Investimenti & Sviluppo (IES) 10% di Buy Back sul flottante e Novità (2 lettori)

Lorenzo P

Nuovo forumer
ciaooooo
chi entra? e chi esce?
:specchio:


Azz...che memoria! io me ne ero scordato :)

comunque, per quello che vale ciò che diceva, sicuramente non esce nessuno. Certamente, o quasi, dovranno entrare altri/o soci per portare il business, assieme ad Eurinvest, dal tessile a ciò che sappiamo.
In questo senso sono curioso di sapere chi entra, e soprattutto a che prezzo.
Comunque ha ragione Bied: se il wies verrà prorogato emergerà la reale intenzione della società!!
Venedo al generale, la nostra bisca sta tenendo stranamente bene rispetto al contesto...vuoi vedere che il peggio borsistico sia passato?
 

biedermeier

.........................
Azz...che memoria! io me ne ero scordato :)

comunque, per quello che vale ciò che diceva, sicuramente non esce nessuno. Certamente, o quasi, dovranno entrare altri/o soci per portare il business, assieme ad Eurinvest, dal tessile a ciò che sappiamo.
In questo senso sono curioso di sapere chi entra, e soprattutto a che prezzo.
Comunque ha ragione Bied: se il wies verrà prorogato emergerà la reale intenzione della società!!
Venedo al generale, la nostra bisca sta tenendo stranamente bene rispetto al contesto...vuoi vedere che il peggio borsistico sia passato?

in questo caso sei tu ad avere memoria...;)

effettivamente ho sempre pensato che a chiusura del cerchio, cambio a.d. e piano industriale rinnovato con finalità completamente diverse, ci potesse essere l'ulteriore mossa del prolungamento della scadenza del warrant

questo avrebbe senso oltretutto come ulteriore mero segnale al mercato del rinnovamento in atto e quindi della reale intenzione di fare le cose sul serio
ma d'altra parte mi chiedo se avendo l'intezione di usare il warrant per l'ingresso di un soggetto nuovo nel capitale, in maniera tale da fungere come una sorta e quindi in alternativa ad un aumento di capitale riservato, avrebbe ancora senso il prolungamento della scadenza...
 
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vdb61

Forumer attivo
in questo caso sei tu ad avere memoria...;)

effettivamente ho sempre pensato che a chiusura del cerchio, cambio a.d. e piano industriale rinnovato con finalità completamente diverse, ci potesse essere l'ulteriore mossa del prolungamento della scadenza del warrant

questo avrebbe senso oltretutto come ulteriore mero segnale al mercato del rinnovamento in atto e quindi della reale intenzione di fare le cose sul serio
ma d'altra parte mi chiedo se avendo l'intezione di usare il warrant per l'ingresso di un soggetto nuovo nel capitale, in maniera tale da fungere come una sorta e quindi in alternativa ad un aumento di capitale riservato, avrebbe ancora senso il prolungamento della scadenza...

;)
 

vdb61

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FINANZA&MERCATI

ILSOLE24ORE.COM Finanza e Mercati

Asta flop per i Bond tedeschi,
allarme titoli di Stato

7 gennaio 2008


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Parte male il mercato mondiale dei titoli di Stato. Nel 2009 è attesa un'ondata di emissioni da 3mila miliardi di dollari, il triplo del 2008, in buona parte necessari a finanziare i piani di salvataggi delle banche e di sostegno alle economie. Tuttavia oggi un'asta sui pregiati bund tedeschi a 10 anni ha registrato domande inferiori all'offerta, che ammontava complessivamente a 6 miliardi di euro.

Lo ha riportato il Financial Times nell'edizione online, rilevando che si tratta di un avvertimento per tutti i governi che si apprestano a effettuare emissioni da record tramite titoli di Stato. Gli investitori hanno snobbato «uno di titoli più sicuri e facilmente scambiabili» sul mercato anche se già nella parte finale del 2008 alcune aste di bund avevano registrato degli insuccessi, anche se non di questa portata.

«Diversi altri paesi - prosegue il quotidiano finanziario - tra cui Gran Bretagna, Italia, Spagna, Austria, Belgio e Olanda, hanno faticato a piazzare bond pubblici o sono stati costretti a cancellare emissioni causa mancanza di offerta». Quella di oggi in Germania era la prima asta di bond nell'area euro e «un segnale di possibili problemi in tutto il mondo».

Secondo Meyrick Chapman, analista di Ubs, «c'è sicuramente stato uno squilibrio tra offerta e domanda a causa delle forti emissioni effettuate nell'ultima perte del 2008 e di quelle attese per i mesi a venire. Prima della crisi finanziaria le aste in Germania semplicemente non fallivano». Lo scorso 10 dicembre in Germania un'altra asta di bund si era chiusa in affanno.

