trarre le conclusioni ( i saccenti maleducati sono pregati di non leggere e di non concludere) .

La regola dei numeri matrice è qualcosa di divino, diabolico, saggio, con margine d’errore pari allo ZERO.
 

geronimo

Forumer storico
Il 23 ottobre 2009 scrivevo:
Le ragioni del bear market rally in via d’esaurimento.

a)………..
Le bolle immobiliari presenti in Cina (dove il prezzo dei suoli è lievitato del 500% in 5 anni, mentre nello stesso periodo il reddito è aumentato mediamente del 24%, e dove il peso del settore del credito sul pib è del 18%) e Dubai (le enormi opere sono ferme incomplete ed aspettano compratori che non si vedono all’orizzonte, nonostante che i prezzi delle costruzioni siano scesi del 40%) sono pronte ad esplodere; se ciò dovesse succedere esse faranno impallidire la bolla immobiliare e finanziaria americana. Questi Stati sono i motori che finanziano l’economia mondiale; se saltano anche essi, allora tutti gli sforzi messi in atto non saranno serviti a nulla; l’economia planetaria collasserebbe per anni ed anni, con rischio sempre più concreto d’assistere all’esplosione di eventi bellici.

In finanza non serve arrivare né secondi, e meno ultimi.

Oggi ho la soddisfazione di ribadire che chi scrive è arrivata prima.
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sei un grande anche nella seconda parte scritta in viola:up:;)
 

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