#9dicembre - Il popolo italiano scende in piazza (1 Viewer)

Kronos

Forumer storico
Oramai il livello di guardia è stato abbondantemente superato. Se non sarà oggi, sarà domani. E' ormai chiaro che "procrastinare" uno stato comatoso della nazione è un atteggiamento inutile e dannoso.
L'Europa è morta, devono riunisrsi subito con la Germania e la Francia e mandare a monte un patto scellerato.
Le conseguenze di patteggiare o procrastinare suscitando false aspettative non sono più una priorità.:cool:
 

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ordine 11.110
cambia una sega
tutto come prima
cambia che la polizia (dipendente dal ministero dell'interno e quindi organo politico come in germania est e nei regime bolscevichi) si schiera e arresta i manifestanti:

E' stato arrestato dalla Digos con l'accusa di furto pluriaggravato, il vicepresidente di Casapound, Simone Di Stefano, dopo il blitz a Roma davanti al sede Ue. Di Stefano aveva tentato di rimuovere la bandiera dell'Unione europea. Di Stefano, già candidato alle elezioni regionali del Lazio ed a quelle comunali di Roma, aveva partecipato stamani con un centinaio di manifestanti ad un blitz davanti alla sede Ue di via IVNovembre a Roma. Armato di una scala aveva tentato di sostituire al bandiera dell'Ue con un Tricolore. La polizia ha sequestrato la scala e l'auto utilizzata per trasportarla. Sempre per il blitz a Roma davanti al sede Ue in via IV Novembre sono stati denunciati dalla Digos una decina di appartenenti a Casapound per concorso nel furto aggravato della bandiera dell'Unione Europea, resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/12/08/Sciopero-forconi-Garante-pronto-sanzioni-se-violazioni-_9745232.html
 

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Un popolo, una lotta

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I presidi sono ancora al loro posto, i “pulpiti” invece no.
I cittadini e i forconi, non arretrano di un solo millimetro, le marionette e i forchettoni, al contrario, battono mestamente in ritirata, sputando veleno ed idiozia
Il terrorismo gazzettiere preventivo e gli interinali dell'impaludamento organizzato, stanno facendo cilecca in maniera sempre più palese.
L'Italia di un tempo non c'è più ma tra l'asfalto e la polvere si sono rivisti gli italiani. Accenti diversi, sofferenze simili e un governo tiranno ed abusivo per nemico comune.
“Il popolo arrabbiato e desolato”, come lo ha definito Danilo Calvani, uno degli elementi più rappresentativi del “Coordinamento 9 dicembre”, sta dimostrando maturità e coraggio, fregandosene del miserrimo teatrino messo in scena da giovani scimmiette ammaestrate e vecchi oranghi eterodiretti.
A chi insinua infiltrazioni, dai blocchi replicano senza alcuna esitazione: “I veri infiltrati sono Letta, Napolitano, Alfano, Berlusconi e Renzi”.
Il disagio sociale ed economico che riguarda tanta parte del territorio nazionale e sempre più famiglie, è un fatto reale; le storielle denigratorie, i fantasmi formaggini e i purismi “rivoluzionari”, sono al massimo vezzi onanistici da borghesotti mitomani con il sedere al caldo.
E' a dir poco da cialtroni accusare di golpismo chi non ha potuto dire nemmeno mezza parola mentre gli inquilini col vitalizio dei Palazzi romani, legavano il destino del paese al palo del debito e dell'usura, privandolo anche degli ultimi residui di sovranità politica ed economica.
Ed è stomachevole che farfuglino di libertà e rispetto proprio gli aguzzini al soldo dei poteri forti.
“Per capire chi vi comanda, basta scoprire chi non vi è permesso criticare”, scrisse un certo Voltaire.
Un'inossidabile verità, dimostrata ancora una volta dai corifei dell'indignazione pelosa per le manifestazioni di questi giorni.
Operai, agricoltori, agenti di commercio, allevatori, autotrasportatori, piccoli imprenditori, liberi professionisti, corrieri e commercianti.
Il ceto medio proletarizzato è sempre più esteso e non accetta più mediazioni e rappresentanze.
A giustissima ragione.
Chi nulla ha fatto in questi anni per ridurre alla fame i propri connazionali, non è degno di rappresentare proprio nessuno.
La settimana che volge al termine, che piaccia o meno, ha dato dei segnali importanti e dimostrato che esistono enormi spazi politici per chi avrà il coraggio e l'onestà di mettere da parte una volta per tutte le necrofilie novecentesche e i modernismi da gonzi.
La geolocalizzazione dei presidi è linea ideale di una trincea di lotta occupata da uomini e donne a cui hanno stuprato il presente ed ipotecato il futuro.
Chi parla a vanvera di una imminente fine della mobilitazione, sarà costretto ad ingoiare un altro amarissimo boccone: per mercoledì 18 alle ore 15, infatti, è in programma una nuova, imponente manifestazione in Piazza del Popolo a Roma.
E potrebbe essere solo l'inizio.
Qualcosa si è mosso, nelle coscienze e nelle strade, ed una eventuale, scellerata repressione, renderebbe solo più vasto e violento il prossimo incendio di ribellione...


