[FONT="] [/FONT][FONT="]lo Sport nazionale: depredare la cosa pubblica -[/FONT] [FONT="]di Paolo De Gregorio, 27 luglio 2012 [/FONT]
[FONT="]Ci ricorda Travaglio nel suo editoriale di oggi, 27 luglio, su “il Fatto Quotidiano” che il succo della vicenda Formigoni è che la sua giunta regionale ha fatto arrivare alla “Fondazione Maugeri” (che si occupa di Sanità) 200 milioni di euro grazie a: “delibere discrezionali sulle prestazioni non tariffabili” e di questi milioni 70 sono arrivati all’amico di Formigoni, Daccò, quel signore che provvedeva alla bella vita del presidente della Regione Lombardia, una specie di Minetti al maschile.[/FONT]
[FONT="]Questo sistema, molto diffuso in Italia, che consente ai privati di spolpare la Sanità Pubblica, ha un nome preciso: CONVENZIONI tra pubblico e privato, tra cui corre un fiume di denaro e di interessi criminali sempre in piena, e con l’esposizione della politica ad affondare le mani nella marmellata.[/FONT]
[FONT="]Spesso Travaglio suggerisce soluzioni ai problemi e l’ha fatto in particolare sul suo giornale a proposito di giustizia con dettagliati suggerimenti per nuove regole di legge.[/FONT]
[FONT="]Oggi, con il caso Formigoni, siamo di fronte a una tale entità di ruberie alla cosa pubblica che si potrebbe pensare anche alla soluzione del problema, visto che tutti i partiti tacciono perché a vari livelli tutti amano la marmellata.[/FONT]
[FONT="]La soluzione è semplicissima: il privato fa il privato, sta sul mercato e si fa pagare il servizio sanitario direttamente dai suoi utenti, senza avere alcun rapporto finanziario con lo Stato, e tutte le convenzioni vengono abolite.[/FONT]
[FONT="]Al di fuori di questo drastico provvedimento le ruberie continueranno, perché oggi gli imprenditori privati e l’attuale classe politica sono senza etica e senza vergogna e la loro missione è quella di arricchirsi spolpando la cosa pubblica.[/FONT]
[FONT="]La stessa abolizione dovrebbe riguardare l’8 per mille al Vaticano, che con lo Stato laico non dovrebbe avere nessun tipo di rapporto finanziario. Si lascino liberi i cattolici di finanziare in modo diretto la propria Chiesa, magari offrendolo alle parrocchie sul territorio, mentre oggi l’8 per mille va alla Curia che lo utilizza per i suoi lussi e le sue speculazioni.[/FONT]
[FONT="]Paolo De Gregorio[/FONT]