La Fed promette denaro facile, listini in rialzo
Il rafforzamento del dollaro e il rallentamento globale spaventano gli Usa: l'atteggiamento della Banca centrale resterà accomodante. Gli investitori tornano a comprare azioni, paradossalmente rassicurati dalla stagnazione e dal denaro a basso costo. Euro in rafforzamento, lo spread riscende in area 135 punti
di RAFFAELE RICCIARDI
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09 ottobre 2014
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La Fed promette denaro facile, listini in rialzo
Janet Yellen, il governatore della Fed (reuters)
MILANO - La Federal Reserve tranquillizza i mercati sul rialzo dei tassi: spaventata dal rallentamento dell'economia mondiale, certificato anche dal Fmi di recente, e dal rafforzamento del dollaro, che minaccia la ripresa Usa, la Banca centrale americana ha usato toni da colomba nel suo ultimo meeting. La Federal Open Market Committee (Fomc), il braccio di Washington che determina la politica monetaria, ha discusso al suo interno dell'innalzamento dei tassi, ma alla fine lasciato la dicitura "considerable time", a lungo, come orizzonte temporale del periodo per il quale resteranno bassi. Molti credevano che potessero arrivare indicazioni di un imminente cambio di rotta e il messaggio "da colomba" è stato recepito immediatamente dai mercati, che hanno accolto con piacere la conferma del denaro a basso costo mettendo in un angolo il fatto che la ragione di questa 'regalia' stia tutta nella debolezza globale dell'economia.
Questa notizia, arrivata nella serata italiana di ieri, domina ancora gli scambi odierni. In Italia l'agenda politica è dominata dal Jobs act, per il quale il governo Renzi ha incassato una difficile fiducia notturna e un riconoscimento internazionale nel vertice Ue straordinario sul lavoro. In Europa si guarda con attenzione ai dati sulla bilancia commerciale della Germania, la cui economia ha recentemente dato segnali di scricchiolii che preoccupano l'intera Eurozona: ad agosto il surplus tedesco è sceso a 17,5 miliardi dai 22,2 miliardi registrati nel mese precedente. Il risultato è anche inferiore alle attese degli analisti, che indicavano un attivo di 18,6 miliardi. Le esportazioni sono scese su mese del 5,8%, su anno dell'1%: le importazioni sono diminuite dell'1,3% su mese, del 2,4% su anno. In mattinata, la Bce pubblicherà il bollettino mensile di ottobre.
I mercati europei avviano la giornata in netto rialzo dopo la debolezza delle ultime sedute, sospinti anche dalla disponibilità della BoJ e della Bank of China a usare ulteriori misure di allentamento per sostenere le economie di Cina e Giappone. Piazza Affari segna un guadagno dell'1,2%, Londra sale dello 0,8%. Bene anche Francoforte, che aggiunge l'1%, e Parigi con il +1,1%.
Partenza in ribasso per lo spread Btp-Bund. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stati decennali italiani e tedeschi si attesta in avvio in area 135 punti base, dai 142 registrati ieri in chiusura. Il rendimento del Btp decennale è al 2,27%. L'euro si rafforza sul dollaro in apertura dei mercati europeei, dopo gli annunci della Fed. La moneta unica viene scambiata a quota 1,2738 dollari, mentre ieri, secondo le rilevazioni della Bce, ha chiuso a 1,2645.
Chiusura in ribasso, invece, per la Borsa di Tokyo, che ha pagato il rafforzamento dello yen sul biglietto verde: al termine della seduta l'indice Nikkei ha ceduto lo 0,75% a 15.478,93 punti, il Topix ha perso l'1,1%. La seduta è stata molto attiva con 2,27 miliardi di pezzi scambiati sul mercato principale. Alla chiusura della piazza di tokyo il dollaro era scambiato a 107,86 yen, al di sotto della soglia dei 108 yen per la prima volta da metà settembre.
Le Borse Usa ieri hanno segnato un forte rimbalzo, con gli investitori rassicurati dai verbali dell'ultima riunione del Fomc, in cui si segnala che il primo rialzo dei tassi di interesse potrebbe non arrivare presto come si temeva. A Wall Street, il Dow Jones ha chiuso a 16.994,22 punti (+1,64%); lo Standard & Poor's 500 a 1.968,9 punti (+1,75%) e il Nasdaq a 4.468,6 punti (+1,9%). Si segnala anche l'avvio incoraggiante della stagione dei conti: Alcoa, che come da tradizione inaugura la pubblicazione delle trimestrali, ha registrato un boom dei profitti a 149 milioni di dollari nel periodo luglio-settembre.
Oggi l'attenzione negli Stati Uniti è catalizzata dalle richieste per i sussidi di disoccupazione e dalle scorte di magazzino all'ingrosso. Molte le personalità economiche chiamate a parlare ufficialmente da svariati palcoscenici: il numero uno della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, il direttore del Fmi Christine Lagarde, il governatore Bce Mario Draghi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, alla Georgetown University.
Quanto alle materie prime, i prezzi del petrolio sono in rialzo sui mercati asiatici: i future sul Brent restano sopra i 91 dollari al barile, a 91,53 dollari al barile, con un aumento di 15 cent. Il barile Usa avanza di 27 cent a 87.58 dollari al barile.