Articolo letto: 1 volte (14 Dicembre 2013)
 

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DI MASSIMO FINI
ilfattoquotidiano.it

«Fusse che fusse la vorta bbona» diceva in una Canzonissima del 1960 Nino Manfredi nella parte di un barista incazzato. E se fosse davvero venuto il momento della caduta di un regime delegittimato, di una democrazia espropriata dai partiti che, esorbitando completamente dal ruolo loro assegnato dalla Costituzione, hanno occupato ogni spazio costituendosi in lobbies clientelari, corrotte, corruttrici e sostanzialmente mafiose? Le manifestazioni, per ora pacifiche, che si stanno svolgendo in tutta Italia, da Ventimiglia a Palermo, hanno la peculiarità di non essere targate, di non aver il cappello di nessun partito nè del sindacato. Sono agricoltori, 'padroncini' di Tir, artigiani, commercianti, ambulanti, lavoratori autonomi. Uomini e donne qualunque ridotti a sudditi che non si sentono rappresentati da nessuno.

Ma il segnale più inquietante per gli uomini del Potere e che ha messo loro addosso una paura birbona (si vedano le dichiarazioni 'ad alzo zero' di Alfano) è che a Torino e Genova alcuni agenti si siano tolti il casco antisommossa e abbiano fraternizzato con i manifestanti che gridavano «Siete dei bravi ragazzi, venite con noi». Tutti i regimi cadono quando polizia ed esercito smettono di difendere il Potere fino ad allora considerato legittimo. Nel 1918 lo Zar non faceva che mandar battaglioni contro il pugno di insorti guidati da Lenin e Trotskij ma lungo il tragitto i battaglioni si liquefacevano, i soldati disertavano o si univano ai rivoluzionari. Nel 1991 il golpista Janaev, dopo aver esautorato Gorbaciov, mando' i carri armati sulla Piazza Rossa, ma i carristi si rifiutarono di sparare sulla folla. Su uno di quei carri sali' Boris Eltsin e fu la fine dell'Unione Sovietica. Lo stesso meccanismo è scattato in alcune delle 'primavere arabe'.

Le Questure di Torino, di Genova, il ministro degli Interni hanno cercato di minimizzare il gesto degli agenti che si sono tolti il casco presentandosi a viso scoperto: «E' prassi quando cala la tensione». Ma non è cosi'. E quel gesto non deriva solo dal fatto che i poliziotti sono malpagati e sovracaricati di lavoro, come hanno cercato di ammorbidire alcuni giornali. Si tratta di qualcosa di molto più grave: quei poliziotti, che presumibilmente rappresentano i sentimenti di molti loro colleghi che hanno preferito restare al coperto, non si identificano più con lo Stato e le Istituzioni che dovrebbero difendere, come non ci si identificano i manifestanti.

Del resto che fossimo in una sorta di quiete che precede la tempesta ce lo aveva preannunciato, in un certo senso, solo pochi giorni fa, il rapporto del Censis descrivendo un'Italia «sciapa, infelice» aggiungendo che non è semplicemente una questione di soldi ma di «accidia, immoralismo, disinteresse generalizzato...tessuti valoriali persi, dissolti». Da questa situazione agonica prima o poi doveva nascere fatalmente qualcosa, come dalla brace che cova sotto la cenere.

Se poi le cosiddette classi dirigenti riusciranno con i consueti metodi, con le astuzie, cercando di dividere la protesta, con le blandizie, con i compromessi, con le promesse mai mantenute, con i Renzi, a spegnere l'incendio appena divampato o se ci sarà, finalmente, anche una 'primavera italiana' è cosa tutta da vedere.

Non ci conto, ma ci spero.

Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
14.12.2013

ecco la risposta a fini:
http://www.youreporter.it/video_Polizia_carica_forconi_sotto_rappresentanza_Ue_a_Roma
 

big_boom

Forumer storico
emendamento della paura:
15 dic - “Abbiamo presentato l’emendamento alla legge di stabilità che riconferma quanto la sicurezza sia una priorità del Governo”. Sono le parole del vicepremier Angelino Alfano, riportate in una nota del Viminale. “Con 100 milioni di euro – spiega Alfano – raddoppiamo il fondo per l’efficienza dei servizi istituzionali per le forze di polizia ad ordinamento civile e per quelle ad ordinamento militare, che vanno ad aggiungersi ai 149 milioni in più per gli straordinari già previsti nel testo approvato al Senato”.
Alfano: abbiamo presentato emendamento per aumento della sicurezza | Imola Oggi
 

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Da mercoledì 18... Tutti a casa

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C’erano quasi riusciti. Anzi: credono stupidamente di esserci riusciti.
A dividere il popolo che protesta in piazza, ad alimentare false notizie di violenze estremiste, a corrompere con i loro messaggi stampa e televisivi la realtà dei fatti.
Per due giorni, tra domenica e lunedì, tutti i disinformatori di massa hanno celebrato la “rottura” tra i coordinatori dei “forconi”. Di fatto elogiando la minoranza che ha deciso di non partecipare al raduno di mercoledì nella piazza del Popolo di Roma e criminalizzando come “violenti” chi non rinuncia a far sentire la sua rabbia. E utilizzando il termine "forconi" con un tono sprezzante, da giornalisti al caviale.
Ma la vittoria degli omologati, strombazzata dai disinforma tori camerieri dei nostrani maggiordomi , è una vittoria di Pirro.
A Roma, da mercoledì, i Lorsignori dovranno fare i conti con il vero popolo d’Italia. E in tutta Italia l’eco sarà potente, inarrestabile. E perderanno la guerra.
La parola d’ordine del leader del movimento di popolo Danilo Calvani è chiarissima. La classe politica, questa classe politica, dichiarata illegittima dalla “sua” stessa Corte Costituzionale, deve andare a casa. Tutta.
E anche gli altri leader del movimento del 9 dicembre non hanno affatto abbassato le loro armi. Tutt’al più fermeranno l’Italia… fuori da Roma.
Le poltrone scricchiolano. Dopo le urla contro gli “eversivi”, i “violenti”, gli “infiltrati” (quelli di Casa Pound, di estrema destra o i Centri sociali di estrema sinistra), lanciate da Alfano, e poi da Letta, poi da tutto il blocco dei “democratici”, quindi – ciliegina sulla torta – da re Napolitano, il Gran Nepotista (andate a vedere i “meriti” acquisiti dalla sua famiglia) è giunto Mario Draghi, il padre padrone delle svendite delle aziende strategiche pubbliche italiane e oggi Gran Guardiano degli interessi delle banche e della falsa moneta unica, a dichiarare l’euro della miseria “irreversibile”.
Ma questi oligarchi d’accatto non sono riusciti a mescolare le loro balle con la realtà.
Tutto il popolo italiano ha capito che i giochi di prestigio del governo e di tutta la cosiddetta “classe politica”, amplificati dai loro velinari stampa e televisivi che hanno ipocritamente mescolato nei loro reportages l’ammainamento di una bandiera coloniale angloamericana, spacciata per “europea”, i raid teppistici di finti “studenti veneziani” e di hooligans danesi e la protesta di artigiani, lavoratori, disoccupati, precari, allevatori, agricoltori, camionisti, produttori e commercianti, studenti pensionati veri, sono stati l’estremo tentativo del sistema per cercare di rompere il fronte del movimento di popolo nato il 9 dicembre.
Lor Signori si difendono dichiarando “minoranza” il popolo italiano. Fanno finta di essere “unti” dal voto popolare. Rimuovono l’illegittimità costituzionale della legge elettorale con cui hanno arraffato le poltrone con nomine a scatola chiusa, ripetono il mantra consunto delle “riforme” da fare, quelle che interessano solo loro e non i cittadini italiani, rimuovono soprattutto, fanno finta di dimenticare, l’astensione generalizzata del 50% almeno degli elettori dalle urne. Cittadini che evidentemente non credono a questo strano sistema democratico-oligarchico che premia sempre gli stessi partitocrati corrotti e corruttori. Sventolano la “nuova leva” – Renzi, ma dietro di lui anche i Letta e gli Alfano – che si è accaparrata la guida dei partiti del “cambiamento”. Che poi, come ben dichiara Beppe Grillo, è una ulteriore presa per il culo del popolo, che non ha bisogno di queste “riforme” (legge elettorale, modifiche costituzionali, rimborsi ai partiti da tagliare nel 2017 per avere il tempo di trovare altri metodi per continuare ad ingrassare quel milione e più di parassiti che “vivono di politica” e non essendo lavoratori normali non avrebbero più reddito pubblico…).
Tutti costoro pensano a nuove elezioni come al rischio di una cura dimagrante all’olio di ricino. E si arrampicano sugli specchi per evitare o ritardare questo annunciato suicidio di casta.
Come dice Grillo, “Vaffanculo”. Come dice Calvani, “Tutti a casa”.

