Le parole espresse dal
governatore della Banca d’Italia Mario Draghi circa le condizioni economiche in cui versa
Atene, sanno già di
presidente Bce, incarico che lo stimato economista italiano andrà a ricoprire in autunno. Per
Draghi la
Grecia può essere salvata ed evitare il
default:”la mia più importante esperienza di accountability democratica. La
Bce ha adottato una posizione molto chiara, che condivido pienamente.
Per Draghi il
default o una ristrutturazione del debito non sarebbero auspicabili, in quanto si tratta di operazioni dove “i costi sarebbero maggiori dei benefici, e non risolverebbero i problemi”
Draghi avverte sulle
conseguenze che il default potrebbe avere sulle banche europee, esposte al debito ellenico. Inoltre “noi sappiamo come gestire il
fallimento di un’impresa, abbiamo forse imparato a gestire il
fallimento di una banca, ma il
fallimento di uno stato sovrano è qualcosa che non conosciamo”. Si tratterebbe quindi di una nuova situazione, le cui conseguenze potrebbero esser anche più dolorose di quelle che sembrano apparentemente. Il contagio quindi, potrebbero poi coinvolgere altri Stati, scatenando così un effetto pericoloso pe rl’intero sistema economico.
Draghi poi ricorda l’
esperienza italiana negli anni ’90, dove l’esposizione è per 10 volte quella della Grecia: “la svalutazione della lira aiutò solo in parte, perché tutto si giocò sulla capacità di rimettere la casa in ordine senza nessun aiuto esterno varando delle importanti
riforme strutturali.
Sulla
Bce, per Draghi la sfida è quella di uscire da una politica monetaria accomodante, senza correre il rischio di collassare il sistema, riuscendo nel contempo a mantenere stabile il livello dei prezzi: “il mandato essenziale della Banca è assicurare la
stabilità dei prezzi a medio termine. Non sarebbe coerente con tale mandato una gestione di politica monetaria che ha obiettivi di cambio: non lo fanno gli Stati Uniti e non lo facciamo neanche noi”.