ADDIO LIA

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È morta Lia Varesio
angelo dei barboni




TORINO
È morta a Torino Lia Varesio, 60 anni, personaggio di primo piano del volontariato cattolico, nota come l’ «Angelo dei barboni», una categoria di persone cui ha dedicato la vita.
Aveva fatto l’ impiegata nel settore dei servizi sociali del Comune e proprio in questa sua funzione era entrata in contatto con quel mondo particolarissimo di persone che vivono per la strada, senza una fissa dimora. Alla fine degli anni settanta aveva iniziato ad assisterle, ma la spinta decisiva a spendersi completamente per loro le era venuta da un tragico avvenimento: nel 1980 un barbone le era morto praticamente fra le braccia di freddo e di stenti nel centro storico di Torino. Si chiamava Bartolomeo C. e fu questo il nome che diede all’ associazione da lei creata. «È questa l’occasione - raccontava - che ci ha fatto maturare la scelta, fino a quel momento incerta e disorientata, di offrire compagni ed accoglienza a chi ne ha bisogno. Sono molte le tragiche realtà della vita metropolitana con cui veniamo a contatto: gente scappata di casa, dimessi da ospedali psichiatrici, tossicodipendenti, ex carcerati».

Lia e i suoi volontari hanno sempre fatto la «ronda» nei pressi della stazione, sulle panchine dei viali e dei parchi, vicino ai ponti del Po, ma soprattutto attraverso un ufficio situato all’interno della stazione di Porta Nuova (da un anno e mezzo trasferito nella vicina via Camerana). Aveva un fisico gracile, sgraziato, ma una volontà e un carattere di ferro: «Era in grado di dominare anche le situazioni più difficili, avendo a che fare con persone a volte violente, esasperate», ricorda Pier Luigi Dovis, direttore della Caritas torinese. «Spirito libero, indipendente, critico, non voleva legarsi a convenzioni pubbliche», dice ancora Dovis. In molti casi gli stessi volontari si fanno carico in proprio delle situazioni delle persone conosciute.

Altra caratteristica dell’ attività di Lia Varesio era favorire forme di autopromozione, con le periodiche cene con gli amici «barboni», le gite, l’individuazione di progetti di lavoro da affidare a loro. Recentemente aveva anche aperto una casa di accoglienza chiamata «il Bivacco».

«Sui clochard aveva un fortissimo carisma - sottolinea Dovis -, ricordo un episodio del Natale 2006, quando un barbone con problemi psichici si mise a bestemmiare durante la messa, poi però le si inginocchiò davanti e le baciò le mani».

«Anche a lei non era sfuggito - prosegue - il crescente divario sociale. La scorsa estate, nella città svuotata dalle vacanze, mi aveva telefonato: ’sono sola, viene da me sempre più gente che manifesta con rabbia il proprio disagio. Nella società c’ è qualcosa che non funzionà, mi aveva detto». :(
 
Notizia davvero triste. Mi spiace che nessuno la commenti, forse tutti troppo impegnati a parlare di politica :hmm:
 
Leggo solo ora tale notizia,non conoscevo Lia Varesio,questo è il brutto della nostra società in cui viviamo,conosciamo l'ultima attricetta,che per far carriera e pronta a tutto,ed i mass-media,non ci martellano al punto di farci conoscere persone come Lia,che Dio l'abbia in Gloria.Davanti a notizie del genere mi si stringe il cuore,qualcosa si blocca in gola,non riesco a fermare una piccola lacrima che mi solca il viso,mentre in cuor mio le dedico un Eterno Riposo.Addio,grande donna,prega per Noi mortali e sbandati,quando sarai lassù in Paradiso.
 

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