Per esempio la lettera con cui nel 1953 il giovane sottosegretario di De Gasperi risponde a monsignor Montini, futuro Paolo VI, in risposta a un "appuntino" del cardinal Dell' Acqua da cui si deduce l' infastidita preoccupazione della Santa Sede per l' edizione integrale dei Sonetti di Giuseppe Gioachino Belli (la storica raccolta Mondadori introdotta da Giorgio Vigolo).
I tre volumi, in realtà, sono già usciti e Andreotti li manda a Montini facendogli notare come siano lussuosi e "letterariamente raffinati", quindi per pochi lettori.

ANNA MAGNANI E GIULIO ANDREOTTI
Anche lui si dichiara "molto sconcertato" per "la crudezza generica ed ecclesiasticamente specifica" di molti sonetti. Ma il carattere di "classico", fa notare, "sconsiglia ogni intervento...poliziesco".
Donde la soluzione: si potrebbe "intervenire presso Mondadori perché, una volta esaurita l' edizione e dovendosi ipotizzare la ristampa, si concentri l' opera in un solo volume opportunamente curato". In coda il dispositivo, che più andreottianamente astuto e spregiudicatello non poteva configurarsi: "Se poi qualcuno dei nostri 'letterati' volesse fare una cernita da sottoporre a Mondadori credo che sarebbe assai utile". La storia offre davvero tanti risvolti, compreso il mistero su quel "nostri" (italiani? Vaticani?).