Spike V
Forumer storico
Entra in vigore un decreto del precedente governo. Posta più veloce
ma anche più costosa: da 40 centesimi a 60, rincaro del 30 per cento
ROMA - Addio vecchio francobollo. Entro la fine del mese gli italiani avranno un solo modo per spedire la corrispondenza: la posta prioritaria. Più veloce, certo, ma anche più costosa.
L'"ordinaria", quella che con 45 centesimi di bollo e un po' di pazienza, prometteva il recapito della corrispondenza entro tre giorni dalla spedizione, è stata abolita per decreto. Il testo, firmato una quindicina di giorni fa dall'allora ministro della Comunicazione Mario Landolfi, è stato pubblicato venerdì scorso in Gazzetta Ufficiale. Per spedire una lettera, quindi, fra qualche giorno sarà "obbligatorio" acquistare un francobollo da 60 centesimi: 15 centesimi in più che dovrebbero garantire il recapito entro un solo giorno lavorativo.
Fino ad ora la scelta degli italiani si divideva più o meno a metà: ogni anno venivano spedite circa 80 milioni di buste in prioritaria e 70 in ordinaria. Il "dubbio" d'ora in poi, non avrà più ragione di esistere, ma la cosa non piace affatto al senatore diessino Esterino Montino. "L'aumento del 30 per cento a carico delle famiglie non ha motivo - ha detto - La spedizione delle lettere è un servizio sociale e ormai l'87 per cento della corrispondenza è di carattere commerciale. E su quei volumi che le Poste avrebbero dovuto applicare le loro strategie di concorrenza, non andando a gravare su tariffe che colpiscono il cittadino. Ma peggio ancora, Landolfi ha firmato il decreto dopo le elezioni, consapevole del fatto che gli aumenti sarebbero entrati in vigore quando lui non sarebbe più stato ministro".
Le Poste, dal canto loro, fanno notare che non sarà comunque il rincaro della corrispondenza a far fallire i bilanci delle famiglie italiane: nel paniere Istat i consumi postali di qualsiasi tipo incidono per lo 0,166 per cento delle spese totali. Più o meno 83 centesimi ogni 500 euro di spesa. Il boom dei telefonini e degli sms avrebbe - dicono - mandato in soffitta il vecchio sistema della carta e penna: la famiglia italiana media spedirebbe in posta ordinaria tre lettere all'anno. "Con l'introduzione delle tariffa unica - segnala una nota dell'azienda - le Poste semplificano e migliorano il recapito anche in prospettiva dell'apertura totale del mercato che avverrà presumibilmente entro il gennaio 2009"
ma anche più costosa: da 40 centesimi a 60, rincaro del 30 per cento
ROMA - Addio vecchio francobollo. Entro la fine del mese gli italiani avranno un solo modo per spedire la corrispondenza: la posta prioritaria. Più veloce, certo, ma anche più costosa.
L'"ordinaria", quella che con 45 centesimi di bollo e un po' di pazienza, prometteva il recapito della corrispondenza entro tre giorni dalla spedizione, è stata abolita per decreto. Il testo, firmato una quindicina di giorni fa dall'allora ministro della Comunicazione Mario Landolfi, è stato pubblicato venerdì scorso in Gazzetta Ufficiale. Per spedire una lettera, quindi, fra qualche giorno sarà "obbligatorio" acquistare un francobollo da 60 centesimi: 15 centesimi in più che dovrebbero garantire il recapito entro un solo giorno lavorativo.
Fino ad ora la scelta degli italiani si divideva più o meno a metà: ogni anno venivano spedite circa 80 milioni di buste in prioritaria e 70 in ordinaria. Il "dubbio" d'ora in poi, non avrà più ragione di esistere, ma la cosa non piace affatto al senatore diessino Esterino Montino. "L'aumento del 30 per cento a carico delle famiglie non ha motivo - ha detto - La spedizione delle lettere è un servizio sociale e ormai l'87 per cento della corrispondenza è di carattere commerciale. E su quei volumi che le Poste avrebbero dovuto applicare le loro strategie di concorrenza, non andando a gravare su tariffe che colpiscono il cittadino. Ma peggio ancora, Landolfi ha firmato il decreto dopo le elezioni, consapevole del fatto che gli aumenti sarebbero entrati in vigore quando lui non sarebbe più stato ministro".
Le Poste, dal canto loro, fanno notare che non sarà comunque il rincaro della corrispondenza a far fallire i bilanci delle famiglie italiane: nel paniere Istat i consumi postali di qualsiasi tipo incidono per lo 0,166 per cento delle spese totali. Più o meno 83 centesimi ogni 500 euro di spesa. Il boom dei telefonini e degli sms avrebbe - dicono - mandato in soffitta il vecchio sistema della carta e penna: la famiglia italiana media spedirebbe in posta ordinaria tre lettere all'anno. "Con l'introduzione delle tariffa unica - segnala una nota dell'azienda - le Poste semplificano e migliorano il recapito anche in prospettiva dell'apertura totale del mercato che avverrà presumibilmente entro il gennaio 2009"