Articolo letto: 1 volte (16 Dicembre 2013)
 

marofib

Forumer storico
ora diranno che sono 4 gatti e che la manif. e' fallita e ci rideranno su
la prox saranno 8 e rideranno un po' meno
 

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ordine 11.110
come godono sti lacche'
falsi e bugiardi: 25 mila persone !!!!!!

Movimento 9 dicembre: la protesta a Roma

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Dunque, ricapitoliamo: questo mercoledì a Roma c’è stata una sola manifestazione. Quella del cosiddetto “movimento della casa” per una “Roma meticcia” (così i loro portavoce e i cronisti addetti alle veline di regime).
Che fossero poche centinaia di persone – facile contarli uno per uno… - non è motivo di scorno da parte degli organizzatori, che si sono gloriati di aver dato vita a una “vera piazza” rispetto a quella “fascista” riunita a piazza del Popolo. Con lunghi filmati e interviste di contorno di tutti i media omologati italiani.
Per il “movimento 9 dicembre”, sprezzantemente definito dei “forconi” dai giornalisti al caviale che comunque lo hanno dichiarato, sebbene pacifico, comunque “inquinato dall’estrema destra”, come un sol uomo i disinformatori hanno parlato, titolato e commentato il loro “flop”. Corriere della sera, Rai e Mediaset hanno aperto il fuoco scrivendo sulle loro pagine di “cronaca” che erano presenti nella grande piazza romana appena 3000 persone se non di meno (qualcuno ne ha contati … un solo migliaio)
In realtà sono stati almeno 20 mila i cittadini che hanno protestato con disciplina e sotto le uniche bandiere nazionali la loro rabbia contro una classe politica illegittima che porta soltanto più miseria agli italiani. I media di regime evidentemente non sanno fare i conti.
Piazza del Popolo se totalmente piena contiene centomila persone. Alle 17 la piazza era per metà affollata, ma non in ressa dappertutto: soltanto nello spicchio prospiciente al palco, praticamente addossato alla balaustra di fronte al Pincio. Se non si è trattato di 25 mila partecipanti (si badi bene: le bandiere nazionali sventolavano ovunque: anche a ridosso di Piazzale Flaminio e del “tridente”…) erano poco meno.
Anche le immagini da noi scattate – non a “livello teste” per impedire il colpo d’occhio, ma da un punto di osservazione più in alto – lo confermano.
Gli organizzatori di un raduno in pieno giorno feriale, boicottato da alcuni dei coordinatori, caduti nella trappola del divide et impera, e che ha avuto successo nonostante i blocchi di polizia sul raccordo per fermare i camionisti, i duemila agenti e carabinieri a chiudere il “centro città”, con l’ukaze del Comune di Roma che per l’occasione ha imposto le targhe alterne nonostante il calo accertato delle emissioni, nonostante le notizie terroristiche lanciate in lungo e in largo sugli “atti di volenza” previsti dai media e ventilati dal Palazzo, unitissimo nella criminalizzazione della protesta popolare, si sono detti comunque soddisfatti per la partecipazione di popolo.
Un popolo che continuerà a restare in piazza in centinaia di città italiane, con presidii anti-partitocrazia, antigoverno, contro il rigore e la miseria e che riprenderà dopo Natale a sua battaglia tornando a protestare a Roma per mandare “tutti a casa”: sia il governo che i parlamentari che lo stesso presidente della Repubblica dichiarati eletti illegittimamente dalla stessa Corte Costituzionale.


Articolo letto: 1 volte (18 Dicembre 2013)
 

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