Certo, oltre alla consistente offerta in campo, un altro fattore che può disincentivare la domanda di titoli di Stato è il calo dei tassi di interesse ufficiali stabiliti dalle Banche centrali. Negli Stati Uniti la Federal Reserve li ha già ridotti a una forchetta quasi simbolica tra zero e 0,25 punti, nell'area euro sono ancora al 2,5 per cento ma proprio ieri sono giunti dati sull'inflazione che per dicembre hanno riferito una attenuazione più marcata del previsto, all'1,6% in dicembre. Così la Bance centrale europea potrebbe propendere per nuvi tagli del costo del denaro. La prossima riunione sui tassi del consiglio direttivo è attesa per giovedì 15 gennaio.



:titanic::ciao:
 

vdb61

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ILSOLE24ORE.COM
Intesa cartolarizza mutui: operazione da 13 miliardi

di Morya Longo

3 Gennaio 2009


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E tre. Intesa Sanpaolo ha effettuato la terza cartolarizzazione delle ultime due settimane. Ieri ha infatti "trasformato" un pacchetto di 193mila mutui in 13 miliardi di euro di obbligazioni. Se si aggiungono le altre due operazioni concluse dal gruppo guidato da Corrado Passera negli ultimi 15 giorni, il conto sale a 20 miliardi. Ci si può chiedere: chi può aver mai comprato questa montagna di titoli, nell'anno in cui i mutui-bond non li vuole nessuno? La risposta è ovvia: li ha comprati la stessa Intesa Sanpaolo. Prima li ha emessi (attraverso la società-veicolo Adriano Finance 2) e poi li ha acquistati. Un girotondo che, ultimamente, hanno fatto un po' tutti: si pensi che solo negli ultimi due mesi le banche italiane hanno realizzato 13 cartolarizzazioni per un totale di circa 55 miliardi di euro. E quasi tutte hanno collocato questa montagna di bond a se stesse. Con un obiettivo: avere più titoli da consegnare alla Banca centrale europea nelle operazioni di rifinanziamento.
La moda delle cartolarizzazioni auto-comprate è figlia della crisi di liquidità che ha paralizzato per mesi il mondo finanziario. Da quando è scoppiata la bufera dei mutui subprime, la scarsa fiducia tra le banche ha infatti letteralmente congelato il settore interbancario: il mercato su cui da sempre gli istituti si sono prestati i soldi l'uno con l'altro è improvvisamente sparito. I tassi (il famoso Euribor) sono volati alle stelle e gli scambi di denaro si sono ridotti al lumicino. Per le banche europee, dunque, in questo contesto è restata una sola ancora di salvezza: la Banca centrale europea. È stato infatti l'istituto centrale di Francoforte a iniettare per mesi ammontari enormi di liquidità sul sistema. Insomma: da Francoforte le banche di tutta Europa hanno attinto per mesi i fondi necessari per andare avanti. E ancora lo fanno.
Ma la Banca centrale europea non funziona come un "bancomat": per ottenere i finanziamenti, che vengono erogati ogni martedì tramite un meccanismo ad asta, le banche devono consegnarle titoli obbligazionari in garanzia. Insomma: gli istituti europei possono chiedere alla Bce tutta la liquidità che vogliono, a patto che in cambio le diano titoli obbligazionari. Le banche, quindi, per poter "prelevare" devono avere tanti bond. Da qui nasce l'idea di realizzare le auto-cartolarizzazioni. Dato che tenere i mutui in portafoglio non serve a nulla, le banche preferiscono venderli a una società-veicolo e comprare le obbligazioni (garantite dagli stessi mutui) che questa società emette. Così i finanziamenti per la casa, erogati a migliaia di privati cittadini, diventano titoli obbligazionari con tanto di rating. E i titoli diventano a loro volta "merce di scambio" per approvvigionarsi presso la Banca centrale europea. Morale: inutili mutui si trasformano in utilissimi bond. Magia della finanza.
Per questo tutte le banche si stanno cimentando in queste operazioni. Il caso di Intesa Sanpaolo – che si è avvalsa della collaborazione anche di Banca Imi – è emblematico. Attualmente il gruppo – fanno sapere dal quartier generale – non ha bisogno di soldi. I 22 miliardi di obbligazioni scadute nel 2008 sono stati rimborsati raccogliendo tra gli investitori 30 miliardi: attualmente Intesa Sanpaolo ha dunque 8 miliardi da parte per iniziare a rimborsare i 29 miliardi di bond che scadranno nel 2009. Se il mercato sarà normale, o quantomeno accettabile, emetterà nuove obbligazioni e rimborserà le vecchie. Come ha sempre fatto e come fanno tutti. Se invece il mercato sarà bloccato, per motivi oggi imprevedibili, il gruppo potrà usare i 30 miliardi di bond nati con le varie cartolarizzazioni del 2008 per prendere in prestito i fondi dalla Bce. Comunque vada, insomma, Intesa Sanpaolo non dovrebbe aver alcun problema. I bond appena cartolarizzati servono proprio come «cuscinetto prudenziale». E la prudenza, di questi tempi, è di certo l'asset più apprezzato dal mercato.
[email protected]


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:D :eek:
 

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